di Redazione RI
L'Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) è un accordo internazionale
che è stato segretamente negoziato tra il 2008 e il 2011. Lo scopo di
questo accordo internazionale è quello di definire rigide norme per
l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. In particolar
modo stabilisce un comune quadro giuridico internazionale per la
tracciabilità delle merci contraffatte, ma anche dei farmaci generici e
della violazione del ‘diritto’ di copyright su Internet. L'accordo è
stato firmato nell'ottobre 2011 da Australia, Canada, Giappone,
Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e USA. Nel gennaio del
2012, l'Unione Europea ha ratificato in grande fretta l’accordo. La sua
natura segreta ha escluso i gruppi organizzati della società civile, gli
utenti, ma anche i paesi in via di sviluppo dalla negoziazione. Secondo
le argomentazioni dei difensori di questo accordo, esso rappresenta la
migliore risposta comune ‘all’aumento incontrollato e criminale del
commercio mondiale di merci contraffatte protette dalle leggi sul
copyright’.
Dal punto di vista degli interessi materiali dei proprietari dei
brevetti e dei copyright si tratta quindi di un ottimo accordo, che è
stato imposto da alcune grandi società come la MPAA per difendere e
tutelare il monopolio e i profitti vertiginosi dell’industria del
divertimento. ACTA è il risultato dell’intensa attività di lobbying dei
giganti dell’industria sui governi. Oltre a dimostrare la rapacità e
l’arroganza di queste società, l’accordo rappresenta una nuova evidente
dimostrazione del servilismo da parte delle istituzioni internazionali
nei confronti del grande capitale, che detta letteralmente legge anche
nel campo della produzione intellettuale. Aldilà della 'protezione del
diritto d'autore' e della proprietà intellettuale è chiaro che lo
scambio sistematico di informazioni su Internet può essere utilizzato
per altri fini, tra cui la censura e la repressione politica. Questo sta
già succedendo in al-cuni paesi, in cui l'accesso a determinati
contenuti, parole chiave o siti web è bloccato. Nel 2011, nella sola
Germania 200mila persone sono state monitorate, avvertite o addirittura
inquisite per aver scaricato musica, film ecc. I dati di decine di
migliaia di utenti sono già stati raccolti, ma fino ad oggi solo i
fornitori di film-streamingsono stati portati in tribunale. Oggi però la
stessa sorte potrebbe toccare ai consumatori. E così, mentre le
multinazionali accumulano miliardi di euro di profitti distribuendo la
musica e i film, i giovani e i lavoratori che non possono permettersi di
acquistare questi beni diventati ormai quasi 'beni di lusso', vengono
criminalizzati e perseguiti.
Dal punto di vista degli interessi popolari questo accordo va letto come
il più grande attacco mai tentato contro il libero accesso alla
produzione intellettuale. Se dovesse essere applicato, ACTA costringerà
gli internet provider a controllare gli utenti e i loro data base sulle
base delle cosiddette leggi sul copyright. Gli utenti che violeranno i
diritti d'autore potranno essere disconnessi da Internet. In questo modo
i proprietari di copyright avranno la possibilità di interrompere la
condivisione di alcuni contenuti. Concretamente, questo significherebbe
la fine dei social networkse dei siti come Youtube e Facebook. L’accordo
non si limita a limitare il diritto all’informazione e all’utilizzo
della ‘proprietà intellettuale’, ma contiene anche un insidioso attacco
al diritto alla salute e all'indipendenza alimentare. Infatti, i farmaci
generici potranno essere vietati poiché si basano sull’uso di sementi
protetti da brevetti. Queste misure sono destinate esclusi-vamente a
tutelare gli interessi delle multinazionali farmaceutiche e
agroalimentari come la Monsanto.
L’11 febbraio scorso è stata organizzata, partendo da una petizione
online che ha già raccolto più di 2 milioni di adesioni, una giornata
internazionale di azione contro ACTA. Nel nostro paese non c'è stata una
grande adesione, ma molti paesi d’Europa sono stati travolti da
manifestazioni spontanee e imponenti. Decine di migliaia di manifestanti
si sono riuniti ai quattro angoli del globo per dire di no alle semenze
protette da copyright, alla messa al bando dei farmaci generici, alla
censura di Internet; alle restrizioni della libertà di espressione; alla
sorveglianza totale di tutte le nostre attività online; alla perdita
della libertà e dei diritti civili. In Polonia, si è svolta contro ACTA
la più grande manifestazione dalla caduta della dittatura stalinista
nel 1989. In Germa-nia sono stati organizzati cortei e manifestazioni in
55 città. A Monaco di Baviera e a Berlino hanno sfilato
com-plessivamente in più di 50mila. In Austria si sono svolte
manifestazioni nelle principali città tra cui Vienna e Graz.
manifestazioni in Europa orientale sono state particolarmente
impo-nenti. Molti erano giovani alle prese con le prime esperienze di
lotta. Ciò è molto significativo: attraverso le mobi-litazioni contro
ACTA una nuova generazione di giovani si è radicalizzata e sta
mobilitando amici e compagni di scuola. E' una preziosissima esperienza
di movimento e sarà un fattore determinante che in futuro potrebbe
permettere a questi lavoratori di domani di maturare la coscienza che la
lotta per la difesa dei diritti all’opposizione è anche la lotta contro
il capitalismo che trasforma tutto in merce, dai nostri divertimenti al
nostro lavoro.
A causa delle proteste di massa in alcuni paesi il processo di ratifica
si è momentaneamente arrestato. Dopo la firma da parte dell'UE e di
molti dei suoi stati membri l’eurodeputato bri-tannico David Martin, uno
dei relatori del trattato, è stato costretto alle di-missioni. Si era
spinto addirittura a di-chiarare che 'i benefici previsti da que-sto
accordo internazionale sono di gran lunga superiori alle potenziali
minacce per le libertà civili'. Ciononostante il movimento 'Anonymous'
ha riferito che la Commissione Europea sta cer-cando di rinegoziare
dietro le quinte una nuova versione dell’accordo chia-mato IPRED
(Intellectual Property Rights Enforcement), che conterrà
so-stanzialmente le stesse misure. Se do-vessero proseguire per questa
strada, ci saranno proteste di massa in Italia e sarà necessario
informare della gravità di questi provvedimenti, organizzare la lotta,
legarla alla necessità di superare un sistema dominato dai grandi gruppi
che controllano informazione e web.
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