martedì 2 marzo 2010

Venezuela: Una nuova fase e maggiori pericoli.

Verso quale direzione?
L'avvento al potere di Hugo Chavez nel 1998, ha rappresentato una svolta importante nella situazione mondiale. E' stato il primo governo a salire al potere che non ha abbracciato le idee del neo-liberalismo spietato, che ha contraddistinto tutti i governi dell'area latinoamericana nel decennio '80 - '90.
di Alejandro Rojas, CWI

L'avvento al potere di Chavez rappresenta un passo avanti positivo.Il regime ha promulgato una serie di riforme popolari, in particolare nel settore della salute e dell'istruzione, che i lavoratori in Venezuela e il CWI hanno sostenuto con entusiasmo.
Le politiche radical-populiste emanate da Chavez hanno rapidamente suscitato l'ira dell'imperialismo americano e della borghesia venezuelana, che ha cercato di rovesciarlo. La lotta in Venezuela è passato attraverso diverse fasi e differenti situazioni.

Ora è entrata in una fase nuova e più critica. Inzialmente Chavez parlava solo di una "rivoluzione bolivariana". Sono stati varati tutta una serie di importanti programmi di riforme. Le "Misiones" nel settore della sanità (Barrio Adentro) e nell'istruzione (Mision Robinson) sono state particolarmente popolari. Un milione di venezuelani sono usciti dall'analfabetismo, e milioni di persone hanno visto un medico per la prima volta. In tre milioni hanno avuto accesso alla scuola primaria e secondaria. Oltre due milioni di ettari di terra sono stati distribuiti alle cooperative contadine da quando Chavez è salito al potere nel 1998. Queste riforme e altri aspetti del suo programma hanno portato rapidamente il suo regime al conflitto aperto con l'oligarchia che era precedentemente al potere e l'imperialismo degli Stati Uniti.

Il tentativo di colpo di stato del 2002 e poi la "serrata" dei padroni tra il 2002 e il 2003 sono stati accompagnati da una serie di sabotaggi, che hanno provocato carenza di materie prima e sconfitte elettorali. Tutti questi tentativi di "golpe" sono stati sconfitti grazie al massiccio e spontaneo movimento indipendente delle masse sviluppatosi dal basso. La sconfitta di questi intenti controrivoluzionari rappresenta una vittoria importante.


Le 2005, spronato da questi eventi e dalla pressione delle masse povere e dei lavoratori, Chavez è andato oltre e per la prima volta ha dichiarato che l'obiettivo della rivoluzione bolivariana era divenuto quello di costruire "il socialismo del 21°Secolo". Questo, per la prima volta dalla caduta del muro di Berlino, ha posto ancora una volta la questione del socialismo all'ordine del giorno politico e ha rappresentato un positivo passo avanti.

Tuttavia, una cosa è parlare di socialismo, altra cosa è capire quali programmi e metodi sono necessari per realizzarlo. I marxisti hanno anche la responsabilità di mettere in risalto e discutere le debolezze, le carenze e i pericoli che sono presenti in ogni movimento e che possono rappresentare un ostacolo alla sconfitta del capitalismo. E' necessario aiutare i lavoratori e i socialisti a trovare la strada giusta per far avanzare la lotta e portare a compimento la rivoluzione socialista. Accogliamo con favore anche commenti e critiche da parte dei lavoratori venezuelani sulle lotte dei lavoratori in altri paesi.

Il CWI ha accolto con favore i passi avanti fatti in Venezuela. Ma ha anche messo in guardia il movimento contro i pericoli controrivoluzionari e la reazione, a causa delle carenze nel programma, nel metodo e nell'organizzazione della classe operaia. A differenza di altri a sinistra, abbiamo evitato di cadere nella trappola dell'opportunismo diventando ad esempio semplici "sostenitori" e consulenti di Chavez o in alternativa, di attaccare Chavez in maniera personale e settaria.

La minaccia controrivoluzionaria è presente, perchè il capitalismo purtroppo non è stato sconfitto e sostituito da una pianificazione socialista e democratica della produzione basata sulla creazione di una genuina democrazia operaia e contadina. Si è aperta una nuova fase in Venezuela, che presenta nuovi pericoli nella lotta per il socialismo.

L'incapicità di sconfiggere il capitalismo vede ora una serie di attacchi contro i programmi di riforma e la classe operaia. La nuova borghesia che si è formata sulle spalle del movimento e la continua espansione dell'apparato burocratico, dove alligna la corruzione, sono sempre più in conflitto con la classe operaia e contro la lotta per la rivoluzione.

Usando una "retorica socialista", la burocrazia e questa nuova borghesia emergente stanno adottando, ancora una volta, metodi repressivi contro la classe operaia e contro coloro che mettono in dubbio o contestano il regime.

