lunedì 19 luglio 2010

L'inadeguata politica energetica di Obama

Il 30 Marzo scorso, il New Yor Times riportava che "l'amministrazione Obama si propone per la prima volta di aprire vaste distese d'acqua lungo la costa atlantica, il Golfo del Messico orientale e la costa nord dell'Alaska alla perforazione ed estrazine di petrolio e gas naturale".Tre settimane più tardi, avveniva il distastro della piattaforma Deepwater Horizon.

di Bryan Koulouris, Socialist Alternative (CWI USA)
(traduzione di M. Di Francesco) 




I piani di Obama che prevedevano drastiche perforazioni in mare aperto potrebbero essere stati sventati, ma i permessi governativi per nuove perforazioni vennero concessi nuovamente dall'amministrazione Obama, un mese dopo la fuoriuscita di petrolio.

Mentre la compagnia petrolifera BP ha fatto di tutto per cercare di "pulire" la propria immagine, ha gestito le operazioni di pulizia del Golfo con molta calma e senza quell'urgenza necessaria dato il disastro avvenuto.

Invece di tenere sotto controllo le attività di pulizia della BP, l'amministrazione Obama ha lasciato totalmente nelle mani della BP la gestione dei falliti tentativi per tamponare i danni. La BP per "ripulire" la macchia di petrolio fuoriuscita, ha utilizzato dei disperdenti tossici, allo stesso tempo ha introdotto migliaia di barili di petrolio raccolto, nel mercato mondiale.

Nonostante alcune parole dure dette da Obama, la Casa Bianca ha fatto ben poco. Inoltre, la politica energetica di Obama al di là di tutto non gode di ottima salute. Il presidente USA in campagna elettorale aveva propagandato i vantaggi del carbone e dell'energia nucleare, e non è sorprendente che abbia ricevuto contributi da parte dei dirigenti e dei grandi azionisti legati a queste società.

Questa amministrazione "democratica" ha assunto come suoi consulenti le grandi società che dominano le industrie chiave dell'economia nordamericana. Scrive Martt Taibbi: "Il presidente Obama ha costruito il suo team di economisti con addetti ai lavori di Wall Street con l'intento di trasformare il salvataggio dell'economia in un grande regalo a tutti i settori. Obama ha assegnato le posizioni chiave dell'economia statunitense alle stesse persone che hanno causato la crisi economica".

Oltre il petrolio

L'energia nucleare non è un'alternativa. Gli effetti ambientali di un disastro nucleare non si potrebbero misurare in anni, ma in millenni. Anche senza nessun disastro, l'esposizione all'uranio e le sostanze tossiche hanno portato ad un aumento di tumori e altri problemi di salute alle popolazioni esposte, da Porto Rico all'Iraq. (Yes Magazine, 13/3/03)

A livello internazionale, l'amministrazione Obama è stata un paravento per poter affrontare in modo approssimativo i cambiamenti climatici dato che gli USA hanno rifiutato di giungere a qualsiasi accordo al vertice dello scorso anno a Copenhagen. Mentre si avvicinava il vertice tenuto nel dicembre scorso, La rivista "Scientific American" pubblicava un articolo interessante dal titolo "Un piano per un futuro sostenibile". Questo articolo dimostrava come il vento, l'acqua e l'energia solare potrebbero rifornire di energia il mondo intero a partire dal 2030. Citando la massiccia e rapida riconversione della produzione durante la seconda guerra mondiale, lo studio dimostra la possibilità di un mondo migliore. Eppure non ci sono sostenitori di tutto ciò a Washington.

Un massiccio incremento dell'energia solare, dell'energia eolica ecc avrebbe come primo effetto l'aumento dei posti di lavoro e benefici a livello ambientale. Tuttavia, questi progetti non sarebbero più proficui per le grandi imprese del petrolio, dell'automobile, del gas, del carbone e del nucleare. Per ottenere posti di lavoro "puliti" dobbiamo lottare per questi ultimi, piuttosto che dipendere da politici e dai piani aziendali. Una campagna di massa adeguata allo scopo potrebbe far convergere membri dei sindacati, intere comunità, e gli attivisti ambientalisti; al fine di tenere in scacco il colosso dell'energia, il movimento potrebbe anche proporre propri candidati.

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