venerdì 21 dicembre 2012

La lotta dei minatori sudafricani contro le multinazionali del platino, del cromo e dell'oro


Il 16 agosto 2012, la polizia sudafricana apre il fuoco sui minatori in sciopero a Marikana (Rustenburg) uccidendone 34. I lavoratori dell'industria estrattiva (platino, oro e cromo) protestano contro i salari da fame e per un miglioramento delle condizioni di vita e della sicurezza sul lavoro
Le grandi multinazionali del settore minerario (Lonmin, Gold Fields ecc.), rigonfie dei profitti macinati sulla pelle dei lavoratori, si affidano alla repressione brutale condotta dallo Stato sudafricano con l'avvallo del partito al governo, l'African National Congress. Un tempo paladino dei diritti dei lavoratori e della lotta contro l'apartheid, l'ANC è ormai ridotto ad un apparato burocratico corrotto e legato a doppio filo con gli interessi del grande capitale.
I compagni e le compagne del Democratic Socialist Movement (sezione sudafricana del CWI) sono stat* in prima linea nell'organizzazione del coordinamento dei comitati di sciopero di Rustenburg, e stanno oggi promuovendo, con i rappresentanti dei lavoratori di diverse miniere che hanno partecipato allo sciopero, la costruzione di un nuovo soggetto politico che rappresenti i lavoratori, gli studenti in lotta, la gente comune.
Resistenze Internazionali sostiene la campagna di solidarietà internazionale con i minatori sudafricani promossa da ControCorrente (sezione italiana del CWI). Per informazioni o per offrire un contributo, scrivete a: resistenze@hotmail.it

venerdì 19 ottobre 2012

Non un centesimo alle scuole private!


A Bologna, il Comitato Articolo 33 promuove un referendum per cancellare i finanziamenti alle scuole dell'infanzia private.

di Stefano Radaelli

Per decenni, nella scuola pubblica dell'infanzia, il modello emiliano ha rappresentato un'eccellenza a livello nazionale e internazionale. Strutture e programmi all'avanguardia hanno consentito a diverse generazioni di accedere ad un'istruzione gratuita, laica e di qualità. Ma dalla metà degli anni '90 qualcosa è cambiato nell'approccio degli enti locali al tema dell'istruzione pubblica. Nel 1995 l'allora sindaco di Bologna, Walter Vitali, stipulò la prima convenzione con le materne paritarie, dando il via ad una tendenza che, negli anni, si è costantemente rafforzata.

Tra giugno e luglio 2012 l'amministrazione cittadina di centrosinistra, guidata da Virginio Merola, ha rinnovato la convenzione con gli istituti privati per altri quattro anni. Ci sono stati alcuni ritocchi alla quota di finanziamento e ai criteri per l'ammissione, che tuttavia non hanno modificato la sostanza: ogni anno, circa un milione di euro di fondi pubblici viene destinato alle scuole materne paritarie. La motivazione ufficiale? L'incapacità, da parte delle strutture pubbliche, di assorbire tutti i bambini iscritti ogni anno nelle liste d'attesa. Per l'anno scolastico 2012-2013, ad esempio, saranno circa 400 i bambini che si vedranno negato questo fondamentale diritto

A Bologna le scuole dell'infanzia comunali raccolgono tuttora più della metà degli iscritti (5.137 su un totale di circa 8.000), ma i vincoli di bilancio imposti dal patto di stabilità impediscono al Comune di investire nella creazione di nuove strutture e nel potenziamento di quelle esistenti. La via d'uscita praticata è quindi quella della famigerata "sussidiarietà": garantendo alle famiglie un contributo per il pagamento delle rette, si delega il compito alle scuole private, in larga parte legate alla Chiesa Cattolica. Quest'anno il contributo stanziato dal Comune di Bologna a favore delle materne paritarie ammonterà a 962 mila euro.

Viene così contraddetto un principio stabilito dalla stessa Costituzione, secondo cui "enti e privati hanno diritto di istutire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato" (Art. 33). Si tratta, com'è evidente, dell'ennesima riprova che persino il documento che sta alla base del nostro ordinamento giuridico viene di fatto trattato come "carta straccia" quando gli interessi dei poteri forti della società spingono in direzioni che contraddicono i suoi principi. Soltanto attraverso la mobilitazione e la lotta è possibile difendere questi principi non solo sulla carta, ma nella realtà stessa. 

