mercoledì 3 febbraio 2010

Federazione della Sinistra: Patta se ne va?

La Federazione della Sinistra perde il primo pezzo


Il portavoce di Lavoro e Solidarietà, Gianpaolo Patta, riferimento dell'area Lavoro e Società in Cgil si sospende dall'organismo unitario. "Attaccate i nostri compagni e siete di fatto schierati contro Epifani". La posizione equilibrista del Prc delude entrambi gli schieramenti e crea una grande confusione interna
(da http://www.ilmegafonoquotidiano.it/)


La Federazione della Sinistra, nata poco più di un mese fa su iniziativa di Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo 2000 di Salvi e Lavoro e Società del sindacalista Gianpaolo Patta, perde un pezzo importante. Esattamente quest'ultimo, tra i quattro "leader" della neonata formazione, che con una lettera a Ferrero, Diliberto e Salvi annuncia la propria sospensione dalla Federazione stessa. Motivo scatenante della decisione, un insieme di fattori tra cui lo svolgimento della Conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici Prc che si è svolta sabato scorso a Torino, un presunto attacco del quotidiano Liberazione all'area sindacale, Lavoro e Società, di cui Patta è il riferimento politico ma anche uno scarso impegno del Prc a promuovere la stessa Federazione.

"Cari compagni - si legge nella lettera che il megafono quotidiano ha potuto visionare - alla conferenza dei lavoratori e delle lavoratrici del PRC tenutasi a Torino sono rimasto molto sorpreso nel constatare l'assenza di qualsiasi riferimento alla Federazione della Sinistra. Non ne erano visibili in sala neanche i simboli nonostante manchino poche settimane a elezioni regionali per noi assolutamente vitali. Tutti i compagni hanno parlato dei problemi del mondo del lavoro, della situazione politica generale come se il progetto della Federazione non fosse in campo". Insomma, una lamentela per l'assoluta marginalità che questo progetto politico troverebbe nell'agenda di Rifondazione comunista in particolare. Ma il cuore della vicenda è ovviamente un altro e riguarda l'atteggiamento relativo al prossimo congresso Cgil, i cui congressi locali si stanno completando in questi giorni. Dal dibattito che il Prc ha svolto nella propria conferenza, spiega Patta, "in tutta evidenza emerge che il Prc condivide le posizioni della mozione Moccia". E in effetti, nel dibattito interno al Prc sono emerse anche con forza le posizioni di chi non capisce perché un partito da sempre schierato con le minoranze della Cgil stavolta abbia deciso salomonicamente di non prendere parte alla contesa interna, avallando di fatto la convinta adesione di Lavoro e Società a fianco del segretario generale Epifani. In realtà Patta ha dato un'interpretazione opposta della situazione, imputando al Prc di aver voluto, di fatto, appoggiare il documento alternativo come dimostrerebbe un altro episodio: "Liberazione ha accreditato le posizioni di Carlo Podda circa presunti brogli nel congresso della Cgil; sempre Liberazione riporta gli attacchi del medesimo compagno nei confronti di Nicola Nicolosi senza che di quest'ultimo, da sempre iscritto a Rifondazione Comunista, ne venga riportato per esteso il pensiero. Il compagno Paolo Ferrero, nelle sue conclusioni, fa sue le critiche, ingiuste, alla Cgil di non lottare, mentre si prepara un difficilissimo sciopero generale di questa sola confederazione (chissà quali grandi lotte sta producendo la sinistra), riferisce che il comitato politico nazionale del PRC ha deciso di non pronunciarsi nel

merito delle posizioni interne al congresso della Cgil e che comunque se lui partecipasse al congresso era chiaro a tutti a quale mozione avrebbe dato il proprio voto".

Il dado è dunque tratto. "La somma dell'attacco di Liberazione nei confronti della Cgil e del coordinatore di Lavoro Società, quanto espresso dal compagno Ferrero chiariscono che, in un congresso che è prevalentemente scontro di gruppi dirigenti per la definizione dei nuovi pluralismi, il PRC darebbe una mano a coloro che vorrebbero ridimensionare o eliminare Lavoro Società".

Patta, nella sua lettera, si lancia poi in un attacco alle posizioni della minoranza Cgil ricordando che, con il suo appoggio implicito, Rifondazione si pone al fianco di persone come "Carlo Podda il quale da iscritto al Pd ha votato insieme a Paolo Nerozzi e Sergio Cofferati per Franceschini", o di Rinaldini, segretario Fiom che, spiega Patta "ha sostenuto decisamente la Bolognina e l'accordo del 23 luglio fino a quando ha terminato di produrre suoi effetti e che oggi non partecipa certo al processo di costituzione della Federazione della Sinistra".

"È assolutamente evidente - conclude Patta - che in questo quadro non c'è tra noi quel rispetto minimo e quella solidarietà indispensabili per concludere positivamente l'avvio della Federazione della Sinistra".

Come dicevamo, dunque, un colpo per un progetto, la Federazione, che era partito con grandi difficoltà di rapporti interni e che comunque è individuato come l'ambito in cui affrontare la difficile fase attuale soprattutto dal punto di vista elettorale. Ovviamente a Liberazione respingono le accuse: "Abbiamo fatto un'inchiesta sul congresso Cgil e abbiamo ascoltato tutte le voci" dicono dalla redazione; "Lavoro e Società chiedeva una controreplica e questo non era previsto". Ma il punto non è certamente il lavoro di un giornale, per quanto organo politico; rompere dei rapporti importanti come quelli costruiti per degli articoli di un organo di informazione, nel 2010, appare se non strumentale piuttosto retrò. Il punto è un altro: alla Conferenza della scorsa settimana a Torino è apparsa chiara una forte propensione a sostenere il documento 2 della Cgil nonostante l'equilibrismo del gruppo dirigente che ha garantito un non schieramento. Eppure questo non è bastato a Lavoro e Società e a Patta che ha dato il benservito sia pure subordinato a un chiarimento interno. E così Rifondazione per non aver voluto scegliere tra i due documenti della Cgil si trova oggi abbandonata dai pasdarn di Epifani senza aver coltivato il consenso e il rapporto con le minoranze.

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