venerdì 17 febbraio 2012

Dichiarazione di Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov

Pubblichiamo questa lettera scritta da due dei nostri compagni i Kazakhstan, Esenbek Ukteshbaev presidente del sindacato indipendente ‘Zhanartu’ e Ainur Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato.


Al direttore esecutivo di tutti i movimenti Russi “Per i Diritti Umani”, Aleksandrovitch Lev Ponomarev Al direttore dell’Istituto per i diritti umani, Valentin Michaelovitch Gefter
Da Esenbek Ukteshbaev, presidente del sindacato del Kazakhstan, ‘Zhanartu’ (‘Rinascimento’), e da Ainur Kurmanov vice-presidente del ‘Zhanartu’ Dichiarazione Noi Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato indipendente dei lavoratori del Kazakistan, ‘Zhanartu’ (‘Rinascimento’) vorremmo allertarvi sul fatto che potremmo essere sottoposti ad un arresto o un sequestro a causa del nostro allontanamento forzato dal territorio della Repubblica del Kazakistan, dove ci attendono inevitabilmente l’arresto e la detenzione. 

Queste affermazioni sono legate all’arrivo a Mosca del capo del Dipartimento degli Affari Interni della regione di Mangistau, il colonnello Amanzhol Kabylov, con un gruppo di funzionari dei servizi segreti, venuti a condurre trattative con i funzionari di polizia della Federazione russa. Siamo stati informati di questi fatti da giornalisti russi e dalle nostre fonti in Kazakhstan.
Il soggetto di questi negoziati è la pianificazione del nostro arresto in collaborazione con le forze russe , dato che ci troviamo attualmente sul territorio russo. Questo alto funzionario del ministero dell’Interno kazako è attualmente respondabile delle “indagini” sui fatti di sangue del 16-18 dicembre nella città di Zhanaozen nell’area di Shetpe nella regione di Mangistau, che, secondo le nostre informazioni, hanno portato alla morte di un gran numero di lavoratori in sciopero e dei loro parenti coinvolti in una protesta pacifica.
Come risultato della collaborazione del ministero degli Interni e dei servizi di Sicurezza del Kazakhstan, molte cause penali sono state presentate e decine di persone sono già state arrestate, tra di loro molti lavoratori e attivisti che hanno partecipano allo sciopero che dura dal 17 maggio , nonché i leader del partito di opposizione ‘Alga’ (‘Avanti’) – Vladimir Kozlov, Ayzhangul Amirov, Ruslan Simbinov, Serik Sapargali, così come il caporedattore del giornale indipendente, ‘Vzglyad’ (‘Punto di vista’) , Igor Vinyavski. Tutti gli arrestati così come decine di persone a cui é vietato viaggiare sono incolpati secondo diversi articoli del codice penale: 164 ‘incitamento alla discordia sociale’, 241 ‘organizzazione di disordine di massa’ e 170 ‘richiesta di rovesciamento dell’attuale sistema costituzionale’. Da parte nostra, siamo dal 7 ottobre, in una visita prolungata in Russia, dove abbiamo avuto modo di scambiare le esperienze con le organizzazioni dei lavoratori e i media che sostengono i lavoratori del petrolio in sciopero a Mangistau e con membri del nostro sindacato in Kazakhstan. Questa estate nel nostro paese é stato aperto un procedimento penale contro di noi su iniziativa delle autorità locali in virtu’ dell’articolo 327 del codice penale. Ma per il momento il procedimento è stato sospeso e dovrebbe essere annullato a causa di un’amnistia che è stata annunciata. Ma, come abbiamo appreso dalle nostre fonti un nuovo caso criminale è stato fabbricato contro di noi ai sensi dell’articolo 164 del codice penale per ‘incitamento alla discordia sociale’. In realtà si tratta di un tentativo di incolpare noi e l’opposizione per i tragici eventi del 16-18 dicembre dello scorso anno in Mangistau. Questa è la ragione per cui l’ex comandante dello Zhanaozen é venuto in visita a Mosca per organizzare il nostro arresto e la successiva consegna al Aktau.
Temiamo che il nostro arresto possa essere fatto in segreto e realizzato sotto forma di un rapimento, senza nessun annuncio a livello internazionale, né alcun rispetto dei requisiti per l’estradizione legale. Qualcosa di simile è già stato fatto da i servizi speciali uzbek e tagiki contro gli oppositori e i dissidenti che erano nella Federazione Russa. Allo stesso modo vi assicuriamo che siamo in Russia legalmente e non abbiamo infranto nessuna legge locale del paese. Siamo solo impegnati nella difesa dei diritti dei nostri concittadini, violati dalle autorità kazake nel nostro paese. Vi chiedendo aiuto e vi chiediamo di organizzazione una campagna in nostra difesa nel caso di un arresto illegale o di un rapimento da parte dei servizi segreti kazaki sul territorio della Federazione Russa. Cordiali saluti,
Esenbek Ukteshbaev, Presidente del sindacato dei lavoratori del Kazakistan , “Zhanartu” e Ainur Kurmanov Vice-presidente del Zhanartu Mosca, 10 febbraio 2012

Nessun commento:

Posta un commento