Il CWI ha sostenuto in molte occasioni che una delle lacune più gravi della situazione in Venezuela è la mancanza di una organizzazione cosciente e indipendente della classe lavoratrice, che si ponga alla testa della lotta per la rivoluzione socialista. Il movimento bolivariano è stato messo in scacco, senza un controllo cosciente da parte della classe operaia. Questo ha prodotto l'utilizzo sempre più massiccio di metodi repressivi burocratici ed amministrativi contro la classe lavoratrice e coloro che contestano il regime da sinistra.

Questi due elementi - il predominio del capitalismo e i metodi repressivi burocratici - sono stati rafforzati nell'ultimo periodo. Il processo rivoluzionario che si è sviluppato, sopratutto dopo il tentato colpo di Stato e la "serrata" del 2002-2003 è in una fase di stallo in questa congiuntura. Se un processo rivoluzionario non avanza e si sviluppa, in ultima analisi può iniziare a corrodersi e marcire.

Purtroppo questa minaccia si sta iniziando a sviluppare in Venezuela. Il sostegno a Chavez è seriamente compromesso. Anche l'idea del socialismo sta cominciando a screditarsi in una parte della società dovuta all'incapacità di portare avanti la rivoluzione. Questa è una svolta qualitativa che alimenta la minaccia di una controrivoluzione che tuttavia, in parte, viene guidata dall'interno del movimento chavista stesso.

La "boli-borghesia"

Questa comprende settori della vecchia casta riconvertita al chavismo, e che si stanno arricchendo e ottenendo enormi benefici da tutto il processo. A questi si aggiungano i "nuovi ricchi". Oggi il termine Boli-Borghesia è un luogo comune nel moderno Venezuela. Vi è un forte raffronto con il processo che si è avuto in Sud Africa, dove una parte dell'ANC (African National Congress) si era arricchita dopo la caduta del regime di apartheid. Sono diventati una nuova classe medio-alta e anche parte dalle classe capitalista. Questo processo è in fase avanzata, in nome del "socialismo", oggi in Venezuela. Vi è anche un'organizzazione costituita da "imprese socialiste" - società che si dichiarano socialiste, ma operano come imprese capitaliste!

Questo settore comprende gente come Ricardo Fernandez Barruesco, che ha cominciato nell'industria alimentare ma ha diversificato i suoi affari ed è ora proprietario del Banco Canarias, Banco Bolivar e molti altri. Ci sono anche membri della nuova classe dirigente, come Wilmer Ruperti. Un decennio fa era uno dei tanti "uomini d'affari". Oggi è un miliardario dell'industria dei trasporti.Ha fatto la sua fortuna durante la "serrata" padronale mettendo a disposizione le sue petroliere per rompere lo sciopero ed esportare petrolio per il governo. Per questo è stato ampiamente ricompensato grazie ai lucrosi contratti con la compagnia petrolifera statale PVDSA. Anche se una parte di questo comparto ha trattato per riconciliarsi con Chavez, esistono settori della vecchia borghesia e della destra che continuano a lavorare per sconfiggerlo.

L'ascesa della "Boli-Borghesia" è destinata probabilmente a proseguire nel prossimo periodo. Chavez, a fronte di un'economia in declino e al calo della produzione industriale previsto del 10,25% nel terzo trimestre del 2009, ha fatto appello all'aiuto del settore privato per aiutarlo nel rilancio dell'econimia in crisi. Dopo aver individuato 54 problemi che devono essere risolti per far risalire l'economia, ha fatto appello alle banche private - tra le più ricche dell'America Latina - a contribuire a stimolare l'economia attraverso l'aumento del credito al commercio (tratto da Ultimas Noticias del 22/9/09)

Mentre alcune delle nazionalizzazioni effettuate dal governo hanno ricevuto ampio risalto a livello internazionale, in realtà la maggior parte si sono risolte in joint venture, chiamate "imprese miste". In generale, l'obiettivo della politica economica del governo Chavez è stato quello di aumentare l'intervento statale, rimanendo nei limiti di una economia mista capitalista - spacciandola per "socialismo".
L'impatto della crisi

All'inizio della crisi economica mondiale in atto, Chavez ha rassicurato tutti dicendo che il Venezuela non ne avrebbe subito gli effetti.

Tuttavia, questo argomento è ormai insostenibile, infatti gli effetti del calo del prezzo del petrolio ha cominciato a ripercuotersi sull'economia. La compagnia petrolifera statale ha incredibilmente aumentato il livello del suo debito del 146% nel 2008! Si stima che la PDVSA debba risarcire i suoi contrattisti una cifra di circa 12 miliardi di dollari. Tutto ciò sta avendo un forte impatto sulla capacità del governo di mantenere fede ai suoi programmati pacchetti di riforme popolari.

La maggior parte delle riforme e dei programmi sociali sono stati finanziati dalla PDVSA. L'aumento del debito della PDVSA sta obbligando il governo a tagliare questi programmi sociali. La spesa sociale è stata ridotta del 58% nel 2008, rispetto al 2007. Anche per il 2009 sono stati previsti ulteriori tagli alle spese statali. Tenendo conto dell'inflazione al 30% - la più alta in America Latina - gli economisti considerano che il valore reale del bilancio per il 2009 sarà più basso del 30% rispetto a quello del 2007.

