giovedì 25 febbraio 2010

Per l’unità dei lavoratori contro il razzismo ed i licenziamenti!

Pubblichiamo il testo del volantino che distribuiremo alla Manifestazione dei lavoratori migranti il 1 Marzo 2010
di Controcorrente / Resistenze Internazionali

Di fronte al razzismo e allo sfruttamento, migliaia di lavoratori immigrati hanno aderito all’appello dello sciopero.

Lo strumento dello sciopero è senza dubbio lo strumento più efficace e concreto per sviluppare e rafforzare l’unita’ dei lavoratori in lotta.

In Italia, a causa della Legge Bossi-Fini, la permanenza dei lavoratori stranieri rimane strettamente connessa al rinnovo del contratto di lavoro. Questo determina il fatto che centinaia di migliaia di lavoratori sono costretti ad accettare le peggiori offerte e condizioni di lavoro.

Secondo le stime del governo, i lavoratori stranieri rappresenterebbero 4 milioni e mezzo di persone. A questo dato si può aggiungere l’enorme massa di lavoratori “clandestini” costretti a lavorare in nero in condizioni di semi-schiavitù come ad esempio i braccianti nei latifondi agricoli, i mozzi sui pescherecci o gli operai edili.

Contro il ricatto del padronato

Alla luce di questi dati è facile capire come il padronato possa effettuare un doppio ricatto. Da una parte sugli stipendi e le condizioni di lavoro dei lavoratori stranieri, dall’altra su quelli dei lavoratori italiani seguendo il famoso teorema del “se non accetti queste condizioni, ci sono migliaia di stranieri senza protezione sindacale che accetteranno di lavorare”. Per questo motivo nessuna vittoria sociale può essere ottenuta dai lavoratori italiani se non unificano i loro sforzi con quelli dei lavoratori stranieri e viceversa.

Occorre opporsi con forza, decisione e determinazione a tutto ciò che divide i lavoratori: distinzione etniche, religiose, sessiste e culturali. Quindi la partecipazione dei lavoratori italiani a questo sciopero è fondamentale, cosi come quella dei lavoratori immigrati allo sciopero generale del 12 marzo.

Le direzioni dei sindacati confederali portano una responsabilità enorme in questo campo, il non aver aderito a questa iniziativa é un errore clamoroso che mostra con estrema chiarezza la scelta di campo delle direzioni sindacali che si collocano dalla parte del governo e dei padroni.
 
Tuttavia alcuni settori dei sindacati confederali si sono opposti con vigore alla deriva opportunista e burocratica del sindacato, come ad esempio i lavoratori che aderiscono al documento alternativo “La CGIL che vogliamo” presentato al congresso della più grande organizzazione sindacale italiana.


I comportamenti razzisti non si combattano con la moralizzazione. Vanno combattuti con vigore. Vanno riallacciati alle cause sociali che spingono alcuni settori della società verso l’intolleranza.

Per combattere il razzismo bisogna combattere le cause sociali di questo fenomeno: la crisi del sistema capitalistico e la conseguente miseria dei lavoratori senza distinzione alcuna.

Rivendichiamo dunque a gran voce:


-L’unita’ di tutti i lavoratori contro la crisi, i licenziamenti ed il razzismo .


-Un sindacato democratico combattivo di tutti i lavoratori.


-Abolizione della Bossi-Fini, del reato di clandestinità e ritiro del Pacchetto sicurezza.


-Difesa e tutela del diritto d’asilo.


-STOP ai respingimenti ,chiusura immediata di tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione.


-Per un salario minimo garantito di 1300 euro mensili netti .


-Sanita’ ed educazione pubblica gratuita e di qualità per tutti.

Contatti:

e-mail : lottacwi@hotmail.it

Siti Web:
http://www.controcorrentesinistraprc.org/  http://resistenzeinternazionali.blogspot.com/

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