martedì 16 febbraio 2010

Banchieri, speculatori, ricchi…Che paghino loro la crisi!!!

La crisi? E’ ufficiale - in Italia la pagano i giovani. Lo dice chiaro e tondo un sondaggio del Ocse (organizzazione delle 30 economie “avanzate”), ovunque sono i giovani a subire gli effetti della peggiore crisi economica da 75 anni e i giovani italiani sono in testa della classifica.

Le cifre ritraggono un pessimo quadro della situazione dei giovani in questo Paese. Il 60% dei disoccupati ha meno di 35 anni (più di un milione di giovani senza lavoro). Non è difficile capire perché: siamo la generazione ‘usa e getta’ – l’esercito di lavoratori temporanei, atipici, a contratti determinati, o, come ha spiegato Karl Marx, una forza di lavoro di riserva assunta dai padroni da potere sfruttare in periodi di crescita economica e cacciare via in tempi di crisi per massimizzare i profitti. Infatti, il 60% dei precari ha meno di 34 anni.

E se ci troviamo fra i “fortunati” che hanno un lavoro? Siamo costretti a campare con stipendi da fame – un lavoratore a contratto determinato guadagna in media 60 euro mensili in meno rispetto a un lavoratore a tempo indeterminato (che, comunque, riceve un salario striminzito).

Ci si puo’, quindi, sorprender che siano i giovani italiani a rimanere più a lungo a casa? Il ministro Brunetta ci chiama “bamboccioni” e vuole costringerci ad andare via, ma come fare senza un lavoro e senza soldi per pagare l’affitto? Non possiamo fare a meno di gravare sulla famiglia guardando all’autonomia economica come a un sogno.

Costruire la resistenza

Che fare? Respingiamo completamente l’idea sbandierata da tanti politici (incluso quelli della cosiddetta ‘sinistra’) secondo cui i pensionati dovrebbero fare sacrifici per aiutare “la nuova generazione”. Questi politici sono portavoci dei padroni e banchieri che cercano sempre di fomentare “una guerra fra poveri”: tra immigrati e italiani, tra uomini e donne, lavoratori pubblici e privati ecc., per dividerci e farsi che non siano loro a pagare la crisi.

L’unità di lavoratori, giovani e pensionati, è indispensabile nella lotta per difendere il lavoro, i salari, l’educazione, welfare e pensioni contro tutti gli attacchi in atto. Va detto, comunque, che questi attacchi sono generati dal sistema capitalista stesso, basato sullo sfruttamento e sulla caccia ai profitti. Perciò è necessario una lotta politica, anti-capitalista, anti-sistema. Purtroppo non esiste in Italia un partito con un radicamento diffuso in grado di rappresentare gli interessi dei giovani e dei lavoratori. Va costruito! E visto che sono principalmente i giovani i primi a pagare il prezzo della crisi dovrebbero essere loro alla testa della resistenza.

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