La cattiva gestione e l'inefficienza burocratica

A questi tagli vanno aggiunte le conseguenze devastanti dei metodi burocratici, la corruzione e l'inefficienza che negli ultimi anni ha seriamente minato anche le popolari "Misiones" - programmi di riforma più popolari come Barrio Adentro (Sanità) e Mision Robinson (la campagna per sdradicare l'analfabetismo), i supermercati statali (Mercal) e il controllo dei prezzi da parte del governo introdotto per i prodotti di prima necessità.

Gli ambulatori gestiti dal Barrio Adentro, che ottennero un ampio consenso popolare, sono attualmente il più delle volte chiusi o non riescono a funzionare correttamente. Le denunce fatte da parte di medici cubani a suo tempo all'Avana sulla crisi esistente nel settore sanitario hanno spinto Fidel Castro a scrivere a Chavez per avvertirlo di come il sistema sanitario non stesse funzionando a dovere. Chavez dichiarò di aver ricevuto una lettera dove Castro protestava contro le inefficienze di Barrio Adentro e che qualcosa doveva essere fatto. E' come se lo stesso Chavez non avesse nulla a che fare con il problema! Ma perchè è dovuto intervenire Castro, ad allertare il governo venezuelano di una crisi nel suo settore sanitario?

Le riforme popolari per la salute, come molti degli altri programmi di riforma dei vari settori, sono imbrigliate nelle maglie della burocrazia e della corruzione proprio per la mancanza di una pianificazione generale. L'introduzione di una pianificazione unitaria del settore sanitario, condotta attraverso il controllo e la gestione democratica dei lavoratori, sarebbe stato un esempio di quello che è necessario per il resto dell'economia.

Purtroppo il settore sanitario sta affondando in una crisi sempre più profonda. L'introduzione di nuovi centri sanitari, che hanno dato la possibilità alle fasce più povere della popolazione di accedere alle cure mediche, è stata accompagnata da stagnazione e tagli al servizio sanitario statale esistente. Al di fuori del sistema degli ambulatori di Barrio Adentro, bisogna pagare una tariffa per ogni consulto medico. La crisi nel settore della sanità sta raggiungendo proporzioni esplosive.

Strutture di base come le cucine e la lavanderia di uno dei più grandi ospedali di Caracas, El Agodonal, sono state chiuse o non funzionano correttamente da anni e stanno causando infezioni e contaminazioni. Una passeggiata attorno nei ditorni dell'ospedale, che venne visitato anche da Che Guevara, dimostra come i cantieri avviati per i lavori di ristrutturazione siano fermi da più di un anno.

Tra il 2007 e il 2009, il governo ha approvato un finanziamento di 2 miliardi di Bolivar (la moneta venezuelana) per la riparazione delle infrastrutture dell'ospedale. Due anni più tardi non c'è un solo progetto che sia stato completato più del 30%. Questo ha un effetto diretto sul funzionamento dell'ospedale stesso. El Algodonal funziona al 30% delle sue capacità.

Nonostante il numero di medici cubani inviati nel paese, vi è ancora un deficit del 30% dei medici a livello nazionale.

E' la mancanza di un vero e proprio sistema di controllo democratico e della gestione da parte dei lavoratori e il conseguente cancro della corruzione e della burocrazia che compromettono l'efficacia dei programmi di riforma. Con Chavez, c'è stata una crescita esponenziale della burocrazia statale. La recente riorganizzazione del governo dimostra come questo sia composto da 6 vice-presidenti! Lo stato impiega oggi oltre 2 milioni di persone su una forza lavoro attiva di oltre 12 milioni di persone. Anche il numero degli amministratori dello stato si allargato a dismisura. Il numero di amministratori che lavorano per la compagnia petrolifera statale PDVSA è aumentato del 266% rispetto al 2002. La compagnia elettrica nazionalizzata impiega circa 42.000 lavoratori, suddivisi in 200 servizi di gestione separati!

I progetti di infrastrutture che avvia il governo con molta frequenza non vengono portati a termine a causa della cattiva gestione e della corruzione della burocrazia. A questa lista si aggiungano anche i tagli all'elettricità e all'acqua.

Sorprendetemente questo è un paese,grazie ai suoi tanti fiumi, con un grande potenziale per poter sviluppare forniture d'acqua ed elettriche più che dignitose. Chavez dice che i tagli sono la conseguenza dei cambiamenti climatici. In realtà, sono un monumento alla mancanza di seri investimenti nell'infrastruttura da quando Chavez è salito al potere, e nei decenni precedenti. La soluzione di Chavez: la doccia in 3 minuti! Un minuto per bagnarsi, un minuto per insaponarsi e un minuto per risciacquarsi! E questo supponendo che si possa accedere ad una doccia che funzioni!

