giovedì 4 marzo 2010

Lettera aperta ai membri e agli ex membri della IMT(International Marxist Tendency) - I Parte

 

La Tendenza Marxista Internazionale, IMT, si trova a dover affrontare la più grave crisi mai avuta dai tempi della sua fondazione. Il CWI vuole dare il benvenuto alla nascista di un dibattito aperto e onesto con gli attivisti marxisti sulle questioni poste in essere di quanto sta succedendo.
di Segretariato Internazionale del Comitato per un'Internazionale dei Lavoratori (CWI)




Compagne e compagni,

l'organizzazione internazionale di cui fate parte - la Tendenza Marxista Internazionale (IMT), diretta da Alan Woods e dal compianto Ted Grant, si trova a dover affrontare la sua peggior crisi dai tempi della sua fondazione dopo la scissione dal Militant (oggi Socialist Party) in Gran Bretagna e dal Comitato per un'Internazionale dei Lavoratori (CWI) nel 1992. Sappiamo che è in atto una scissione, ma non perchè la stampa o il sito internet della IMT abbia parlato di questo, ma da voci, indirette e da numerose discussioni su Internet. Già solo questo servirebbe a far capire il carattere malsano del regime interno presieduto dalla direzione della IMT. Nessuna organizzazione marxista con un radicamento nella classe operaia ed una linea politica cosciente e consapevole, potrebbe comportarsi come i dirigenti della IMT nel tentativo di evitare qualsiasi discussione su questi temi.

Parte del materiale relativo a questo argomento è ultimamente apparso sul sito internet della IMT, che "sembra" riferisi alla disputa interna a questa organizzazione. Tuttavia è così oscuro, di fatto surreale, che solo con molta difficoltà è possibile dedurre che sia legato ad una discussione politica interna.

Ad esempio, Alan Woods ha recentemente scritto numerosi articoli sullo scontro tra Marx e Bakunin, il dirigente anarchico appartenente alla Prima Internazionale. Woods scrive: "L'anarchismo è il comunismo dei piccolo borghesi e del sottoproletariato". La sua caratterizzazione radicale dell'anarchismo - tipica del suo metodo - non è storicamente accurata, ed è insensibile, per non dire altro, nei confronti di alcuni - in particolare i giovani - che vengono inizialmente attratti dalle idee anarchiche a causa dell'ostilità nei confronti dello stalinismo e della direzione burocratica di destra movimento operaio. Non tutti gli anarchici sono stati "borghesi" o "sottoproletari". Alcuni lavoratori, anche in Russia durante la rivoluzione, vennero attratti dalle loro idee, come lo furono i lavoratori spagnoli - nelle piccole imprese in Catalogna - per esempio.

Centralismo democratico

Nelle sue intenzioni Woods tenta di giustificare il "centralismo democratico" nei confronti di alcuni oppositori non indentificati che chiedono "autonomia". Purtroppo, Woods interpreta la giusta idea del centralismo democratico, in modo burocratico centralista. L'autonomia delle sezioni nazionali all'interno di un'organizzazione democratica internazionale, dovrebbe essere la norma. Egli giustifica e non risponde alle critiche mosse alla sua organizzazione. Prentende di dimostrare che Marx e Engels rispondessero alle critiche all'interno del perimetro della Prima Internazionale. Ciò non corrisponde al vero, in quanto Marx ed Engels furono costretti molte volte a rispondere a Bakunin in modo pubblico o semi-pubblicamente.

Questo si evince dalla citazione di Marx che Woods utilizza per giustificare la sua posizione: "In generale, la corrispondenza amministrativa del Consiglio Generale con le commissioni nazionali e locali non può essere pubblicata". Marx spiega qui che sta parlando "in generale" di "corrispondenza amministrativa", non necessariamente di questioni politiche. E' sbagliato e assurdo che la dirigenza della IMT invochi Marx per giustificare il proprio silenzio, quando è in atto una scissione delle sezioni spagnola e pakistana, di cui si parla pubblicamente. In effetti, dopo la prima scissione della Prima Internazionale, Engels spiegò in una lettera a Bebel, i dirigente del movimento operaio tedesco, il perchè lui e Marx siano stati costretti a non nasconderla (vedi lettera di Engels a Bebel, del 20 Giugno 1873, Marx e Engels, Opere complete). D'altra parte, l'esistenza attuale di mezzi di comunicazione come internet, ecc.  ci fa capire come non sia possibile oggi sostenere una simile posizione.

