mercoledì 21 aprile 2010

Basilicata. Rifondare Rifondazione.

 Il quadro elettorale regionale emerso è una riconferma non per i meriti della passata amministrazione, ma per l´evidente mancanza di alternative. Intorno alla candidatura di De Filippo, inizialmente avversato all´interno dello stesso PD e salvato solo dal compromesso interno (dopo la manovra di Antonio Luongo di spaccare la componente Dalemiana) il centro-sinistra è riuscito a mettere insieme una vera armata, brancaleone ma numerosissima, dagli ultramoderati alla cosiddetta sinistra radicale.
di Firmatari dell’appello "Rifondare Rifondazione" in Basilicata
Una cosa mai vista. In Basilicata il PD è riuscito a mettere insieme Agatino Mancusi con Rifondazione ed i Comunisti italiani, ( che pur uniti in una posticcia federazione, sono due cose diverse ) arrivando a recuperare anche Mario Lettieri. Se questo puzzle non fosse a dir poco politicamente ripugnante ed allo stesso tempo preoccupante, ci sarebbe da gridare al miracolo e proporre il giovane Speranza (o meglio Folino) al posto di Bersani . Le vicende della Giunta di Matera, il “caso” Martorano, passando per il messia Allam ed il furbo Navazio fino alla riproposizione dell´inconsistente Pagliuca, sono l´evidente dimostrazione di un centrodestra regionale pressoché inesistente.
Per cinque lunghi anni il centrodestra, sotto la guida del capogruppo Pagliuca, è stato totalmente consociativo e d´accordo quasi su tutto, prendendosi un po´ di briciole, contrattandosi qualche finanziamento clientelare per amici e parenti ed assicurando gettoni di presenza in subcommissioni ad un galoppino sottoceto di paese . La storia continuerà poiché lo scenario è indubbiamente peggiore di quello precedente, tenuto anche conto dello spessore dei nuovi neoeletti, ed emerge con estrema nitidezza che nel nuovo Consiglio Regionale non ci sarà di nuovo nessuno che farà l´opposizione.
Quando manca l´opposizione viene meno ogni ipotesi di alternanza e la storia ci ha dimostrato che in questi casi la democrazia arretra e le cose vanno sempre peggio.
Se si esclude qualche lista ultraminoritaria, inventata e quasi individuale, che ha voluto fare solo la testimonianza e solo sulla scheda elettorale, ci si spiega il plebiscito per il centrosinistra e l´essere annoverati come campioni ed addirittura come “regione rossa”!
“Si da il caso” che nella “regione rossa” i comunisti non sono riusciti a far eleggere un solo consigliere perdendo poco meno del 6 % e circa 23 mila voti, l´astensione è più alta del 2 % rispetto alla media nazionale e le schede bianche e nulle sono più del 4 %, che sommate fanno il 41,38 % di non votanti.
Non è vero che l´astensionismo sia indifferenza e che si spalma su tutti i partiti, è soprattutto non voto di protesta ed il non sentirsi più rappresentati nei propri interessi di classe sociale e riguarda principalmente i partiti di sinistra ed in particolare i comunisti che sono quelli che subiscono maggiormente il non voto.
L´elettore comunista in genere non vota per altri, se non è contento del proprio partito non va a votare.
Gli esponenti di Rifondazione e dei Comunisti Italiani sono smarriti ed ammutoliti, ma era prevedibile ed anche evitabile, ma non hanno voluto, rimanendo strettamente agganciati al carro del P.D. .
Dopo che per un´intera legislatura si è stati in maggioranza senza contare niente, dopo aver votato per i contratti con le compagnie petrolifere e taciuto sul vergognoso 7 % di royalties, dopo aver votato per la privatizzazione dell´acqua con la nascita del carrozzone di Acquedotto Lucano, dopo essersi rifiutati, nei fatti, di fare la battaglia per l´occupazione dei braccianti forestali, le moine su qualche nuova perforazione petrolifera e l´annuncio di promuovere un referendum per l´acqua pubblica, non può convincere nessuno che ci si voglia  opporre edaccreditarsi come lottatori ed anticapitalisti, andando insieme al PD .
Quando non ci si è opposti ai finanziamenti privi di contropartite dati alla Fiat ed alle Lasme, quando si sono condivisi i vergognosi bandi sulla Standartela e si è appoggiato la Giunta comunale di Potenza nel far chiudere una fabbrica per far nascere un supermercato come nel far edificare in ogni spazio verde della città, quando si è accettato che anche la Regione utilizzasse il lavoro in affitto e tante altre nefandezze, non serve andare a fare le sceneggiate davanti alle fabbriche che chiudono, stracciarsi le vesti contro il precariato e vendere il pane ad 1 euro.
