sabato 16 gennaio 2010

Bologna. Lavoratori di Phonemedia in lotta. Le nostre proposte.

Il più grande call center d’Italia in fallimento: 10000 posti di lavoro a rischio. La riposta dei lavoratori!
di Linda Schuetz

Dopo mesi senza stipendio i lavoratori di Phonemedia hanno occupato i call center ed hanno organizzato proteste. Ci sono state altre manifestazioni e occupazioni anche alla Agile dove 1.200 posti di lavoro sono già stati soppressi. Omega, proprietario di entrambi i gruppi è stato messo nella gestione dalla condizione italiana. Omega, la compagnia proprietaria di queste due call center è stata commissariata.
Con 5.200 operatori in 12 città, Phonemedia è il più grande call center d'Italia. L'azienda inoltre opera anche in Albania, Romania ed Argentina.
Phonemedia offre un servizio di assistenza clienti e telemarketing ad aziende private, ma lavora anche per il settore pubblico. In Piemonte ad esempio, gestisce le prenotazioni e il servizio dell’A.S.L. regionale.
Phonemedia è cresciuta velocemente comprando altre aziende del settore. Ciò è stato possibile solo sfruttando i lavoratori. Circa la metà dei lavoratori hanno contratti precari e l'amministrazione ha generato un terribile clima di pressione e oppressione che è stato descritto dai lavoratori in vari blog della rete. La comunicazione dall'amministrazione al personale o ai sindacati è sempre stata molto scarsa.
La crescita veloce è stata parzialmente finanziata da fondi pubblici. Infatti Phonemedia ha beneficiato di “incentivi” dal fondo regionale POR e dall’Unione Europea.

Di male in peggio

Quando l'azienda ha cominciato ad avere problemi finanziari nel dicembre 2008, il pagamento degli stipendi è stato sostituito da un pagamento in due rate – pagate in modo molto irregolare. I contributi pensionistici erano sottratti dagli stipendi ma mai versati nei rispettivi fondi pensione.
Nel luglio 2009 il proprietario, Fabrizio Cazzago, ha venduto Phonemedia ad OMEGA, un'azienda quotata in borsa. La Omega e il suo proprietario, Sebastiano Liori, hanno una cattiva reputazione per gli acquisti e i “salvataggi” di aziende in difficoltà come Omega o Agile.
Omega dovrebbe essere controllata da Restform Limited. Tuttavia, secondo l’indagine fatta da Annozero, la sede generale di Restform Limited, a Londra, è vuota, l’identità del rappresentante legale è poco chiara, e non è improbabile che la compagnia sia coinvolta in attività mafiose.
Omega ha circa 10.000 impiegati in Italia, di cui 1.200 sono già stati licenziati, è inoltre proprietaria di Agile (precedentemente Eutelia) che impiega circa 2.000 persone sul territorio nazionale. La stragrande maggioranza di questi lavoratori non sono stati pagati per gli ultimi mesi ed ovviamente i contributi sociali non sono stati versati. A dicembre lo Stato ha finalmente preso posizione per il commissariamento.
Inoltre, nel caso Phonomedia era evidente che non era in programma che questa azienda continuasse la propria attività – il pagamento degli stipendi è diventato sempre più irregolare ed i lavoratori sono stati letteralmente invitati a licenziarsi. In alcuni casi, l’azienda non mandava ai lavoratori i documenti necessari (come le prove di pagamento dei contributi sociali) fino a costringerli a recidere dai loro contratti.
Anche se Phonemedia era in una condizione evidente di crisi, ciò non mai è stato formalmente dichiarato, impedendo così l’apertura dei dialoghi con sindacati e istituzioni.
Nessun lavoratore di Phonemedia è stato licenziato, quindi nessuno di loro può chiedere la disoccupazione.

