Redazione RI
Obiettivi.
La
campagna è stata lanciata con lo scopo di coordinare in tutto il mondo
iniziative di denuncia verso il regime e gli organismi internazionali
che collaborano con esso. La campagna mira a sviluppare il massimo
sostegno possibile a coloro che stanno lottando contro il regime e in
particolare a Esenbek Ukteshbayev e Ainur Kurmanov, presidente e
vicepresidente del sindacato Zhanartu, attualmente i principali
obiettivi della repressione da parte dello Stato. La campagna si rivolge
a singoli attivisti e dirigenti sindacali e militanti politici, così
come a organizzazioni sindacali e altre organizzazioni, chiedendo loro
di: a) aderire alla lista dei sostenitori della campagna;
b) inviare lettere di protesta contro la negazione dei più elementari
diritti democratici in Kazakhstan; c) rispondere ad eventuali altri
appelli per denunciare ulteriori attacchi contro attivisti
dell’opposizione; d) Inviare dichiarazioni di solidarietà con i
lavoratori impegnati in scioperi e manifestazioni; e) Aggiungere il
proprio nome all’appello della campagna
(http://campaignkazakhstan.org/index.php/sign-the-petition/); f) fare
una donazione attraverso il sito web oppure versando sul conto:
IT08S0760101400000094405727, intestato ad ASSOCIAZIONE CONTROCORRENTE
(scrivendo nella causale ‘campagna Kazakhstan’) e chiedere ai propri
colleghi, amici e parenti di fare lo stesso. Il comitato promotore della
campagna di solidarietà internazionale può essere contattato scrivendo a
CampaignKazakhstan@gmail.com. La campagna italiana può essere
contattata tramite la pagina Facebook: Campagna di solidarietà per i
lavoratori in Kazakhstan
(http://www.facebook.com/pages/Campagna-di-solidariet%C3%A0-per-i-lavoratori-in-Kazakhstan/317296311664638)
o scrivendo a info@controcorrentesinistraprc.org. Su Facebook abbiamo
pubblicato anche un video di 10 minuti sottotitolato in italiano con un
resoconto giornalistico della strage di dicembre. Per organizzare azioni
di protesta, l’ambasciata kazaka in Italia è Via Cassia 471, 00189
Roma, e-mail: roma@mfa.kz I messaggi possono essere inviati anche al
governo kazakho attraverso il ministero degli Esteri della Repubblica
del Kazakhstan (e-mail: mid@mid.kz inviando in copia anche a
KazakhstanSolidarity@gmail.com.
La lotta contro la dittatura in
Kazakhstan Come costruire in tutto il mondo sostegno e solidarietà Il
Kazakhstan è uno stato di polizia E’ governato da una sola persona,
Nursultan Nazarbayev, e dai suoi parenti più stretti, che hanno
saccheggiato le ricchezza del paese per arricchirsi ed procacciarsi
alleati internazionali. La stragrande maggioranza della popolazione vive
nella povertà e coloro che protestano contro il regime o tentano di
organizzare una resistenza di massa sono perseguitati, incarcerati e
persino uccisi. Un lungo sciopero dei lavoratori dei giacimenti
petroliferi del paese ha portato migliaia di lavoratori e di famiglie
verso la morte per fame. Il loro rappresentante legale, Natalia
Sokolova, è stato scandalosamente condannato a sei anni di carcere per
calunnia e liberata successivamente grazie alla pressione della nostra
campagna di solidarietà internazionale. I leader di questi lavoratori e
le loro famiglie sono stati sottoposti a brutali attacchi fisici
compreso lo stupro e l’omicidio. Proiettili di gomma e manganelli sono
stati usati per intimidire gli scioperanti, i rappresentanti della
stampa e gli osservatori dei diritti umani. Il 16 dicembre 2011 durante
le cerimonie per il XX anniversario dell’indipendenza dall’URSS, un vero
e proprio massacro è stato perpetrato dalle ‘forze dell’ordine’ contro
una manifestazione pacifica nella piazza centrale di Zhenazoen. I
lavoratori della zona affermano che circa 200 sono stati uccisi.
Immediatamente sono stati effettuati moltissimi arresti. E ai parenti
delle vittime sono state negate informazioni sui loro cari. Secondo
un’inchiesta di ‘Giornalisti senza frontiere’: il Kazakhstan è al
162esimo posto su 178 paesi per quel che riguarda i dati sulla ‘libertà
di stampa’. E’ anche uno dei paesi più corrotti e autoritari del mondo.
