giovedì 28 gennaio 2010

Roma. Resconto dalla Assemblea Nazionale dei Lavoratori delle Fabbriche in Lotta.

Il 23 gennaio, in una sala strapiena (quasi 100 persone), si è tenuta a Roma una riunione nazionale autoconvocata di delegati e lavoratori di aziende in crisi, con lo scopo di scambiare esperienze e di unificare le numerose lotte che si stanno sviluppando contro gli effetti della crisi economica.
Pubblichiamo un resoconto dell'Assemblea, il documento finale approvato e l'Odg di solidarietà ai NO TAV.
di Christine Thomas


Lavoratori di  molte aziende (erano presenti tra gli altri lavoratori di Maflow, Agile/Eutelia, Marcegaglia, Alfa Romeo, Alitalia, Agenzia delle Entrate, Omnia, Fiat, Manuli, ComData) e di diverse sigle sindacali e anche senza tessera sindacale hanno partecipato e sono intervenuti per parlare di occupazioni, scioperi, presidi e proteste che spesso non sono pubblicizzate e rimangono isolate e frammentati. Ma i delegati presenti non si sono limitati a spiegare lo sfruttamento che subiscono e le battaglie nelle quali sono impegnati: hanno anche proposto misure concrete per fare avanzare le lotte e queste proposte sono state riassunte in un documento finale (che pubblichiamo nel post successivo) i cui punti principali sono:

- Costruzione di un coordinamento nazionale di lavoratori della aziende in lotta

- Rafforzamento e sviluppo di coordinamenti e iniziative anche a livello locale

- Creazione di un portale su internet per coordinare le diverse realtà

- Organizzazione di mobilitazioni unificanti

- Partecipazione alle iniziative del 1 marzo (sciopero degli immigrati)

- Partecipazione a iniziative internazionali contro la crisi

- Organizzazione entro 3 mesi di un’assemblea nazionale

Alcuni lavoratori hanno anche sollevato il problema di una rappresentanza politica dei lavoratori e dei tanti deficit del sindacato. L’obiettivo non è creare una nuova sigla sindacale. Al contrario, si pensa che una forte spinta dal basso e una vasta unità delle lotte potrebbe servire a rafforzare e a influire positivamente sulle organizzazioni sindacali esistenti.


Il documento finale

La crisi del capitalismo sta estromettendo dalle aziende migliaia di lavoratori e lavoratrici, dimostrando che tutti i settori vengono toccati da essa. È un fatto ormai evidente che i lavoratori, precari, disoccupati, studenti, stanno direttamente pagando le conseguenze di questa crisi strutturale, internazionale del capitalismo. La chiusura di stabilimenti, delocalizzazione delle produzioni, licenziamenti dei precari, ristrutturazione della scuola e conseguente indebolimento e peggioramento qualitativo del sistema di formazione, aumenta e intensifica lo sfruttamento. Quanto sta succedendo ci pone come lavoratrici e lavoratori di fronte a delle scelte da condividere in modo trasversale, a prescindere dalla sigle sindacali di appartenenza e non. Siamo di fronte ad un attacco che spinge tanti lavoratori ad iniziative di lotta mai viste prima per ribadire la volontà di resistere a questo attacco. Assistiamo a forme di lotta che vanno al di là della proclamazione di scioperi e dell'occupazione di fabbriche esponendo i lavoratori personalmente senza le giuste tutele che li dovrebbero salvaguardare.


L'esempio della INNSE è una battaglia vinta che ha ridato nuove energie a tutti noi per riorganizzare la resistenza nel paese. Si rende dunque necessario creare una vera forma di solidarietà e partecipazione fra tutte le lotte dei lavoratori. Per tanto l'assemblea dei coordinamenti e dei delegati delle fabbriche e dei luoghi di lavoro in lotta del 23 gennaio propone:

- La costruzione di un coordinamento stabile nazionale di tutte le realtà di lavoro in lotta.

- La costruzione, laddove non esistono ancora, di coordinamenti territoriali.

- La formazione di un network informatico che garantisca un'informazione puntuale da tutti i nodi territoriali

- La costruzione di mobilitazioni generali territoriali e nazionali unificanti per tutte le lotte

- Promuoviamo la partecipazione a tutte le iniziative che si svolgeranno nella giornata del Primo Marzo a sostegno dei lavoratori migranti.