I bolscevichi sicuramente non hanno agito nello stesso modo sprezzante con cui Alan Woods ha affrontato l'argomento. Certamente, ci sono state discussioni in seno all'Internazionale Comunista (IC), ma molto spesso erano di dominio pubblico. Come ad esempio la polemica tra i vertici della Terza Internazionale e i dirigenti del Partito Comunista di Francia (PCF), sulla questione del fronte unico. Il dibattito pubblico su questo argomento, nuovo in quel momento ma una questione tattica di importanza cruciale , ebbe luogo attraverso le pagine del giornale del PCF "L'Humanité" - e la stampa pubblica della stessa Internazionale Comunista. Solo dopo due anni di "semi-dibattito" pubblico l'IC, ha insistito per l'applicazione della tattica del fronte unico.

Anche l'Internazionale Comunista e il movimento trotskista stesso - anche mentre lo stesso Trotsky era ancora in vita - delimitavano il confine tra dibattito interno e la discussione pubblica delle questioni più spinose. Ma il mondo è cambiato, dalla fondazione della Prima, della Seconda, della Terza e anche della Quarta Internazionale. Viviamo nell'era di internet, Twitter, YouTube, Facebook ecc. Non è possibile, nè auspicabile cercare di creare una specie di Muro di Berlino, come Alan Woods sostiene, tra discussione interna e pubblica su questioni importanti. Naturalmente, alcune discussioni interne - per consentire ai compagni di esprimersi liberamente e senza essere bollati per sempre da quello che scrivono o dicono - a volte devono essere riservate a discussioni di gruppo, blog, ecc.

L'incapacità di far fronte agli effetti del crollo dello stalinismo

Il CWI si trova ad affrontare ovviamente discussioni interne, nella piena consapevolezza che tutto ciò che scriviamo potrebbe diventare di dominio pubblico e che inoltre, può essere difeso apertamente. Questo, tra l'altro, è molto importante. Un'organizzazione che ha fiducia nelle proprie idee politiche e nei suoi metodi non ha nulla da temere riguardo a ciò, ed ha tutto da guadagnare. Anche il dibattito interno e gli scontri, a livello teorico, all'interno delle diverse organizzazioni, può servire a chiarire questioni importanti per i lavoratori che sono alla ricerca di una soluzione ai loro problemi e che devono far fronte alla lotta contro il capitalismo e l'imperialismo. Questo approccio purtroppo, non è mai stato il metodo di lavoro di Alan Woods, nè, va detto, di Ted Grant, sia prima che sopratutto dopo la scissione dal CWI nel 1992.

L'IMT, in seguito alla loro scissione, è stata incapace di far fronte alla nuova situazione creatasi dopo il crollo dello stalinismo è l'imborghesimento dei partiti operai tradizionali. Il CWI giunse alla conclusione che il marxismo e la classe operaia si trovavano e si trovano di fronte ad un duplice compito. Davanti alla colossale offensiva borghese, e' stato necessario lottare per la riabilitazione del socialismo e in difesa di una posizione marxista/trotskista. Da questo è derivata la necessità di lottare per la costruzione di nuovi partiti di massa dei lavoratori, un'idea derisa da Woods e Grant. Inoltre, prevedevamo che la prospettiva di un nuovo soggetto politico di massa dei lavoratori si ponesse all'ordine del giorno proprio a causa della decadenza dei tradizionali partiti borghesi dei lavoratori.