‘World Democracy Audit‘ colloca il Kazakhstan all’83esimo posto su 149
stati per quel che riguarda il livello di corruzione e al 29esimo
dall’ultimo paese nella classifica sulla mancanza di diritti
democratici! Il regime di Nazarbayev teme un’esplosione di rabbia dal
basso sul modello delle rivoluzioni che hanno spazzato via le dittature
in Tunisia e in Egitto l’anno scorso. Questo spiega la sua politica di
zig zag e i suoi nervosi cambiamenti di linea, il suo approccio
arbitrario alla ‘giustizia’ e i suoi tentativi di reprimere nel sangue
il movimento operaio. Sotto l’impatto degli eventi in Nord Africa,
Nazarbayev ha deciso di anticipare al 2011 le elezioni presidenziali,
previste per il 2020. Il risultato è stato un fraudolento 95% a suo
favore. Mentre gli osservatori sui diritti umani indicano un
deterioramento della situazione in Kazakhstan, Nazarbayev racconta ai
capi di governo come la signora Merkel in Germania che si stanno facendo
progressi, ma che la democrazia ‘si trova all’inizio del nostro
percorso, non alla sua fine’!
La voce dei lavoratori e delle masse
povere Nonostante i trucchi del regime, il malcontento di massa nel
paese non diminuisce e coloro che esprimono la rabbia del popolo
rappresentano una crescente minaccia per il regime. Ainur Kurmanov e
Esenbek Ukteshbayev hanno condotto campagne di resistenza di massa e
sono ampiamente rispettati e riconosciuti come dirigenti della
federazione sindacale indipendente Zhenartu. Questa organizzazione
nazionale rivendica la rinazionalizzazione di tutte le risorse più
importanti del paese: l’industria, le banche e i terreni che sono stati
saccheggiati da Nazarbayev e dei suoi compari. Chiedono che a ciò si
accompagni l’introduzione di forme di controllo democratico da parte di
rappresentanti eletti dei lavoratori, in modo da permettere alla
popolazione del Kazakhstan di gestire collettivamente il frutto del
proprio lavoro, oggi nella mani della cricca presidenziale e dei suoi
amici, che controllano le filiali delle imprese multinazionali presenti
nel paese. Ainur e Esenbek hanno guidato una lotta vittoriosa contro gli
sfratti attraverso la campagna ‘Giù le mani dalle case del popolo’ e
sono conosciuti in tutto il paese come leader di ‘Kazakhstan 2012?, ora
denominato ‘Movimento Socialista del Kazakhstan’ (SMK), che si prefigge
lo scopo di costruire rapidamente un grande partito. A causa di queste
attività Ainur e Esenbek vengono perseguitati dal regime. Sono stati
entrambi stati oggetto di arresti arbitrari, sono stati detenuti in
condizioni orribili nelle carceri nel regime e si è cercato di
assassinarli entrambe. Attualmente si sono rifugiati in Russia, ma (vedi
lettera riprodotta in calce) sotto la minaccia di arresto o sequestro
concordato tra le autorità russe e quelle kazakhe. Il 28 aprile tre
attivisti del MSK sono stati arrestati, tra cui la compagna di Ainur.
Una
campagna per i diritti democratici La Campagna per il Kazakhstan si
propone di promuovere il massimo sostegno possibile a tutti i militanti e
dirigenti politici e sindacali dei lavoratori coinvolti nei movimenti
di opposizione. Questo significa sostenere la lotta per i diritti
democratici fondamentali: libertà di parola, di stampa, di riunione, il
diritto di costituire sindacati e partiti politici indipendenti dal
governo, il diritto di organizzarsi nei luoghi di lavoro e nelle
comunità senza interferenze da parte dello Stato, il diritto di
scioperare e manifestare. Tutti questi diritti oggi in Kazakhstan
vengono calpestati. Alcuni governi in Europa e nel mondo hanno espresso
delle critiche molto diplomatiche verso gli abusi di potere del regime.