- Seguiamo le proposte e le dinamiche di costruzione di mobilitazioni contro la precarietà e la disoccupazione a livello internazionale

Proponiamo di organizzare entro i prossimi tre mesi una assemblea nazionale più ampia per coinvolgere più realtà di lavoratori in lotta e verificare l'avanzamento delle proposte lanciate nella riunione odierna.

Da qui è importante e fondamentale costruire un movimento vero di lavoratori uniti contro la crisi che rimetta al centro la ripresa di una coscienza di classe capace di contrastare i licenziamenti, le speculazioni e le ristrutturazioni padronali, e che metta in discussione gli attuali rapporti di forza nella società.

FACCIAMO PAGARE DAVVERO LA CRISI AI PADRONI!

Roma 23 gennaio 2010


ODG di solidarietà ai No TAV

I lavoratori e le lavoratrici, le realtà di lotta e sindacali presenti alla riunione nazionale autoconvocata del 23/01/2010, esprimono fraterna solidarietà al Movimento popolare che nella Valle di Susa e nella Provincia di Torino sta lottando contro il progetto TAV e si collegano, purtroppo solo idealmente, alla grande manifestazione di oggi a Susa. Guardiamo con gioia e rispetto ad un movimento che da anni sta resistendo a una scellerata politica, portata avanti dai governi nazionali, sia di Destra che di Centro-Sinistra, tesa a:


Fare scempio ambientale della Valsusa e del territorio dove è previsto il passaggio della Torino-Lione;

- Deportare migliaia di abitanti dal proprio territorio e dalle proprie comunità;

- Chiudere stabilimenti, cavalcando la crisi, per sostituirli con magazzini/depositi che serviranno al TAV;

- Militarizzare il territorio, nel più completo disprezzo della volontà e della autodeterminazione popolare.

Il tutto, col fine di lucrare i finanziamenti UE e garantire massimi profitti alle aziende del settore, oliando anche i portafogli dei loro referenti istituzionali.

Stiamo da più di un anno resistendo, nelle aziende e nei distretti produttivi dove lavoriamo, alle conseguenze di una crisi determinata dalle regole del sistema economico voluto dai "nostri" padroni: cassintegrazione, precarietà, licenziamenti, abbattimento dei salari, diminuzione delle garanzie di sicurezza. In molti casi viviamo sulla nostra pelle le speculazioni sui territori dove i nostri luoghi di lavoro vengono smantellati. Pensiamo che l'unità e l'autonomia delle lotte debba essere il cardine delle relazioni di solidarietà e di cooperazione fra quei settori sociali che oggi rischiano di pagare pesantemente i costi della crisi economica.

Con questo spirito sosterremo ora sempre la vostra lotta, senza se e senza ma. Facciamo pagare la crisi ai padroni!

Roma, 23/01/2010

Coordinamento dei Lavoratori del Piceno (Manuli - Maflow - IKK - Cartiera Alstrom- PAL Italia - Bentel - Itac - Prisman - Deatec) Coordinamento Lavoratori Uniti Contro la Crisi di Milano (Marcegaglia Buildtech - Maflow - OMNIA Service - Lares - Metalli Preziosi - Bitron); Coordinamento Lavoratori Contro la Crisi del FriuliVeneziaGiulia: Safilo di Marignacco e Precenicco (Ud), Eaton Monfalcone (Go), S.B.E. Monfalcone (Go), Savio Pordenone, Eco Luwata San Vito (Pn), Danieli Buttrio (Ud), Precari scuola Trieste, Indotto Fincantieri Monfalcone (Go); Comitato di Lotta per il Diritto al Lavoro di Livorno: Giolfo & Calcagno, Ipercoop, Continental, Ltm Porto, Telegate, Trw, inps, Provincia di Livorno Sviluppo, FS; Rete Operaia di Bergamo: Comital, Cartiera Pigna, Tenaris; Lavoratori Autoconvocati di Roma: Sirti, coord. autoconvocato delle installazioni e manutenzioni, Eutelia, Alitalia, Telecom, Atesia, Pubblico impiego, Ibm, Engineeering, Terzo settore, Precari della scuola, Grande distribuzione; Torino: Collettivo Lavoratori Comdata, operai Fiat Mirafiori; Fabriano: A. Merloni, Cartiere Milane







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