lunedì 17 maggio 2010

Istruzione pubblica: A Vienna ministri dell’educazione festeggiano la nostra miseria.

Nuovi tagli e nuove privatizzazioni , ecco quello che dobbiamo attenderci da parte dei ministri dell’educazione che, riunitisi a Vienna per discutere dell’andamento e dell’approfondimento della riforma di Bologna, hanno  apprezzato i “progressi fatti fino ad ora” giudicati tuttavia ancora insufficienti.
di Giuliano Brunetti


Invece di lasciare che siano i diretti interessati a decidere , gli studenti, i lavoratori e le lavoratrici dell’università ed i rappresentanti sindacali , i “riformatori” si chiudono in una saletta di un ministero , in una città blindata per confabulare e organizzare nuovi tagli.
Ricordiamo che il processo di Bologna è stato avviato nel 1999 in una riunione dei ministri europei dell’educazione nella città di Bologna. Alle discussioni sulla riforma non hanno partecipato ne i rappresentanti degli studenti ne tanto meno i rappresentanti dei lavoratori.

Fin dal principio, l’obbiettivo di questa riforma consisteva nell’appiattimento del sapere alle 'esigenze dell'economia'. Invece di fornire agli studenti un educazione sociale globale, l'obbiettivo era ora quello di sviluppare sempre di più l'apprendimento meccanico nel più breve tempo possibile. L'attuazione della European Credit Transfer System (ECTS) forzava e forza tuttora gli studenti a sottoporsi a una permanente 'valutazione' della loro efficienza , del loro “valore di mercato”.

Tra le tante cose, la riforma si proponeva di migliorare la mobilita’ degli studenti; inutilie dire che il tanto decantato "miglioramento della mobilità” promesso agli studenti, non è stato realizzato. La pressione per finire l’università nel minor tempo possibile, legata ad un considerevole aumento delle tasse universitarie ,non consentono (o meglio consentono solo a pochi fortunati )il lusso di trascorrere un semestre all'estero.


Riforma dell’educazione, si ma per chi?

La riforma delle università regalata su un piatto d’argento alle grandi imprese, ai grandi capitalisti, non serve gli interessi degli studenti e delle centinaia di migliaia di lavoratori che vivono di servizi offerti alle università : i lavoratori e le lavoratrici nel settore delle pulizie, delle mense universitarie, i ricercatori precari, gli assistenti e i tanti portaborse in attesa di un contratto. Dopo dieci anni di tagli, sprechi, ristrutturazioni e riduzione della qualità dei servizi , la logica di questa riforma comincia ad essere oramai chiara a tutti, si tratta di estendere anche al settore della conoscenza gli attacchi, i tagli e le privatizzazioni richieste soprattutto in un periodo di crisi a gran voce dalla classe degli imprenditori.
 Con l’imposizione del burocratico processo di Bologna, l'Unione europea ha ancora una volta mostrato di essere al servizio degli interessi delle grandi imprese e dei profitti della classe dei capitalisiti. Per il capitalismo e le grandi imprese  l'istruzione deve essere la piu’ economica possibile, deve formare automi in grado di servire docilmente gli interessi di altri  una volta conseguito il titolo di studio.
Chi frequenta l’universita’ o chi ha dovuto abbandonarla poiché incapace di sostenere le tasse di iscrizione, o il posto letto in un tugurio a 350euro mensile spese escluse si rende conto di quanto marcio ci sia dietro questa riforma scellerata..
Chi conosce  la vita degli studenti universitari sa bene quanta ipocrisia e quante menzogne racchiudano le entusiaste dichiarazione trionfalistiche di chi ha oramai da troppo tempo perso il contatto con la realta’. La realta’ ad esemio della  disoccupazione giovanile dei laureati che dilaga anche a causa di questa riforma .

L’unica risposta é la lotta!

La durezza degli attacchi contro i diritti di studenti e lavoratori ha suscitato negli ultimi anni, grandi  movimenti di protesta degli studenti come non se ne vedevano da lungo tempo . Purtroppo, la mancanza di un programma politico chiaro, la mancanza di un collegamento con le le altre lotte degli studenti e dei lavoratori su scala nazionale ed internazionale hanno contribuito ad accrescere le debolezze di questi movimento.
Ciononostante, i movimenti di protesta di massa che hanno scosso la Germania, l’Austria, la Grecia, l’Italia, la Spagna e la Francia, mostrano la via da seguire. In Francia ad esempio, la coraggiosa lotta degli studenti liceali é riuscita a far piegare il governo, costringendo il ministro dell'educazione Xavier Darkos a ritardare gli attacchi pianificati.

Siamo fermamente convinti che l’unico modo per ottenere una vittoria contro il ministro dell’educazione, il governo , il patronato e l’unione europea consista in una lotta di massa organizzata democraticamente dagli studenti e dai lavoratori, attraverso l’elezione di rappresentanti eletti e revocabili, attraverso la costituzione di una vera e propria rete di studenti in lotta volta allo scambio di esperienze , materiale e prospettive politiche.

Per questo motivo ovunque Resistenze Internazionali é attiva , organizza campagne , manifestazioni e gruppi di mobilitazione contro la disoccupazione di massa, per la gratuità dell'istruzione e dei servizi pubblici. Ovunque siamo presenti, cerchiamo sempre di collegare la lotta per l'istruzione gratuita con le altre  lotte in corso nella società , consapevoli del fatto che solo l’unita’ nella lotta di studenti e lavoratori può pagare.

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