Questa prospettiva viene confermata dall'evoluzione della DIE LINKE in Germania, del PSOL in Brasile, di SYRIZA in Grecia, del Bloque de Izquierda in Portogallo, dall'NPA in Francia, ecc. La IMT non era prepapata a questi sviluppi, preferendo invece continuare a ripetere come un pappagallo "la necessità di continuare a lavorare all'interno delle organizzazioni tradizionali". Naturalmente, tutto ciò non ha impedito loro di "inciampare" accidentalmente in alcuni paesi in queste "nuove formazioni". Ad esempio si vedono girare attorno alla DIE LINKE e a SYRIZA! Inutile dire che sono totalmente inefficaci. La crisi della IMT nei primi anni '90 nacque dalla loro lettura errata della situazione. Allo stesso modo, la loro attuale crisi è radicata nel loro errato metodo politico e di prospettive.

In risposta alle accuse

Fino ad oggi, non hanno pubblicato sul loro sito web, tutti i documenti relativi alla scissione del 1992. Con riluttanza, fummo costretti all'inizio degli anni '90 a rispondere alle loro accuse infondate contro il CWI e i suoi esponenti. Incapaci di rispondere sul piano politico, hanno fatto ricorso a sporche accuse, di come il CWI fosse "neo-stalinista" o semplicemente "stalinista", e di come fosse paragonato al famoso Gerry Healy che utilizzò la violenza nei confronti dei suoi oppositori. Come risposta scrivemmo che: "Le accuse di neo-stalinismo, autoritarismo, di mancanza di democrazia e degli altri "presunti" crimini pendono sulle teste dei dirigenti della maggioranza (dei militanti e del CWI in quel momento).

"Non c'è nulla di nuovo in tutto ciò. E' il destino dei dirigenti marxisti il dover affrontare diffamazioni, abusi e denunce per i loro presunti "metodi dittatoriali". Lenin osservò come i Menscevichi "inveiscono contro il mio "mostruoso" centralismo (Un passo avanti, due passi indietro, Ed.Rinascita,p.42). Nello stesso scritto Lenin dichiara:" Conosciamo molto bene dalla letteratura della "minoranza" che con autocrate loro si riferiscono a me" (enfasi di Lenin). E continua:"I compagni Axelrod e C. esprimono la convinzione che Plekhanov e tutti i membri del Comitato Centrale "governano il partito", non in conformità alle loro opinioni su ciò che serve al lavoro del partito , ma in linea con la volontà dell'autocrate, Lenin. L'accusa del governo autocratico implica necessariamente e inevitabilmente di denunciare tutti i membri dell'organo direttivo, tranne l'autocrate, di essere semplici strumenti nelle mani di un altro, semplici pedine e agenti della volontà di un altro".

"Non c'è una stretta somiglianza tra gli argomenti sostenuti dai Menschevichi (la minoranza) contro Lenin e quelli usati contro di noi [dalla IMT contro il CWI]? Anche nelle parole utilizzate. [I dirigenti del CWI vennero] denunciati dalla minoranza come "bonapartisti". Lenin venne denunciato da Martov, un suo ex collaboratore, come "un bonapartista della peggior specie". [Two trends: the Political roots of the Breakway, 1992 (http://www.marxist.net/openturn/main/f3-4.html)]

Il CWI come organizzazione o i suoi membri non hanno mai usato violenza contro i propri rivali politici. Mentre la IMT: ha attaccato violentemente ed espluso il gruppo del loro ex parlamentare Manzoor del Pakistan People Party. Il tentativo della dirigenza della IMT di demonizzare e calunniare i propri avversari, distorcendone le idee, cerca di preservare le proprie fila dalla critica politica esterna. Ma invano!

Il CWI ha pubblicato tutti i documenti (di maggioranza e opposizione) relativi alla "svolta", sul sito http://www.marxist.net/ . Abbiamo pubblicato l'attacco di Alan Woods portato avanti contro di noi su Revolutionary History e la replica di Peter Taaffe. Non c'è stata nessuna reciprocità da parte della IMT su questo argomento. Inoltre, ogni scontro interno tra le fila del Socialist Party, o nel CWI è stato reso pubblico, non a polemiche finite, ma durante! Siamo ben consapevoli di fare questo in modo tale che i nostri membri, e quelli all'interno delle altre genuine organizzazioni marxiste e trotskiste, come anche tutti i lavoratori, possano trarre insegnamenti da queste discussioni.