Anche il programma limitato della riforma agraria è stato influenzato dalla crescita della burocrazia e dalla mancanza di investimenti in macchinari che i lavoratori della terra e i contadini potessero permettersi. Dal 1999, lo Stato ha espropriato circa 2,5 milioni di ettari di terreno. Nel 1999, la quantità di carne prodotta ogni mese è stata di 17,4 chili pro capite. Questo è stato sufficiente a soddisfare la quasi totalità del mercato nazionale. La produzione nel 2009 dovrebbe calare ad appena 7,8 chili al mese - circa il 38% della domanda. Ciò ha costretto lo Stato ad importare il 50% della carne consumata in Venezuela.

La classe operaia è disposta indubbiamente ad accettare sacrifici e addirittura una riduzione del tenore di vita per un breve periodo di tempo, se necessario, a determinate condizioni. Un esempio è la situazione che si ebbe durante la Rivoluzione russa del 1917, quando la rivoluzione venne minacciata e isolata, dall'intervento di 21 eserciti dell'imperialismo che volevano schiacciarla. Tuttavia, perchè la classe operaia accetti queste difficoltà deve essere convinta della necessità di difendere la rivoluzione socialista e che i dirigenti e gli attivisti siano preparati agli stessi sacrifici. Quando aumentano le diseguaglianze, la corruzione e la ricchezza di una parte della popolazione, i lavoratori non accettano gli attacchi e i tagli ai loro livelli di vita. La continua povertà di massa che esiste a Caracas, la corruzione, e la mancanza di un chiaro programma per far avanzare la rivoluzione si riflette nell'aumento del crimine e della violenza che è tra i più alti dell'America Latina.

Il CWI ha valutato l'introduzione dei programmi di riforma come un passo avanti positivo. Tuttavia, abbiamo anche specificato che sino a quando il capitalismo non verrà rovesciato e introdotto un sistema di vera democrazia dei lavoratori e contadini, questi programmi non potranno essere rispettati e sviluppati. Già ora, questi programmi sono in una fase di stallo dovuto all'impatto di una crisi economica che ancora non ha toccato il fondo.

E' formale anche il controllo dei prezzi introdotto da Chavez, spesso non c'è nessuna relazione con i prezzi reali. I famosi supermercati Mercal hanno alzato i prezzi di molti prodotti di prima necessità. Il prezzo del riso è aumentato del 29%, il latte del 68% e la pasta del 78%. Anche se questi supermercati statali offrono prezzi molto bassi, questi aumenti stanno colpendo direttamente le fasce più povere della popolazione. Ironia della sorte, 20 anni dopo la caduta del muro di Berlino, la carenza di prodotti, gli scaffali vuoti e le code davanti ai supermercati Mercal ricordano gli ex regimi stalinisti dell'Europa orientale e dell'ex URSS. Non è raro dovere cercare in 4 o 5 negozi per trovare del latte. Senza una vera pianificazione democratica dell'economia la penuria di merci è inevitabile.

In parte, tali carenze sono il prodotto anche del sabotaggio economico delle aziende capitaliste. Tuttavia, in parte sono anche il prodotto della burocrazia, della cattiva amministrazione e della corruzione.

Durante il governo di Allende in Cile, tra il 1970 e il 1973, la carenza di alcuni beni primari fu dovuta al sabotaggio e al boicottaggio organizzato dai padroni, che stavano preparando il terreno per un golpe militare contro il governo. In Cile, le conseguenze della carenza di merci vennero in parte superate grazie alle organizzazioni democratiche dei lavoratori e popolari che esistevano all'epoca. I comitati di fabbrica, i Cordones - e le Juntas de Abstecimento y Preicios che si formarono nelle baraccopoli - si occupavano della ditribuzione del cibo sulla base delle necessità e della disponibilità. La speculazione sui prezzi venne controllata temporaneamente dai JAP , che stabilirono i prezzi dei prodotti di prima necessità. Sfortunatamente, questo tipop di organizzazioni non esistono in Venezuela. Tali organizzazioni sono necessarie per affrontare la carenza di merci causata dalla corruzione e dall'inefficenza della burocrazia.














La storia insegna - la classe operaia deve prendere il potere!

Il regime di Chavez si scontra con una contraddizione insanabile, che nasce dal tentativo di introdurre e mantenere riforme senza abbattare il capitalismo e senza introdurre una economia pianificata in modo democratico e socialista. Noi marxisti sosteniamo tutte le riforme che vanno a beneficio della classe operaia e dei poveri. Tuttavia, sotto il capitalismo tutte le riforme e le concessioni conquistate saranno sempre in pericolo e potranno essere eliminate in qualsiasi momento. Il capitalismo non può permettersi e non accetterà mai un programma permanente di riforme. Questo è stato ampiamente dimostrato durante i movimenti rivoluzionari di massa che agitarono il Messico nel decennio 1910-1920 e la Bolivia nel 1952. In entrambi i casi, la mancata sconfitta del latifondismo e del capitalismo vanificò le conquiste e le riforme ottenute durante le rivoluzioni. Lo stesso processo si sta svolgendo in Venezuela.