Alcuni leader politici e sindacali hanno dichiarato il proprio sostegno
ad alcuni elementi dell’opposizione, cercando allo stesso tempo di
moderarne le rivendicazioni. Molti governi cosiddetti democratici
continuano a inviare rappresentanti alle conferenze internazionali
organizzate da Nazarbayev, inviano delegazioni ufficiali in Kazakistan e
incoraggiano le proprie compagnie a lucrosi accordi commerciali,
soprattutto per l’estrazione di petrolio, gas e minerali preziosi. L’ex
premier britannico, Tony Blair, è proprietario di una società di
consulenze che incassa milioni di dollari in cambio di consigli su come
investire e fronteggiare i disordini sociali! L’ENI ha una
collaborazione decennale col regime e il fondo sovrano del Kazakhstan ha
una significativa quota azionaria in Unicredit. Monti, nel suo recente
viaggio in oriente, ha effettuato una tappa in Kazakhstan, incontrando
il premier Masimov. I giornalisti della Stan TV e dei quotidiani
dell’opposizione liberale sono stati brutalmente perseguitati. Le vite
dei leader delle organizzazioni di opposizione politica e sindacale dei
lavoratori e degli avvocati che li sostengono sono costantemente sotto
minaccia. Questi compagni hanno bisogno del massimo sostegno
internazionale tra i militanti socialisti e nel sindacato. Molte
manifestazioni intorni agli slogan ‘Abbasso la dittatura Nazarbayev’ e
‘I lavoratori del Kazakhstan vinceranno’ sono state organizzate in
numerosi paesi davanti alle ambasciate, ai distributori di benzina,
durante partite di calcio, convegni organizzati dalle multinazionali che
hanno interessi in Kazakhstan e cerimonie ufficiali. Il conflitto tra
il regime di Nazarbayev e i suoi avversari potrebbe riesplodere in
qualsiasi momento. Il regime potrebbe spingersi troppo in là nei suoi
attacchi ai lavoratori e alla povera gente e provocare uno sciopero
generale o anche una rivolta di massa in tutto il paese. Nazarbayev
potrebbe anche, a un certo punto, cercare di prendere misure preventive
per isolare tutti gli attivisti e i leader dell’opposizione. In entrambi
i casi la lotta potrebbe trasformarsi in un importante braccio di ferro
tra la piccola cricca al vertice della società e il movimento dei
lavoratori e le masse impoverite, cioè la vasta maggioranza della
popolazione.
Lettera di Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov Al
direttore esecutivo del movimento panrusso Per i Diritti Umani
Aleksandrovitch Lev Ponomarev Al direttore dell’Istituto per i diritti
umani Valentin Michaelovitch Gefter Noi Esenbek Ukteshbaev e Ainur
Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato indipendente dei
lavoratori del Kazakistan, ‘Zhanartu’ (‘Rinascita’) vorremmo allertarvi
in merito al fatto che potremmo essere sottoposti ad un arresto o un
sequestro e a una successiva deportazione nel territorio della
Repubblica del Kazakistan, dove ci attendono inevitabilmente l’arresto e
la prigione. Queste affermazioni si fondano sul fatto che a Mosca sono
arrivati il capo del Dipartimento degli Affari Interni della regione di
Mangistau, il colonnello Amanzhol Kabylov, con un gruppo di funzionari
dei servizi segreti, per condurre trattative con i funzionari di polizia
della Federazione russa. Siamo stati informati di questi fatti da
giornalisti russi e dalle nostre fonti in Kazakhstan. L’oggetto di
questi negoziati è la pianificazione del nostro arresto in
collaborazione con le forze russe, dato che ci troviamo attualmente sul
territorio russo. Questo alto funzionario del ministero dell’Interno
kazakho è attualmente responsabile delle ‘indagini’ sui fatti di sangue
avvenuti il 16-18 dicembre nella città di Zhanaozen, nell’area di Shetpe
(regione di Mangistau), che, secondo le nostre informazioni, hanno
portato alla morte di un gran numero di lavoratori in sciopero e dei
loro parenti coinvolti in una protesta pacifica.