Gli scontri interni alla IMT

Ma se non si è sicuri, inevitabilmente si cercherà di nascondere la propria insicurezza politica trattando l'opposizione con metodi prepotenti, sprezzanti e antidemocratici. Questo sembra essere il modo con cui sono state risolte le controversie tra la dirigenza della IMT e le loro sezioni in Pakistan e Spagna, e incredibilmente, in Venezuela (nonostante gli sforzi di Alan Woods di formare una sezione venezuelana) e in altri paesi. Ironia della sorte, Alan Woods è stato accusato dai suoi avversari, dello stesso "reato" di cui egli accusò la direzione del CWI nel 1991-92. A quel tempo, con Ted Grant, accusavano la "cricca dirigente" della sezione britannica e del CWI. Oggi i suoi oppositori accusano Alan Woods di guidare un "comitato per gli affari esteri" antidemocratico alla testa della sua organizzazione, insieme a Rob Sewell - che, apprendiamo da corrispondenti, è stato minacciato di venir rimosso a causa dei suoi metodi in almeno tre occasioni nel corso degli ultimi anni - e altri.

Le sue accuse contro di noi nel 1991 erano false e vennero respinte dal 93% della sezione britannica e dalla stragrande maggioranza del CWI. L'accusa contro di lui - che non siamo in grado di valutare a pieno a causa della mancanza di informazioni su questo punto - sembra avere molta più consistenza. La più grande sezione della IMT, in Spagna, la scissione in Pakistan, ecc., sostengono questa accusa. Tenendo conto delle inevitabili esagerazioni polemiche nelle dispute di questo genere, gli oppositori di Woods - in particolare il gruppo di Manzoor in Pakistan - parlando di presunti imbrorgli fatti da Alan Woods & C. La dirigenza della IMT non ha replicato a questa accusa.

Così come la scissione da noi del 1992, questa controversia all'interno della IMT non è "organizzativa" o concentrata solo sul carattere del regime interno. Queste non sono affatto questioni secondarie. In una organizzazione politica, quando le espulsioni diventano la norma, c'è qualcosa di intrinsecamente instabile e poco sano. Il CWI non ha mai espluso una sezione per motivi politici, a meno che non trasgredisse i principi basilari del marxismo e del trotskismo. Questo è stato il caso, della separazione dalle nostre file - dopo 18 mesi di violazioni delle nostre posizioni politiche di fondo - di alcuni nostri membri in Russia, che avevano assunto una posizione pro-imperialista russa in relazione al conflitto russo-georgiano. La nostra azione ha incontrato il consenso generale dei nostri membri, ma anche della sinistra in Russia e di altre organizzazioni trotzkiste. Nella diatriba con i nostri compagni scozzesi tra il 1998 e il 2001, nonostante le profonde differenze politiche non abbiamo fatto ricorso all'espulsione, ma cercato di convincere i nel tempo, i compagni, dei loro errori politici. Purtroppo hanno deciso di lasciare le fila del CWI.

La serie di espulsioni che hanno avuto luogo nella IMT sono di carattere completamente diverso. Derivano dalle politiche e dai metodi errati su cui è stata fondata la IMT. E' impossbile per un osservatore obiettivo - in particolare per chi ha letto il materiale da noi pubblicato, che dobbiamo ammettere è voluminoso - arrivare alla conclusione che la scissione tra il CWI e l'attuale IMT non sia stata di carattere politico. Come si relazionano con le difficoltà della IMT? Noi diciamo chiaramente che lo sono! Allo stesso modo della scissione tra menscevichi e bolscevichi, le questioni organizzative sollevate da Grant e Woods nel 1991 erano solo un'anticipazione delle divisioni politiche su tutta una serie di questioni politiche. Abbiamo chiaramente specificato le differenze con loro in quel momento nel nostro libro, The Rise of Militant [http://www.socialistparty.org.uk/militant], così come il documento, Militant's Real History [http://www.marxist.net/grantreply/index.html]- una risposta alle calunnie di Rob Sewell contro il CWI e il Socialist Party of England & Wales.