Questa contraddizione è stata accentuata in Venezuela dai metodi impiegati sin dall'inizio di questa "rivoluzione". Questa è stata "realizzata" in modo gerarchico, utilizzando metodi amministrativi e burocratici, e senza la supervisione e il controllo dal basso di un' organizzazione cosciente e indipendente della classe operaia e delle masse.

Questa strategia è stata applicata da Chavez sin dall'inizio e rispecchia il suo passato militare e la mancanza di un movimento della classe operaia e dei poveri, organizzato, indipendente e cosciente. Il meglio delle tradizioni della classe operaia di ciascun paese devono essere unite, in un movimento rivoluzionario, con il programma e i metodi necessari per sconfiggere il capitalismo. Allo stesso tempo, è necessario supeAllo stesso tempo, è necessario superare eventuali carenze e lacune esistenti. Una rivoluzione socialista non può essere portata a compimento, dissimulando o negando i problemi e gli ostacoli che esistono.

In Venezuela, a differenza del Cile, della Bolivia o in Brasile, storicamente l'organizzazione sindacale e politica della classe operaia è stata molto debole. La prima vera Federazione Sindacale del Venezuela, la CTV, si costituì solo nel 1936 e iniziò a funzionare soltanto negli anni '50. Il Partito Comunista si formò nel 1931 - in condizioni di clandestinità e stalinista sin dalla nascita. Non si sono distinti dirigenti storici come Luis Emilio Recabarren in Cile, che svolse un ruolo centrale nella costruzione di un movimento operaio indipendente, fondando numerosi periodici operai, contribuendo a costruire i sindacati e il Partito Comunista, e che andò in Russia ad assistere al congresso dell'Internazionale Comunista, incontrando e discutendo con Lenin e Trotsky.

Tale debolezza è stata uno dei fattori che ha permesso a Chavez e dei suoi sostenitori di assumere la leadership del movimento dall'inizio degli anni '90. Questo punto è stato ben illustrato dallo storico dirigente della guerriglia venezuelana di sinistra, Douglas Bravo, che collaborò con Chavez. Lo scrittore britannico, Richard Gott, nel suo libro "All'ombra del Libertador" cita Douglas Bravo, che racconta un incontro con Chavez. Discutevano la questione di uno sciopero generale e l'avvio di una rivolta contro il vecchio regime. Scrive Gott: "Questo è esattamente ciò che Chavez non voleva. In nessun modo. Chavez non voleva che i civili partecipassero come una forza influente."

In recenti discussioni a Caracas con lo stesso autore, Bravo è andato oltre spiegando come Chavez fece tutto il possibile per evitare il coinvolgimento attivo delle masse. Nel 1992, Chavez lanciò una ribellione militare radical populista, che venne sconfitta. Secondo Bravo, nel corso della riunione menzionata da Gott, parteciparano varie organizzazioni studentesche, civili e giovani ufficiali dell'esercito come Chavez. Per l'8 Febbraio venne fissata la data per una rivolta comune di civili e militari. Ma, per evitare di coinvolgere la popolazione "civile", Chavez organizzò il suo fallito golpe militare un giorno prima!

Sfortunatamente, l'esperienza guerrigliera e gli avvenimenti nazionali e internazionali hanno spinto Bravo a rinunciare al marxismo e ad abbracciare la "sinistra umanista" come alternativa al regime di Chavez.

L'appoccio militarista del movimento bolivariano è stato una delle sue caratteristiche, da quando Chavez è salito al potere. Il CWI ha messo in guardia , in numerosi articoli e documenti, sulle conseguenze di questo pericolo.

Ad esempio, abbiamo dichiarato che: "...senza il controllo democratico della classe operaia, questi settori dell'apparato militare che si trovano a dirigere possono inevitabilmente sviluppare tendenze amministrative e burocratiche che possono sfociare nell'autoritarismo. Senza una chiara comprensione del ruolo della classe operaia nella rivoluzione e senza esserne soggetti alla sua supervisione e al suo controllo democratico, anche gli ufficiali con le migliori intenzioni possono sviluppare la tendenza ad imporre dall'alto la loro volontà alla classe lavoratrice." (da "I marxisti rivoluzionari e la Rivoluzione Venezuelana", 2004).

Oggi, l'apparato repressivo del partito e dello Stato hanno cominciato ad usare tutto ciò direttamente contro diversi settori dei lavoratori che sono in lotta a difesa dei salari, delle condizioni di lavoro e dei diritti democratici.