Il rinnovo della convenzione ha provocato una forte reazione da parte dei gruppi di genitori e di cittadini che, a Bologna, si battono in difesa della scuola pubblica. Il Comitato Articolo 33 è una rete di cittadini e di altri soggetti sindacali e associativi che sta oggi promuovendo un referendum affinché sia la gente comune a pronunciarsi sull'utilizzo dei fondi pubblici, scegliendo fra la destinazione di questi fondi alle paritarie o all'istruzione pubblica. La raccolta delle 9.000 firme necessarie per portare il quesito alle urne è iniziata il 7 settembre e durerà fino alla fine di novembre. 

Come gruppo bolognese di Resistenze Internazionali, abbiamo ritenuto importante sostenere il referendum, diffondendo le informazioni nei contesti nei quali interveniamo e invitando tutti i nostri associati e le persone vicine alla nostra organizzazione a firmare. 

Il lancio della campagna referendaria ha suscitato durissime reazioni sia fra gli esponenti del centrosinistra che difendono il finanziamento – sindaco Merola in primis – sia da parte dell'associazione di categoria che riunisce gli istituti paritari (la FISM, diretta emanazione della Conferenza Episcopale Italiana) e degli esponenti politici di centrodestra che hanno fatto della difesa dei privilegi delle scuole paritarie il loro cavallo di battaglia. Fra di essi spicca la consigliera del PDL Valentina Castaldini, notoriamente vicina a Comunione e Liberazione. 

Gli attacchi al comitato referendario non si sono fatti attendere, e le forze che si oppongono al referendum, temendone il possibile esito positivo, stanno promuovendo la costituzione di un comitato per il "no". L'iniziativa del Comitato Articolo 33 ha creato scompiglio anche a livello nazionale, se, come sembra, le segreterie nazionali dei principali partiti seguono con grande attenzione gli sviluppi della vicenda bolognese.

Se il Comitato riuscirà a raccogliere le firme, come appare probabile, e se il referendum si concluderà con una vittoria, come ci auguriamo, si tratterà sicuramente di un risultato importantissimo per quanti, oggi, ritengono indispensabile difendere la scuola pubblica contro gli attacchi dei quali è vittima. Ma la risposta ai tagli, ai regali alle private e all'offensiva ideologica contro il settore pubblico non potrà certo fermarsi lì. Soltanto tenendo alto il livello di mobilitazione, estendendo la lotta e radicandola nei settori della società maggiormente colpiti dalle conseguenze dell'austerità, sarà possibile dar vita ad una resistenza popolare, dal basso, capace di respingere i continui attacchi e di garantire alle future generazioni il diritto di usufruire di una scuola pubblica, laica, gratuita e di qualità.

martedì 21 agosto 2012

Solidarietà con i minatori di Lonmin


di Democratic Socialist Movement (CWI Sud Africa)

La polizia massacra i lavoratori a Marikana
Almeno 46 lavoratori sono stati uccisi e molti altri feriti il 16 agosto a Marikana fuori Rustenburg quando è stato lanciato un massiccio assalto della polizia per schiacciare uno sciopero di migliaia di minatori delle miniere di platino proprietà della Lonmin. Questi morti si aggiungono agli altri sei minatori che sono stati uccisi negli scontri durante lo sciopero che dura dal 10 agosto. Due poliziotti e due guardie di sicurezza della miniera sono stati uccisi in una situazione che ricorda la guerra civile.

lunedì 20 agosto 2012

Siria, Esiste un'alternativa alla guerra civile? L’agonia della Siria non accenna a diminuire


di Niall Mulholland, CWI

Ovunque nel paese ci sono attacchi indiscriminati da parte delle forze del regime di Assad e delle loro milizie. Settarie e sanguinose rappresaglie da parte dell'opposizione armata, ondate di rifugiati e disastri umanitari. La seconda città del paese, Aleppo, è stata messa a ferro e a fuoco dai combattimenti tra le forze dell’opposizione armata e l'esercito siriano. Nel momento in cui i ribelli sono entrati ad Aleppo il 20 luglio, molti residenti sono fuggiti a Damasco e in Turchia. La battaglia per Aleppo è importante per entrambe le parti. Più grande della capitale, Aleppo, è il principale centro economico, con un settore manifatturiero importante. L’esercito libero della Siria (FSA) é avanzato in città cercando di sfruttare lo slancio che credeva di aver guadagnato durante l’assalto a Damasco e con il bombardamento di un incontro ‘di intelligence’ del governo, che ha ucciso quattro generali.

