lunedì 23 gennaio 2012

Negli USA, il movimento Occupy riporta in primo piano l'opposizione al sistema capitalistico

 di Ty Moore (Socialist Alternative, CWI-USA)



A dispetto della quasi universale demonizzazione delle idee socialiste da parte della stampa e dell'establishment politico, secondo un recente sondaggio dell'agenzia Pew, metà dei giovani americani fra i 18 e i 29 anni guardano positivamente al socialismo, mentre solo il 43% reagisce negativamente al termine. Nella stessa fascia d'età, solo il 46% ha un'opinione positiva del capitalismo, mentre il 47% vede il capitalismo di cattivo occhio.

Anche se le percentuali di queste due attitudini non si discostano molto fra loro, è degno di nota che solo 20 mesi fa, in occasione dell'ultima intervista della Pew, le percentuali fossero invertite. In quell'occasione, stando a quanto rilevato dall'agenzia, una lieve maggioranza dei giovani, il 49% contro il 43%, vedeva il socialismo in modo negativo.


Indubbiamente l'impatto sulla coscienza di Occupy Wall Street è un fattore importante. In poche settimane, il movimento Occupy ha riportato in primo piano l'opposizione al sistema capitalistico. A questo si sono aggiunti un crescente interesse e una crescente richiesta per una vera alternativa politica a questo sistema.

I risultati dei sondaggi Pew sono suddivisi per appartenenza etnica, reddito, età e affiliazione politica. È significativo che gli Afro-americani vedano il socialismo in modo più favorevole, con una percentuale del 55% contro un 36% di sfavorevoli. Anche se, nel suo insieme, la popolazione americana – in particolare gli over 30 – ha un'opinione sostanzialmente negativa del socialismo (il 60% contro il 31%), nella fascia di reddito più bassa (meno di 30.000 dollari l'anno) i favorevoli e i contrari se la giocano più da vicino: 43% contro 46%. Al tempo stesso, la metà degli americani più poveri vede il capitalismo in modo negativo, mentre soltanto il 39% si dichiara a favore di questo sistema.

Queste cifre sottolineano un grande potenziale: c'è la possibilità, oggi, di costruire un movimento socialista di massa negli USA. Dopo decenni di propaganda da Guerra Fredda e la confusione creata dalle distorsioni dello Stalinismo, il riemergere di diffuse simpatie socialiste in conseguenza della crisi finanziaria è molto significativo. Mentre i politici di entrambi gli schieramenti, sponsorizzati dalle grandi Corporations, restano ardenti difensori del capitalismo, i loro elettori – e in particolar modo i giovani – sono sempre più ostili al sistema.

È chiaro che, per la maggioranza dei giovani e dei lavoratori che cercano una via d'uscita ai disastri creati dal capitalismo, un'opinione positiva del socialismo non indica affatto una chiara comprensione del marxismo. Le idee condivise da queste persone spaziano senza dubbio dal sostegno ad un sistema welfaristico sul modello europeo (o altri modelli di “economia mista”), al semplice desiderio di una redistribuzione più equa delle ricchezze e di un maggiore spirito di solidarietà sociale. Per ora, solo una piccola minoranza ambisce a dar vita ad un'economia democraticamente pianificata.

Per quanti aspirano ad un cambiamento radicale di sistema, la sfida storica consiste nel trasformare questo sostegno ancora generico alle idee socialiste nella partecipazione attiva al movimento socialista, verso una sempre maggiore chiarezza su come è possibile trasformare la società.
        
(traduzione di Stefano Radaelli)

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