Come risultato
della collaborazione del ministero degli Interni e dei servizi di
Sicurezza del Kazakhstan, molti sono stati denunciati e decine di
persone sono già state arrestate, tra di loro molti lavoratori e
attivisti che hanno partecipano allo sciopero iniziato il 17 maggio,
nonché i leader del partito di opposizione ‘Alga’ (‘Avanti’) – Vladimir
Kozlov, Ayzhangul Amirov, Ruslan Simbinov, Serik Sapargali, così come il
caporedattore del giornale indipendente, ‘Vzglyad’ (‘Punto di vista’) ,
Igor Vinyavski. Tutti gli arrestati, così come decine di persone a cui é
vietato viaggiare sono stati incriminati in base a diversi articoli del
codice penale: articolo 164 ‘incitamento alla discordia sociale’, 241
‘organizzazione di disordine di massa’ e 170 ‘richiesta di rovesciamento
dell’attuale sistema costituzionale’. Da parte nostra siamo, dal 7
ottobre, in visita prolungata in Russia, dove abbiamo avuto modo di
scambiare le esperienze con le organizzazioni sindacali e i media che
sostengono i lavoratori del petrolio in sciopero a Mangistau e il nostro
sindacato in Kazakhstan. Questa estate nel nostro paese è stato aperto
un procedimento penale contro di noi su iniziativa delle autorità locali
in virtù dell’articolo 327 del codice penale. Ma per il momento il
procedimento è stato sospeso e dovrebbe essere annullato a causa di
un’amnistia annuciata dal Governo. Tuttavia, come abbiamo appreso dalle
nostre fonti, contro di noi è stata fabbricata una nuova incriminazione,
ai sensi dell’articolo 164 del codice penale (‘incitamento alla
discordia sociale’). In realtà si tratta di un tentativo di incolpare
noi e l’opposizione per i tragici eventi del 16-18 dicembre dello scorso
anno in Mangistau. Questa è la ragione per cui l’ex comandante militare
a Zhanaozen è venuto in visita a Mosca per organizzare il nostro
arresto e lil successivo trasferimento ad Aktau. Temiamo che il nostro
arresto possa essere fatto in segreto e realizzato sotto forma di un
rapimento, senza che sia stato spiccato alcun mandato di cattura
internazionale, né alcuna verifica dei presupposti giuridici per
l’estradizione. Qualcosa di simile è già stato fatto da i servizi
speciali uzbeki e tagiki contro gli oppositori e i dissidenti che erano
nella Federazione Russa. Noi siamo semplicemente impegnati nel difendere
i diritti dei nostri concittadini Allo stesso modo vi assicuriamo che
siamo in Russia legalmente e non abbiamo infranto nessuna legge locale
del paese. Siamo solo impegnati nella difesa dei diritti dei nostri
concittadini, violati dalle autorità kazake nel nostro paese. Vi
chiediamo aiuto e di organizzare una campagna in nostra difesa nel caso
di un arresto illegale o di un rapimento da parte dei servizi segreti
kazaki sul territorio della Federazione Russa. Cordiali saluti, Esenbek
Ukteshbaev e Ainur Kurmanov Presidente e Vicepresidente della
Federazione sindacale Zhanartu
Modello di lettera di solidarietà
ad Ainur e Esenbek Abbiamo letto la dichiarazione fatta da Esenbak
Ukteshbayev e Ainur Kurmanov, secondo cui la loro sicurezza personale è
in pericolo. Entrambe pensano che ci sia una aperta collaborazione tra i
servizi segreti russi e kazaki. Pensano inoltre che il regione di
Nazarbayev stia cercando di arrestarli e di accusarli di aver provocato
il massacro di Zhanaozen il 16 dicembre scorso. Ma l’intera
responsabilità di questo massacro pesa sulle forze di sicurezza dello
Stato del Kazakhstan, che hanno sparato su una manifestazione inerme,
come testimoniato da numerose immagini circolate nei mesi scorsi e de
reportage giornalistici. Ogni tentativo di rapire o arrestare Esenbek e
Ainur sia sul territorio della Federazione russa che in Kazakhstan verrà
condannato in tutto il mondo e se qualcosa accadrà loro i regimi di
Nazarbayev e di Putin verranno considerati pienamente responsabili.
Chiediamo che né loro né il loro movimento sia soggetto a intimidazioni e
alla continua minaccia di arresto o rapimento. Le adesioni possono
essere inviate ai governi russo e kazakho anche attraverso il sito della
campagna internazionale di solidarietà:
http://campaignkazakhstan.org/index.php/defend-zhanartu-leaders-email-protest/emailpopuppage/
e vi chiediamo di inviare la vostra adesione in
copia:info@controcorrentesinistraprc.org
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