Repressione e metodi di stampo stalinista

Purtroppo, la macchina statale guidata da Chavez sia sul fronte sindacale che politico ha iniziato ad utilizzare forme di repressione stalinista contro la classe operaia e tutti coloro che criticano da sinistra il governo. Con il pretesto di difendere la "rivoluzione socialista" le critiche di sinistra sono state denunciate come "controrivoluzionarie" o come "agenti dell'imperialismo, della CIA e del MI5 (il servizio segreto britannico)". All'interno del PSUV, Partito Socialista Unito del Venezuela, questo è un attacco frequente utilizzato dalla burocrazia contro coloro che pongono la questione di un autentico controllo dei lavoratori, che parlano contro la corruzione o citano Trotsky. Ad esempio, un dirigente del PSUV durante una riunione ha detto ad un membro del CWI che gli era permesso parlare di "Chavez, Fidel, Che e Mao, ma non del controrivoluzionario Trotsky". E questo nonostante l'elogio di Trotsky fatto da Chavez in un suo discorso. Membri di base del PSUV che hanno osato parlare contro la corruzione all'interno del partito sono stati denunciati come "controrivoluzionari".

Questi sono metodi para-stalinisti che ricordano quelli usati dai dirigenti del Partito Comunista durante la Guerra Civile Spagnola. In Spagna, la classe operaia, si oppose alla ribellione fascista di Franco e guidò la rivoluzione, controllando contemporaneamente i 4/5 del paese. Il vecchio stato borghese era a brandelli mentre la classe operaia avanzava verso la rivoluzione. Tuttavia, la classe operaia non riuscì a costituire e stabilizzare il suo proprio stato o prendere il potere completamente nelle proprie mani. La politica degli stalinisti era di frenare la rivoluzione socialista e arrivare ad un accordo con i settori "progressisti" della classe capitalista. Come conseguenza di questa politica, lo stato borghese fu ricostituito, la rivoluzione venne soffocata e il partito fascista di Franco prese il potere. Coloro che si opposero alle politiche del Partito Comunista furono denunciati e spesso fucilati come "controrivoluzionari".

Questa oggi, non è la situazione in Venezuela, però l'uso di metodi quasi stalinisti sono un'ombra di quelli utilizzati durante la Guerra Civile Spagnola dove sia il capitalismo che lo stato borghese rimasero in piedi.

I metodi repressivi sono ora più che mai utilizzati contro la classe operaia quando settori di questa hanno provato ad opporsi con la lotta per difendere i propri diritti. Durante il 2009 abbiamo visto un aumento significativo degli scioperi per difendere il salario, le condizioni di lavoro e i diritti. Secondo alcune stime, ci sono stati più di 400 conflitti di lavoro rispetto ai 12 mesi precedenti. Sono stati coinvolti i lavoratori dell'acciaio, dell'elettricità, delle miniere, dei trasporti, della sanità e molti altri settori. Lo stato ha risposto con metodi repressivi.

Quando i lavoratori della metropolitana di Caracas si stavano preparando ad uno sciopero per difendere il contratto collettivo, Chavez li ha minacciati di metterli sotto il controllo militare e di proibire il diritto di sciopero. Utilizzando le leggi relative alla "sicurezza nazionale", aree strategicamente importanti come la metropolitana o gli ospedali sono stati designate "zone d'emergenza", ossia proteste e scioperi sono fuorilegge.

Nello Stato di Zulia, dove i lavoratori del petrolio stavano organizzando uno sciopero a favore del contratto collettivo di lavoro, 40 militari della Guardia Nazionale hanno attaccato i lavoratori ed arrestato i dirigenti sindacali che sono stati detenuti per 17 ore.

I media di tutto il mondo hanno prestato particolare attenzione al lancio da parte di Chavez di un nuovo telefono cellulare "socialista", il cosidetto Vergatario (che in Venezuela significa "eccellente"), che è andato in produzione il 1 Maggio 2008. Poco si è detto delle condizioni di terrore e repressione dei lavoratori nella fabbrica dove si sta producendo questo telefono: la Vetelca. Senza obbligo di pagare i lavoratori, la direzione dell'impresa ha utilizzato ogni metodo repressivo a sua disposizione contro la sua forza lavoro, che ha tentato di costituire un consiglio di fabbrica e aver eletto dei delegati per trattare sui problemi di salute e sicurezza. Ad un certo momento la Guardia Nazionale è stata utilizzata contro i lavoratori e, contravvenendo a tutte le leggi sul lavoro, 60 operai sono stati alla fine licenziati per "mancanza di impegno e dedizione" al lavoro.

Molti lavoratori si sono visti obbligati a intraprendere azioni disperate per rendere pubbliche le loro lotte. Tra questi 27 operai dei 1400 lavoratori che sono stati coinvolti in una controversia contro la PDVSA. I lavoratori chiedevano di essere incorporati in un contratto collettivo, piuttosto che lavorare in una azienda in appalto e senza contratto fisso.

Questi lavoratori che non avevano fiducia nei dirigenti sindacali a combattere per la loro causa, hanno iniziato uno sciopero della fame. Si sono cuciti la bocca con ago e filo per non mangiare!