venerdì 20 luglio 2012

Un periodo tumultuoso per l'economia e le relazioni internazionali

 di Finghin Kelly
La scorsa settimana, 400 persone hanno partecipato alla Scuola estiva annuale del Comitato per una Internazionale dei Lavoratori (CWI). Alla scuola ha partecipato una delegazione di compagni di ControCorrente assieme a rappresentanti del CWI da tutta Europa, compresa dalla Russia, e da visitatori provenienti dal Kazakistan, dal Brasile, dal Canada, dal Quebec, dall'Australia, dallo Sri Lanka, dalla Nigeria, dal Libano e altrove. Finghín Kelly (Socialist Party-CWI Irlanda) riassume qui' l'eccellente discussione sull'economia mondiale e le relazioni tra le potenze mondiali che ha avuto luogo l'8 luglio.

sabato 30 giugno 2012

La Grecia dopo le elezioni del 17 giugno

di Giuliano Brunetti
L’Europa vince, ma non ha una soluzione alla crisi

‘La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi’. Lenin, Sullo Stato

Le conseguenze della ‘cura greca’ imposta negli ultimi due anni dalla Troika al fine di scongiurare l’ipotesi del fallimento del paese, quindi dell’uscita del paese dalla zona Euro sono sotto gli occhi di tutti. In quattro anni l'economia greca si è ridotta del 20%, la classe media è stata letteralmente distrutta, la disoccupazione è salita oltre il 21%, il 51% tra i giovani, i salari nel settore pubblico sono scesi del 40%. La chiesa ortodossa distribuisce alle popolazioni ridotte alla fame una media di 250mila pasti al giorno e come se non bastasse il debito pubblico è schizzato al 160% del Pil. Di fronte alla gravità della situazione, la classe operaia é scesa più volte in campo imponendo alle direzioni sindacali ben diciassette scioperi generali. Questi scioperi sono nati dal rifiuto dei programmi di austerità, che i governi di coalizione hanno portato avanti seguendo le esigenze e le indicazioni della Troika.

Emilia. Il M5Stelle alla prova dei fatti

di Stefano Radaelli

Nell'autunno 2009, per iniziativa di Beppe Grillo e del suo consulente web Gianroberto Casaleggio, nasce il MoVimento 5 Stelle. Qualche mese prima le Liste Civiche a 5 Stelle hanno conquistato seggi in ben 30 comuni, fra cui alcuni capoluoghi di provincia come Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Pesaro, Livorno. Nel capoluogo emiliano il candidato sindaco a 5 Stelle, il ventinovenne Giovanni Favia, totalizza quasi 7500 preferenze, il 3,3%. L'esperienza di Favia in consiglio comunale, tuttavia, è interrotta anzitempo dallo scandalo che travolge il neosindaco Flavio Delbono e porta a 14 mesi di commissariamento. Le elezioni regionali e amministrative del 2010 rappresentano quindi il primo banco di prova per il neonato MoVimento, che assume un respiro sempre più nazionale. Stando alla mitologia ufficiale sono i MeetUp, i gruppi locali del movimento, organizzati attraverso l'omonimo social network e in cui ‘ognuno vale uno’, a scegliere i propri candidati. La realtà è un po' diversa: spesso la scelta dei candidati è di fatto imposta dal ‘vertice’ non eletto del MoVimento, il tandem Grillo-Casaleggio, sulla base di criteri che nulla hanno di democratico. Ad ogni modo, sia in Emilia-Romagna che in Piemonte il M5S piazza due consiglieri in regione, ottenendo rispettivamente il 6% e il 3,67% dei voti. Nel comune di Bussoleno in Val di Susa, dove il M5S è attivo nella mobilitazione NoTAV, il candidato Davide Bono totalizza addirittura il 28,8% delle preferenze.