Woods e Grant hanno impedito lo sviluppo di qualsiasi discussione all'interno delle loro fila sulle idee degli altri gruppi, tendenze e partiti, riferendosi a questi come delle "sette". Questa caratterizzazione, tuttavia, può essere applicata più alla IMT stessa, in particolare ai suoi dirigenti, che hanno cercato di chiudere ermeticamente i propri quadri alla discussione sulle reali politiche delle altre organizzazioni, specialmente di quelle trotskiste. Hanno tentato durante il corso degli anni di inquadrare il Socialist Party come una "setta", con Sewell che dichiarava che avessimo più di 50 o 100 membri. Adesso veniamo a conoscenza da materiale interno della loro sezione Pakistana che la loro "Sezione britannica" non ha più di 50 membri e tra questi c'è una "tendenza" di opposizione, che ha nella sua piattaforma politica due punti come "opposizione alla dirigenza" e "il centralismo democratico". Questo non è da paragonare ai grandiosi successi del Socialist Party che ha circa 2000 membri, la direzione di importanti lotte di lavoratori come ad esempio la lotta alla LINMAR, dove il nostro compagno Rob Williams è riuscito a sconfiggere il tentativo del padrone di licenziarlo a causa del suo impegno sindacale - una lotta che ha avuto molta risonanza in tutto il movimento operaio - la lotta alla Lindsey e molte altre battaglie del lavoro. Sul caso specifico di Rob Williams sono stati costretti ad ammettere a denti stretti - che era un membro del Socialist Party senza fare ricorso, almeno in questa occasione, al termine di "setta". In più, abbiamo visto l'elezione di Joe Higgins al Parlamento Europeo - dopo aver sconfitto il partito al governo in Irlanda, il Fianna Fàil, per la prima volta a Dublino. Tutto ciò è stato raggiunto grazie al lavoro indipendente e fuori dalle "organizzazioni tradizionali".

Le "organizzazioni tradizionali"

Eppure, siamo stati accusati da Alan Woods e Ted Grant, che assumendo la posizione del lavoro politico indipendente, che abbandonando il partito dei lavoratori, "il Partito Laburista", nelle parole di Ted Grant, avremmo fatto un "buco nell'acqua". In realtà, Ted Grant - e noi stessi prima del 1992 dobbiamo ammetterlo - aveva un approccio a senso unico del lavoro nelle organizzazioni tradizionali, una "tattica" rigida condotta per anni, anche quando davanti ai nostri stessi occhi queste organizzazioni venivano trasformate in organizzazioni borghesi. E' questo attaccamento ad un'idea superata e non più attuale, che ha portato al deragliamento della IMT in Spagna e Pakistan. Una rigida e incrollabile adesione al lavoro all'intenro del Partito Popolare Pakistano (PPP) e in passato nel Partito Socialista Operaio spagnolo (PSOE) ha fatto in modo che le sezioni della IMT abbiano perso la possibilità di crescere in un determinato periodo storico, anche se non il più favorevole, ma che ha comunque presentato grandi opportunità per i marxisti che hanno saputo lavorare. Mentre il CWI continuava a fare progressi.

Ci riserviamo di descrivere in seguito le conseguenze dei loro metodi errati condotti ripetendo allo sfinimento la necessità dell' "entrismo", indipendentemente dal mutare delle situazioni. E' tuttavia necessario fare conoscere ad alcuni di voi - molti di voi non erano presenti o attivi nelle fila del CWI o nelle sue sezioni nazionali, al momento della scissione nel 1992 - delle vere posizioni della IMT, in quel periodo. Del Partito Laburista, sostenevano che "nulla fosse cambiato" nonostante la "caccia alle streghe" contro di noi, lo svuotamento della sinistra, la mancanza della classe operaia e il ridursi del Partito Laburista ad una scatola vuota.