Bisogna considerare che PRC e PdCI lucani non hanno fatto nulla per fare una lista unitaria e più larga, chiudendosi in una fasulla federazione burocratica imposta dall´alto, non hanno  fatto niente per coinvolgere gruppie movimenti antagonisti ma hanno addirittura caldeggiato (con l´aiuto dato nella raccolta di tante firme in un solo paese) la presentazione dell´inesistente Partito Comunista dei Lavoratori, perché non toglieva nulla e permetteva il voto disgiunto, così da poter non votare per De Filippo Presidente, con cui si era però alleati . Che dire di questo gruppo dirigente che ha creduto che il sindacalista della Fiom portasse il voto operaio e valore aggiunto, nonostante avvisato che lo stesso era inviso ai lavoratori della Fiat e non era popolare nel suo paese di origine, che a Matera si fa escludere la lista per motivi di firme ed accetta tranquillamente che i due consiglieri uscenti non facciano la campagna elettorale perché non candidati ?
Ma anche gli altri “attori” messi in campo sono risultati inadeguati alla necessità di ricostruire una presenza culturale e politica dei comunisti in Basilicata.
Tante cose che non potevano portare ad un risultato diverso . Non ci sono stati errori di percorso ma una linea politica sbagliata ed un gruppo dirigente presuntuoso ed incapace, lontano dalle lotte e dalla gente solo intento alla celebrazione di riti politicisti.
Non aver costruito uno schieramento politico e sociale che esprimesse un programma ed una prospettiva, che desse ai lavoratori la possibilità di esprimere un voto alternativo ai due schieramenti liberisti è stato un grave errore. Essersi rifiutati di sedersi con Unità Popolare, che responsabilmente ha evitato la competizione e che questa proposta l´ha sostenuta dalle elezioni Provinciali dell´anno scorso e l´ha ripetuta in tempo dovuto prima delle Regionali ed andare arrogantemente da soli, è risultata una scelta suicida non solo elettoralmente ma anche politicamente.
Il tentativo di alcuni soliti noti di mettere insieme solo la Federazione della Sinistra con la SEL, senza che ci fosse nessuna base  seria e comunquesempre sotto l´ascella protettrice del PD, è un´altra cosa tutta elettoralista e federativa, basata sui contenitori e non i contenuti, che andava in direzione diametralmente opposta alla costruzione di un´alternativa di sinistra .
I comunisti non sono di fronte ad una difficoltà di fase, come amano dire i falliti gruppi dirigenti per giustificarsi, ma a qualcosa di ben diverso e ben più ampio che attiene al modo di stare nelle istituzioni, al partito leggero, ai leader carismatici, al partito in mano agli eletti e non agli iscritti, ai gruppi dirigenti cooptati ed al dissenso soffocato.
In meno di vent´anni hanno vissuto di rendita dei voti del vecchio PCI, senza saper costruire niente e senza risultare utili a qualcosa di concreto ed hanno disperso e distrutto tutto quello che gli operai comunisti autodidatti avevano costruito. A ripercorrere la storia vengono in mente solo cose negative dal voto sul Pacchetto Treu che introdusse il precariato (la legge 30 è venuta dopo) al voto alle “missioni di pace” in Medio Oriente, ma non si trova un solo obbiettivo raggiunto dopo il 1990 che abbia migliorato la vita di chi vive solo del proprio lavoro.
Un compagno operaio ha sintetizzato tutto questo con una frase lapidaria, dicendomi : “dovevamo fare tutto quel che abbiamo fatto per far diventare Presidente della Camera Bertinotti ed assicurare un futuro alla famiglia Simonetti?”
Il Partito che doveva rifondare il comunismo si è ucciso di riformismo, senza nemmeno praticarlo.
Ora prendendo atto del fallimento di una Federazione che è stata la riedizione ridotta dell´Arcobaleno, che di comunista teneva solo il simbolo e che è risultata incapace di trasmettere un messaggio sociale e politico chiaro, qualcuno propone di perseverare sulla stessa strada lanciando inviti di unità alla informe creatura di Vendola .
Sinistra Ecologia e Libertà  non solo è chiaramente una costola esterna di un Partito ormai chiaramente centrista e liberista, ma ha un progetto che si basa sulla costruzione di un Partito del Sud interclassista e trasversale, che porta il suo mito pugliese a dialogare con l´ex fascista Poli Bortone ed a non escludere collaborazioni con Lombardo dell´MPA, e la scalata alla leadership nazionale del centro sinistra .
Non è dato comprendere cosa questo abbia a che spartire con la necessità di
ricostruire un Partito autenticamente e modernamente Comunista  che lotti contro il capitalismo e sia utile ai lavoratori e che come dice il segretario Ferrero sappia “aprirsi, confrontarsi ed unire nel rispetto diognuno e di ogni esperienza, ricostruendo la speranza ed il  senso della lotta”.
Per fare ciò necessario voltare pagina, azzerare i gruppi dirigenti, liberarsi di opportunisti e socialdemocratici, ricostruire una politica militante, democratica e plurale, generare partecipazione ed impegno, ricostruire la presenza organizzata nei luoghi di lavoro e sul territorio, costruendo un vasto movimento di opposizione capace di incidere e sedimentare nuove adesioni e nuove passioni.
Io ed altri comunisti, con le nostre idee e la nostra storia  che ci ha datoragione, siamo disponibili ad impegnarci di nuovo insieme, se si vorrà far questo.

Avigliano, 12 Aprile 2010

Vito Fernando Rosa
Unità Popolare- Comunisti Uniti Basilicata

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