La reazione della classe lavoratrice

La risposta dei lavoratori è stata di combattere fino all’ultimo. Dallo scorso novembre la maggioranza dei lavoratori di Phonemedia sono in sciopero illimitato. Vari call centre, come quello di Casalecchio di Reno, sono stati occupati da un centinaio di lavoratori. A Pistoia 650 lavoratori hanno occupato il call centre ed hanno organizzato proteste e manifestazioni davanti al Comune, alla Provincia e alla Regione.
Questa battaglia è molto significativa perché si tratta di un settore letteralmente sotto pagato, precario sia dal punto di vista delle condizioni di lavoro che di contratto, e dove spesso non esiste nessun tipo di organizzazione o rappresentanza sindacale. In questo settore lavorano sempre più giovani e donne.
Gli effetti della crisi stanno piombando pesantemente sul paese e la lotta di questi lavoratori può diventare un esempio per tutto un intero settore che non ha la tradizione di lotta dei lavoratori dell'industria.
Tuttavia è necessario porre l'attenzione sulle debolezze di questa lotta. La reazione dei dirigenti sindacali è stata del tutto insufficiente. Avrebbero dovuto unire i lavoratori in lotta e coordinarli per una battaglia comune. I sindacati avrebbero dovuto creare forti legami tra i lavoratori delle varie aziende, in modo da poter scambiare le esperienze, incoraggiarsi, e discutere la pianificazione della lotta e di in piano aziendale alternativo. Invece, la risposta dei dirigenti sindacali è stata più che mai debole: hanno al contrario accolto le risposte dei padroni di Phonemedia e delle istituzioni chiedendo il commissariamento. Nelle varie aziende i rappresentanti sindacali non hanno incoraggiato la lotta per salvare tutti posti di lavoro, ma presentato il commissariamento come il miglior risultato che si potesse ottenere.
Di conseguenza alcuni lavoratori hanno cominciato a contare solo su loro stessi, cercando di recuperare i loro stipendi individualmente, per vie legali. Esistono anche certe illusioni nelle istituzioni e in certi politici come Di Pietro.
Il Partito della Rifondazione Comunista ha reagito in ritardo ed ha avviato una bizzarra campagna di solidarietà: vendere arance per creare un fondo per i lavoratori di Phonemedia ed Agile, invece di calarsi nell'arena della lotta politica.

Verso un programma di lotta.

Noi di Resistenze Internazionali siamo intervenuti nella lotta, portando avanti le seguenti proposte per fare avanzare la lotta:

- Organizzarsi per coinvolgere tutti i lavoratori ed estendere la lotta. Abbiamo discusso anche la necessità di organizzare un’assemblea generale settimanale, per dibattere delle rivendicazioni e della strategia di lotta. Abbiamo proposto la creazione di un comitato di lotta, eletto dall’assemblea e revocabile in ogni momento.

- Abbiamo sottolineato l’importanza di uscire dalle proprie aziende per creare una pressione pubblica e unire e coordinare le diverse sedi di Phonemedia e i lavoratori di Agile. Abbiamo suggerito di organizzare una campagna di solidarietà, prendendo esempio della vittoriosa lotta della INNSE, dove abitanti della zona, attivisti,amici e parenti dei lavoratori hanno organizzato un comitato di solidarietà che ha avuto un ruolo importante in quella occupazione.

- Abbiamo sostenuto la necessità di lottare per la difesa di ogni posto di lavoro, e per una trasparenza del processo di commissariamento, dove lavoratori eletti dall’assemblea devono esigere di partecipare attivamente ai processi decisionali. Se l’apertura dei libri contabili della compagnia dimostrasse che effettivamente Phonemedia ed Agile non sono in grado di continuare l’attività, allora devono essere nazionalizzate sotto il controllo democratico e la gestione dei lavoratori.

Adesso che Omega è sotto commissariamento, i lavoratori pensano che la lotta sia finita, tuttavia, possiamo continuare a mandar loro messaggi di sostegno e solidarietà a :

rsuphonemedia@gmail.com, segreteria.nazionale@slc.cgil.it

e mettendo in copia a: lottacwi@hotmail.it

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