Tutto ciò veniva negato in quel momento, ma adesso la realtà è davanti agli occhi di tutti. L'IMT scrive sul suo ultimo documento "Prospettive britanniche 2010": "Oggi i giovani sono poco coinvolti nelle organizzazioni di massa a causa della loro natura burocratica e alla mancanza di lotte". Citano Owen Jones, una figura di primo piano del Labour Representation Committee (il Comitato Sindacale del Partito Laburista) che in una riunione del suo partito ha dichiarato: "La sinistra laburista è paralizzata e demoralizzata, incapace di fare progressi all'interno delle strutture repressive del Partito Laburista attuale. L'IMT è costretta ad ammettere che il Partito Laburista è diventato una scatola vuota. E tuttavia questo resta il punto più "critico" per loro. Marx sottolineò che la qualifica di "setta" è che la sua ragion d'essere è di essere una parola d'ordine. Per la IMT in Gran Bretagna, dove la loro parola d'ordine è il lavoro all'interno del Labour Party, sarà inevitabilmente sconfitta dalla prova del tempo! Mentre, l'autentico marxismo, fa rapidi progressi attraverso il lavoro autonomo loro ristagnano.

Italia, Spagna e Brasile

Un simile errore venne commesso da questo gruppo sulle prospettive in Italia nei primi anni '90. Il dibattito sulle tattiche da seguire nelle "organizzazioni tradizionali" in Italia al tempo della scissione del 1991-92, rivela chiaramente la miopia politica di Woods, il suo opportunismo nel cambiare tattiche e il modo disonesto con il quale tutto ciò è stato fatto. Vi era una netta differenza tra Grant, Woods e i loro sostenitori italiani da una parte, e la maggioranza del Segretariato InternaziOnale del CWI dall'altra, sulla questione della creazione di Rifondazione Comunista (PRC) nel 1991 in Italia. Il Segretariato Internazionale sosteneva che la scissione di RC dal Partito Democratico della Sinistra (PDS), avrebbe rappresentato una grande occasione per i nostri compagni italiani di poter partecipare attivamente alla costruzione di quel partito. Questo venne rifiutato da Woods e dai suoi sostenitori italiani. Affermavano che la creazione del PRC fosse un errore e che si sarebbe sciolto di lì a poco. Questo si evince dallo scambio di corrispondenza con i compagni italiani su questo argomento.

La maggioranza del Segretariato Internazionale - in un documento scritto da Peter Hadden, dopo la sua visita in Italia - pose chiaramente la necessità per una piccola forza, di circa 100 iscritti al tempo - per lo più giovani - di concentrare gli sforzi all'interno del PRC. Questa posizione venne respinta completamente dal Comitato Esecutivo Italiano, sostenuto da Woods e Grant. In un loro documento, che voleva essere una risposta ad una dichiarazione del Segretariato Internazionale, scrivevano: "Se il PRC richiamasse attorno a se centinaia di giovani, o divenisse un polo d'attrazione per alcuni giovani lavoratori e delegati, che creerebbero le condizioni per un dibattito al suo interno, in altre parole se la dichiarazione della maggioranza del Segretariato Internazionale non fosse solo un pio desiderio, allora sarebbe possibile prendere in considerazione un temporaneo orientamento con tutte le nostre piccole forze per reclutare il massimo numero di compagni. Ma compagni [rivolto al Segretariato Internazionale], di quale PRC state parlando? Di quale paese state parlando? Di quali condizioni storiche state parlando?"