Nello stesso momento che questo movimento ha iniziato a muovere i primi passi, settori guidati dall'estrema destra degli studenti universitari sono scesi in piazza per protestare contro le modeste riforme riguardanti la nuova legge sull'istruzione fatta dal governo. Anche alcuni di questi sono scesi in sciopero della fame. Chavez e il governo hanno semplicemente attaccato i lavoratori "per essersi fatti manipolare dalla destra universitaria controrivoluzionaria"!

Questi attacchi contro i lavoratori che sono entrati in lotta per difendere i propri diritti, e la reazione del governo, hanno aperto la porta ad un nuovo pericolo che viene delle forze reazionarie di destra che hanno tentato negli anni precedenti di far cadere Chavez. Mentre i lavoratori in lotta sono stati denunciati come "controrivoluzionari", la destra è stata capace di presentarsi come gli "amici" della classe operia.

Allo stesso modo di una parte della vecchia dirigenza che ha tentato di riconciliarsi con il chavismo, una sezione della vecchia destra sindacale ha fatto altrettanto.

Recentemente si è svolta un'importante elezione dei dirigenti della FUTPV - la federazione nazionale dei lavoratori del petrolio. La lista vincente era capeggiata da Wills Rangel che contava anche sull'appoggio del governo e del PSUV. Rangel è stato precedentemente membro dell'esecutivo sindacale del partito socialdemocratico Acciòn Democratica, uno dei tanti partiti che formavano parte del potere politico prima di Chavez. Rangel ruppe con Acciòn Democratica soltanto nel 2003.

La situazione che si sta venendo a creare in Venezuela è che da una parte i lavoratori vengono denunciati come "controrivoluzionari" in nome del socialismo, dall'altra si permette alle forze reazionarie del capitalismo di presentarsi come difensori dei diritti democratici e dei lavoratori e "amici" della classe operaia.

Presso una filiale dell'impresa nazionalizzata SIDOR, 100 lavoratori sono stati esclusi dal contratto collettivo. Questi hanno scioperato e si sono scontrati con la polizia e sono stati arrestati. Un dirigente sindacale - che è un oppositore del governo - ha dichiarato che il socialismo del XXI Secolo significa carcere per i lavoratori.

Tutti questi sviluppi hanno minato l'appoggio a Chavez e al regime. Eppure, inevitabilmente, diversi settori di lavoratori e poveri trarranno conclusioni diverse di questo processo. Mentre un numero crescente di lavoratori non è più entusiasta e sta lentamente lasciando cadere il suo appoggio al regime, una fetta importante dei più poveri sono ferventi sostenitori di questo. Molti di loro sono stati arruolati in alcune zone del paese nelle recenti "pattuglie socialiste" che sono state costituite come delegazioni locali del PSUV.

Alcuni di questi gruppi comunitari di "vigilanza" sono stati in diverse occasioni mobilitati per essere inviati nella metropolitana e in alcuni ospedali per evitare che i lavoratori si riunissero in assemblea. Altre volte questi gruppi sono stati formati dagli stessi poveri, fanatici nella loro difesa di Chavez,dovuta alla propaganda lanciata contro questi gruppi di lavoratori che vengono descritti come strati privilegiati che sostengono la controrivoluzione.

Sarebbe un errore generalizzare questa tendenza, però sta nascendo in alcune zone ed è un campanello d'allarme che spiega di come si stia sviluppando una frattura tra la classe operaia e le masse povere urbane. Si è avuto un rapido aumento di questi metodi nel PSUV e in generale nell'apparato statale. Il PSUV dichiara di avere 5 milioni di iscritti. Questi sono divisi in 3 categorie: membri effettivi, simpatizzanti e i più numerosi, "la riserva", sono un riflesso di fino a dove è arrivata la militarizzazione. I metodi burocratico-amministrativi hanno anche loro un riflesso nel PSUV. Ad esempio, i candidati delegati al prossimo congresso del partito sono eletti dai vicepresidenti di ciascuna regione, questo ha fatto nascere la protesta di alcuni dei membri dissidenti del partito contro la loro esclusione dalle liste. Alcuni di questi metodi furono inizialmente copiati dal regime cubano.

Ora, tuttavia, sembra che la maggior parte di questi metodi siano importati dal regime cinese, che ha accresciuto la sua influenza dal momento che Chavez ha aumentato i trattati commerciali e le joint venture con la Cina. Imprese cinesi stanno costruendo linee ferroviarie ad alta velocità in Venezuela. Recentemente Chavez ha elogiato il "governo rivoluzionario" della Cina ed ha inviato 100 alte cariche del PSUV in questo paese per la loro "educazione ideologica". La Cina sembra stia diventando ancora una volta il suo "modello". Il governo ha fatto dichiarazioni ufficiali sulla stampa nell' anniversario della Rivoluzione Cinese elogiando il governo di Hu Jintao.

