venerdì 19 ottobre 2012

Non un centesimo alle scuole private!


A Bologna, il Comitato Articolo 33 promuove un referendum per cancellare i finanziamenti alle scuole dell'infanzia private.

di Stefano Radaelli

Per decenni, nella scuola pubblica dell'infanzia, il modello emiliano ha rappresentato un'eccellenza a livello nazionale e internazionale. Strutture e programmi all'avanguardia hanno consentito a diverse generazioni di accedere ad un'istruzione gratuita, laica e di qualità. Ma dalla metà degli anni '90 qualcosa è cambiato nell'approccio degli enti locali al tema dell'istruzione pubblica. Nel 1995 l'allora sindaco di Bologna, Walter Vitali, stipulò la prima convenzione con le materne paritarie, dando il via ad una tendenza che, negli anni, si è costantemente rafforzata.

Tra giugno e luglio 2012 l'amministrazione cittadina di centrosinistra, guidata da Virginio Merola, ha rinnovato la convenzione con gli istituti privati per altri quattro anni. Ci sono stati alcuni ritocchi alla quota di finanziamento e ai criteri per l'ammissione, che tuttavia non hanno modificato la sostanza: ogni anno, circa un milione di euro di fondi pubblici viene destinato alle scuole materne paritarie. La motivazione ufficiale? L'incapacità, da parte delle strutture pubbliche, di assorbire tutti i bambini iscritti ogni anno nelle liste d'attesa. Per l'anno scolastico 2012-2013, ad esempio, saranno circa 400 i bambini che si vedranno negato questo fondamentale diritto

A Bologna le scuole dell'infanzia comunali raccolgono tuttora più della metà degli iscritti (5.137 su un totale di circa 8.000), ma i vincoli di bilancio imposti dal patto di stabilità impediscono al Comune di investire nella creazione di nuove strutture e nel potenziamento di quelle esistenti. La via d'uscita praticata è quindi quella della famigerata "sussidiarietà": garantendo alle famiglie un contributo per il pagamento delle rette, si delega il compito alle scuole private, in larga parte legate alla Chiesa Cattolica. Quest'anno il contributo stanziato dal Comune di Bologna a favore delle materne paritarie ammonterà a 962 mila euro.

Viene così contraddetto un principio stabilito dalla stessa Costituzione, secondo cui "enti e privati hanno diritto di istutire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato" (Art. 33). Si tratta, com'è evidente, dell'ennesima riprova che persino il documento che sta alla base del nostro ordinamento giuridico viene di fatto trattato come "carta straccia" quando gli interessi dei poteri forti della società spingono in direzioni che contraddicono i suoi principi. Soltanto attraverso la mobilitazione e la lotta è possibile difendere questi principi non solo sulla carta, ma nella realtà stessa. 

Il rinnovo della convenzione ha provocato una forte reazione da parte dei gruppi di genitori e di cittadini che, a Bologna, si battono in difesa della scuola pubblica. Il Comitato Articolo 33 è una rete di cittadini e di altri soggetti sindacali e associativi che sta oggi promuovendo un referendum affinché sia la gente comune a pronunciarsi sull'utilizzo dei fondi pubblici, scegliendo fra la destinazione di questi fondi alle paritarie o all'istruzione pubblica. La raccolta delle 9.000 firme necessarie per portare il quesito alle urne è iniziata il 7 settembre e durerà fino alla fine di novembre. 

Come gruppo bolognese di Resistenze Internazionali, abbiamo ritenuto importante sostenere il referendum, diffondendo le informazioni nei contesti nei quali interveniamo e invitando tutti i nostri associati e le persone vicine alla nostra organizzazione a firmare. 

Il lancio della campagna referendaria ha suscitato durissime reazioni sia fra gli esponenti del centrosinistra che difendono il finanziamento – sindaco Merola in primis – sia da parte dell'associazione di categoria che riunisce gli istituti paritari (la FISM, diretta emanazione della Conferenza Episcopale Italiana) e degli esponenti politici di centrodestra che hanno fatto della difesa dei privilegi delle scuole paritarie il loro cavallo di battaglia. Fra di essi spicca la consigliera del PDL Valentina Castaldini, notoriamente vicina a Comunione e Liberazione. 

Gli attacchi al comitato referendario non si sono fatti attendere, e le forze che si oppongono al referendum, temendone il possibile esito positivo, stanno promuovendo la costituzione di un comitato per il "no". L'iniziativa del Comitato Articolo 33 ha creato scompiglio anche a livello nazionale, se, come sembra, le segreterie nazionali dei principali partiti seguono con grande attenzione gli sviluppi della vicenda bolognese.

Se il Comitato riuscirà a raccogliere le firme, come appare probabile, e se il referendum si concluderà con una vittoria, come ci auguriamo, si tratterà sicuramente di un risultato importantissimo per quanti, oggi, ritengono indispensabile difendere la scuola pubblica contro gli attacchi dei quali è vittima. Ma la risposta ai tagli, ai regali alle private e all'offensiva ideologica contro il settore pubblico non potrà certo fermarsi lì. Soltanto tenendo alto il livello di mobilitazione, estendendo la lotta e radicandola nei settori della società maggiormente colpiti dalle conseguenze dell'austerità, sarà possibile dar vita ad una resistenza popolare, dal basso, capace di respingere i continui attacchi e di garantire alle future generazioni il diritto di usufruire di una scuola pubblica, laica, gratuita e di qualità.

1 commento:

  1. Complimenti per il vostro blog compagni.
    Antifascisti sempre!

    Linea Rossa
    http://linearossa45.blogspot.it/

    RispondiElimina