mercoledì 9 dicembre 2009

Come superare la crisi economica ?

La crisi economica che stiamo attraversando è la piu’ grave dalla grande depressione degli anni trenta.
La nostra generazione è la prima dal dopoguerra che vivra’ in condizioni peggiori rispetto a quella dei nostri padri, una generazione di precari, di disoccupati o nella migliore della ipotesi di cassaintegrati, possiamo parlare della nostra generazione come di una generazione sacrificata sull’altare della santa logica del profitto.


La fine del mito della vittoria del capitalismo

Durante gli ultimi anni le classi dominanti di questo pianeta hanno volontariamente svuotato le finanze pubbliche, saccheggiate dai padroni che hanno ricevuto decine di miliardi di sgravi fiscali e altre agevolazioni. Il mito della vittoria del capitalismo si sgretola dinnanzi all'evidenza che i ricchi sono sempre piu' ricchi ed i poveri sempre piu' poveri.

Negli ultimi due decenni, a partire dalla caduta del muro di Berlino, le classi dominanti ci hanno venduto l'idea che il capitalismo era l'unico sistema possibile, l'idea che questo sistema economico, questo stadio di sviluppo dell'umanita' sarebbe stato in grado di assicurare un progressivo miglioramento delle sorti dell'umanita'.

I potenti della terra hanno veicolato l'idea che grazie al libero mercato avremmo assisito alla progressiva abolizione delle classi e dei conflitti nella societa'. L'attuale crisi economica, le condizioni di assoluta poverta' nelle quali vive la meta' dell' umanita', gli sviluppi di migrazioni di massa, le catastrofi ambientali sono tra i
fattori che contraddicono in modo incontrovertibile il mito della vittoria del capitalismo.

Al giorno d'oggi nessuno si sognerebbe piu' di dire che le classi non esistono piu' nella nostra societa' , nessuno si sognerebbe di dire che il ceto medio va generalizzandosi , anche i piu' ferventi difensori dell'ideologia dominante sono costretti a riconoscere almeno formalmente i limiti del capitalismo.

La patetica risposta dei potenti alla crisi

In reazione alla crisi, sentiamo parlare di cattiva finanza, di banchieri irresponsabili e di malvagi speculatori poche persone vengono additate come capri espiatori per nascondere la verita'. Vale a dire che non vi sono cattivi banchieri e buoni banchieri. Vi sono banchieri che a causa della loro posizione nella societa' del libero mercato hanno interesse a investire il plus valore nell'economia fittizia, hanno interesse a far gonfiare le bolle speculative e a diffondere il credito a usura.

Ed e’ proprio per questo motivo che le soluzioni proposte dai potenti della terra sono altrettanto ridicole che inutili. Quello che si evita di dire e’ che questa crisi non deriva da una misteriosa congiuntura di eventi ingiustificabili ma e’ frutto della logica stessa di un sistema che si basa sulla proprieta' privata dei mezzi di produzione. Per questo noi parliamo di una crisi strutturale che emana dalle contraddizioni intrinseche al sistema capitalista.

Questa crisi e’ lungi dall' essere la prima che colpisce il sistema capitalista. Trova origine delle disastrose politiche volute da azionisti, grandi banchieri e vari speculatori che, incuranti delle conseguenze delle loro azioni per la stragrande maggioranza della popolazione, hanno investito il plusvalore, cioe’ il frutto del lavoro non pagato ai lavoratori nelle bolle speculative . Nell’economia ‘irreale’.

A nulla serve aspettare soluzioni miracolose da parte delle classi dirigenti che sono direttamente responsabili di quest'ultima. Nessuna soluzione puo' essere trovata all'interno di questo sistema che ripropone ciclicamente crisi di sovrapproduzione. Questo sistema deve essere rimpiazzato da un economia democraticamente pianificata dove il lavoro disponibile sia utilizzato in funzione dei bisogni della popolazione e non in funzione del profitto .

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