Amicizie pericolose

Tuttavia, non è soltanto il regime cinese che ottiene l'appoggio entusiasta di Chavez. Una delle strategie internazionali del suo regime è stata quella di creare un blocco di tutti i regimi in conflitto contro l'imperialismo nordamericano. Un autentico governo rivoluzionario socialista in qualsiasi paese, potrebbe trovarsi ad essere isolato per un certo periodo fino a quando la rivoluzione non si sviluppa in altri paesi. In tali condizioni, non vi è nulla di sbagliato se uno stato dei lavoratori concluda accordi commerciali, se obbligato dalla situazione. Sfruttare le fratture e le divisioni tra le diverse potenze imperialiste in tali condizioni è del tutto legittimo. I bolscevichi, Lenin e Trotsky si videro obbligati a fare questi accordi a causa dell'isolamento della Rivoluzione russa.

Ovviamente, stabilire accordi commerciali formali non implica il dover fare allegri elogi a regimi brutali che reprimono il loro stesso popolo. Gli accordi commerciali non implicano gli elogi all'Iran di Amadinehjiad come se si trattasse di un rivoluzionario. Il movimento di massa contro questo regime è stato, secondo Chavez, parte di una cospirazione imperialista. Al recente vertice dei capi di stato dell'America Latina e dell'Africa (ASA), Chavez ha aggiunto qualche amico in più alla sua lista, aggiungendo il leader libico Gheddafi.

Nè il suo regime, nè quello cubano ad esempio erano preparati a condannare il feroce massacro del popolo Tamil per mano del governo dello Sri Lanka e a votare contro di essa in sede Onu.

L'approvazione di regimi come le dittature di Iran e Libia, per un governo che dichiara di difendere la "rivoluzione socialista" è inammissibile e non può che danneggiare l'idea del socialismo nella classe operaia in questi paesi e internazionalmente.

Il futuro del regime di Chavez è appeso ad un filo. I metodi e i limiti del suo programma stanno deteriorando seriamente la sua base. Nel 2010 si celebreranno le prossime elezioni parlamentari all'Assemblea Nazionale. Chavez ha come obbiettivo di assicurarsi una maggioranza di 2/3. Questo sembra essere improbabile in questo momento. Eppure, per cercare di raggiungere il suo obbiettivo il suo regime ha cambiato il metodo elettorale ed eliminato il sistema di rappresentazione proporzionale esistente. Questi passi portano solo minare il suo appoggio e a rafforzare l'idea che si sta costruendo un regime repressivo. Questo gioca a favore della destra. La minaccia di una controrivoluzione rimane, visto che ampi settori sempre più ampi della popolazione si sentono frustrati e sempre più delusi dall'attuale regime.

Allo stesso tempo, continua ad essere presente la prospettiva della lotta di classe e anche di grandi tensioni sociali in risposta agli attacchi del governo.Tenendo conto di queste condizioni, data anche una crescente recessione economica, non si può escludere che Chavez possa un'altra volta utilizzare metodi radicalpopulisti come ad esempio nuove nazionalizzazioni ed espropri, e che prenda provvedimenti contro la "boli-borghesia" e la corruzione. E questo nonostante la sua recente "pacificazione" con questa.


Il programma necessario per la rivoluzione socialista

Eppure, tutte queste misure non risolverebbero il problema di fondo se non è basato su un movimento cosciente e indipendente della classe operaia, dotato di un programma che porti a compimento la rivoluzione socialista. Anche se il capitalismo venisse eliminato del tutto, l'assenza di un' autentica democrazia dei lavoratori eviterebbe che il movimento dei lavoratori avanzi verso il socialismo.

Il programma per una rivoluzione socialista in Venezuela dovrebbe includere:

- L'introduzione di un autentico sistema di controllo dei lavoratori attraverso consigli eletti dai delegati soggetti a revoca del loro mandato, che controllino quotidianamente la gestione dei luoghi di lavoro. L'apertura dei libri contabili di tutte le imprese - comprese quelle nazionalizzate - per l'ispezione da parte dei comitati dei lavoratori per porre fine alla corruzione e cacciare la burocrazia.

- Questi comitati devono essere collegati a livello locale, statale e nazionale. Le imprese statali devono essere gestite sulla base di un sistema di gestione e controllo democratico dei lavoratori. I consigli di amministrazione devono essere formati da rappresentanti eletti dei lavoratori, dai restanti settori della classe operaia e dei poveri, e il governo dei lavoratori e dei contadini.

- Tutti i rappresentanti devono essere soggetti a revoca immediata del loro mandato e non ricevere un salario superiore a quello di un operaio specializzato.

- L'esproprio delle Banche, delle multinazionali e delle 100 famiglie più ricche che controllano l'economia del Venezuela, e l'introduzione di una pianificazione socialista e democratica della produzione.

- La creazione di una federazione democratica e indipendente dei sindacati, i cui dirigenti siano responsabili e sotto il controllo dei membri di base.

- La lotta per questo programma si fa adesso urgente per rivitalizzare la rivoluzione venezuelana ed evitarne la stagnazione, l'erosione e la minaccia della controrivoluzione.

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