Quattro anni più tardi i dirigenti di questa organizzazione videro l'inutilità di restare all'interno del PDS ed aderirono al PRC. In seguito alcuni loro ex membri ammisero di aver sbagliato e come fosse corretto l'orientamento del Segretariato Internazionale adducendo come scusa il fatto che "eravamo giovani, e avevamo le fette di prosciutto sugli occhi". Ma la maggioranza non aveva le "fette di prosciutto sugli occhi", ma aveva segnalato in modo chiaro in una sua dichiarazione del Gennaio 1992 - Le tattiche e l'orientamento della sezione italiana - i metodi errati utilizzati in Italia al tempo dalla scissione del PRC dal PDS e il successivo approccio verso questa importante formazione di massa. La dichiarazione sottolineava che: "Il PRC ha attirato a se 150.000 iscritti e, con el sue bandiere e simboli comunisti, si pone alla sinistra del PDS. Questa situazione richiede una flessibilità tattica come mai in passato. Infine, è stata chiesta una discussione approfondita, delle tattiche attuali, che coinvolaga tutti i membri. Tale discussione non ha avuto luogo".

Nel loro documento di prospettive, i dirigenti dell'organizzazione italiana scrissero: "Se la scissione di cui parlano i giornali avesse luogo, lui [Cossutta - uno dei primi dirigenti del PRC] non usufrierebbe di una ampio sostegno. Di sicuro potrà attirare alcune centinaia di iscritti, e dopo? Alla fine la maggioranza della corrente di Cossutta finirà per abbandonare l'attività politica o finirà per scomparire in piccoli gruppi come DP [Democrazia Proletaria]".

E' chiaro come Woods, Grant e i loro principali sostenitori italiani come Bellotti, che è una delle figure di spicco della loro organizzazine in Italia, fossero in errore per quanto riguarda il PRC. Non ammisero pubblicamente i loro errori ma entrarono nel PRC e applicarono più tardi i "surreali" argomenti sostenuti dalla maggioranza del Segretariato Internazionale senza riconoscere o rendere atto a coloro che per primi avevano proposto l'orientamento verso il PRC. In seguito,tuttavia, il Comitato esecutivo italiano ha aggravato i propri errori. Data la pressione della situazione e ovviamente gli effetti delle nostre argomentazioni tra le loro fila, furono costretti ad un voltafaccia.

Tutto ciò non mostra una somiglianza inquietante - a parti invertite - nello scontro tra Woods e i dirigenti della sezione spagnola (El Militante) della IMT? "Crediamo" che gli spagnoli siano contro l'uscita dal PSOE per orientare il proprio lavoro verso il PCE o Izquierda Unida. Eppure la dirigenza della IMT ci ha attaccato in modo dogmatico per aver sostenuto proprio questa tattica! Alan Woods scrisse nel 1989, prima della scissione: "Il PSOE è una scatola vuota [e] il sostegno al PSOE è visto come sostegno alla polizia, alle torture e alla dominazione spagnola [dei Paesi Baschi] in ampi settori, sopratutto tra i giovani." E continuava:"Tuttavia, data l'esistenza di organizzazioni tradizionali marce, se mai come adesso si pone la questione di un lavoro autonomo (o semi-autonomo). Mentre è necessario sottolineare e ribadire la necessità di orientamento verso le organizzazioni di massa, c'è a mio avviso il pericolo di trascurare le opportunità che esistono per conquistare i lavoratori e i giovani direttamente alla nostra organizzazione sotto la bandiera del marxismo." Quindi Woods era a favore del lavoro indipendente al di fuori delle "marce" organizzazioni tradizionali. Eppure, in seguito ogni tentativo di muoversi in questa direzione è stato bollato come eresia pura.

La IMT ha fatto lo stesso errore in Brasile. Un ex gruppo facente capo alla corrente Lambertista era avviato sulla strada della scissione dal sempre più "vuoto" PT (Partido dos Trabajadores) e verso l'adesione al P-Sol fino a quando non hanno incontrato Alan Woods che purtroppo li convinse a rimanere imprigionati all'interno del PT!

Ted Grant amava affermare che se si commette un errore è necessario riconoscerlo e correggerlo pubblicamente. La nostra esperienza ci ha insegnato che egli non ha mai seguito i suoi stessi consigli, ma ha sempre sostenuto di essere "dalla parte della ragione", anche quando gli è stato pazientemente dimostrato che non era così. Non è la posizione di Woods e Grant sul PRC un'altra dimostrazione del metodo completamente errato della dirigenza della IMT?

Continua...

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