sabato 27 novembre 2010

Nessuno ci rappresenta! Organizziamoci!

Con l’approfondimento della crisi economica, la vita diventa sempre più dura . Un presente difficile ed un futuro fatto di precarità e sofferenza questa sembra essere al giorno d’oggi la prospettiva piu’ attendibile per la stragrande maggiornaza di noi tutti.
La crisi colpisce fortemente anche noi giovani; Il 29.4% degli under 24 è senza lavoro, 1 giovane su 3 è disoccupato e siamo quasi 3 milioni di giovani sotto i 35 anni a lavorare in nero o con un contratto atipico.
La nostra è la prima generazione dal dopo guerra ad oggi a vivere peggio dalla precedente. Noi siamo la generazione costretta a battersi per difendere le conquiste dei nostri padri o dei nostri nonni; non lottiamo per ottenere nuovi diritti, nuove vittorie, ma lottiamo per mantenere lo status quo. Le nostre lotte sono solo difensive.

di Redazione RI


Ma nonostante questa situazione, alla maggioranza di noi la politica sembra non interessare.
Il disprezzo verso la politica, verso i suoi riti ed i suoi alfieri si spiega facilmente. Vediamo nella politica l’arte di fregare il prossimo e nei politici i campioni di questa disciplina. L’arte di promettere la luna per poi ingrassarsi a spese di tutti noi.
La nostra generazione é cresciuta nei “mitici anni 2000”, gli anni del capitalismo trionfante, della fine delle lotte sociali e politiche. Gli anni durante i quali il capitalismo era presentato come l’unico sistema capace di offrire un futuro radioso a noi tutti. Oggi vediamo che di futuro non ne abbiamo e molti di noi iniziano sentendo il peso della crisi a vedere i limiti “dell’unico sistema possibile”.
Il governo é in crisi, ma dov’é la sinistra?
Mentre la crisi sociale si approfondisce, sulla sponda politica Berlusconi ed il suo governo impegnati a fare macelleria sociale sono guardati con molta diffidenza anche da chi li sosteneva in passato . Sommerso dagli scandali e con una maggioranza sempre piu’ in bilico il governo continua nonostante tutto a seguire la strada dei tagli e delle privatizzazioni, almeno su una cosa sono d’accordo con le opposizioni : a pagare la crisi non saranno i loro amici banchieri e padroni ma la gente comune!
Nonostante la crisi deI governo, i partiti della “sinistra storica” sono incapaci di canalizzare la rabbia presente alla base della società e indirizzarla nella lotta. Questi partiti ridotti a gusci vuoti, a comitati elettorali, sanzionati per il loro coinvolgimento nei governi neoliberisti e proimperialisti sono oggi discreditati, non possono vantare un effettivo coinvolgimento della loro base che diserta in massa, delusa e tradita da politiche ed allenze elettorali contronatura.
Questo fatto non deve stupirci o sorprenderci, le sconfitte elettorali della sinistra governista equivalgono alla sconfitta della linea politica di chi ha vissuto nell’illusione di poter conciliare gli interessi dei lavoratori precari con quelli dei banchieri, degli speculatori e dei grandi industriali.
La sconfitta “dell’alternativa politiche alla meno peggio” é la sconfitta di chi si é dimenticano la necessita di sovvertire il sistema capitalista per porre fine ai suoi attacchi, alle sue guerre ed alle sue crisi, la sconfitta di chi si limita a stigmatizzare gli aspetti piu truci ed i rappresentati piu corrotti del sistema come se di esso si potessero salvaguardare aspetti genuini e favorevoli agli interessi della maggioranza della gente comune.Come se potesse esistere un capitalismo “morale , giusto o etico”.

Tanti giovani, in cerca di un’alternativa o di un modo di lottare contra la deriva della politica, contro il Berlusconismo, si sono avvicinati a movimenti che potevano sembrare alternativi come il movimento viola o il movimento del comico Beppe Grillo. Nessuno di questi movimenti offre una reale prospettiva di cambiamento . La sola difesa della democrazia e l’antiberlusconismo non bastano; abbiamo bisogno di un movimento politico capace di difendere gli interessi della gente comune. Di scegliere ad esempio se difendere un educazione pubblica, gratuità di qualità ed accessibile a tutti o scegliere di stare dalla parte della del mercato, di Tremonti e della Gelmini.
Un organizzazione capace di scegliere tra la difesa degli interessi di Montezemolo e Marchionne o degli operai cassintegrati della Fiom, un organizzazione politica che rappresenti chi è pronto a lottare, chi é pronto a costruire la resistenza nella società contro i tagli ed il razzismo istituzionale.
Quest’organizzazione oggi manca!
Ed è per questo motivo che i giovani studenti, liceali ed universitari, i lavoratori più radicalizzati e combattivi, i militanti dei movimenti nella società e più generalmente tutti coloro che sentono sulla loro pelle il peso della crisi, dei tagli e degli attacchi contro le nostre condizioni di vita devono oggi iniziare a discutere ed a confrontarsi per avviare un processo costitutivo di un nuovo soggetto politico capace di difendere un programma anticrisi, contro i licenziamenti e per l’assunzione e la regolarizzazione dei precari di tutti i settori.

Da dove iniziare?

La costituzione di un nuovo soggetto politico non avviene però in modo meccanico (addizionando partitini), ne attraverso un matrimonio di convenienza tra due segretari di partito (come lo propone la Federazione della Sinistra), il processo di costituzione di un organizzazione politica non può essere decretato dal nulla. Il processo costitutivo deve rispondere alle esigenze e alla volontà di ampi settori del movimento studentesco, del sindacato e del mondo del lavoro che devono costituire l’elemento centrale del partito.
Per evitare una deriva governista del partito si deve imperativamente rivendicare la più totale e completa democrazia interna, questo implica ad esempio la revocabilità di ogni dirigente o funzionario di partito qualsiasi siano le sue responsabilità, così come l’impegno a non percepire in caso di elezione ad una qualsiasi carica un salario superiore a quello di un lavoratore medio qualificato.
Quello che serve è un organizzazione capace di parlare la lingua dei giovani e dei lavoratori precari , un organizzazione capace di canalizzare la nostra presa di coscienza e la nostra rabbia contro questo sistema e pronta a difendere nella lotta una prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria.

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