martedì 25 gennaio 2011

Rivoluzione in Tunisia: E' solo l'inizio

La rivolta dei giovani e dei lavoratori in Tunisia ha portato ad una prima chiara vittoria spazzando via la dittatura decennale di Ben Ali. La Tunisia che fino ad un mese fà era presentata dai governi dei paesi imperialisti e dal Fondo Monetario Internazionale come un modello di sviluppo e di tranquillità per l’intera regione é letteralmente esplosa.




 La rabbia accumulata durante più di 20 anni di dittatura poliziesca, la frastruazione per l’aumento della disoccupazione e della miseria si é espressa attraverso enormi manifestazioni di massa e scioperi generali estesi a tutto il paese.

Nonostante la violenta repressione messa in atto dalle forze di polizia e dalle milizie RCD del partito del ex dittatore Ben Ali,nonostante i morti ed i feriti nessuno é stato in grado di fermare il movimento e di bloccare la determinazione del popolo tunisino a combattere per un futuro migliore.

No ad un governo Ben Ali 2!

Il governo di unità nazionale è composto o da ex-ministri del Rcd o dai ministri della cosìdetta opposizione che durante tutti questi anni non ha osso neanche un mignolo per sbarazzare il paese dal dittatore ed é stata complice di Ben Ali quando ha attuato le politiche filopadronali che hanno portato a questi livelli di miseria ed al furto del futuro dei giovani tunisini. Questa finta opposizione vuole oggi raccogliere i frutti di una battaglia che non hanno né combattuto né sostenuto in queste settimane. Il governo provvisorio ha per unico scopo quello di calmare la situazione per ricominciare a difendere gli interessi economici dei capitalisti tunisini ed internazionali. Un tale governo mette a rischio le vittorie democratiche strappate dal movimento durante le ultime settimane. Finché il potere politico resterà nelle mani di quelli che, durante anni, hanno negato i diritti democratici più elementari, finché le principali leve dell’economia resteranno nelle mani delle multinazionali che lucrano sulla miseria della gente comune, nulla può essere considerato come definitivamente acqusito.

Solo un governo al servizio delle classi oppresse,un governo dei lavoratori, potrà garantire conquiste durature in materia di libertà democratiche, ed impedire una rinascita della dittatura magari sotto una forma piu”democratica”.

La rivoluzione deve andare avanti!

Per cominciare, giovani, lavoratori e masse popolari dovrebbero esigere la fine dello stato d'emergenza, la riapertura delle scuole e delle università (il personale scolastico ed universitario, i liceali, e gli studenti devono garantirne il controllo), il pieno riconoscimento delle libertà sindacali anche nel settore privato, la legalizzazione di tutte le organizzazioni politiche ed associazioni democratiche che hanno subito la repressione sistematica della dittatura di Ben Ali durante tutti questi anni.

Comitati democratici nei quartieri, nelle aziende, nelle università e nei licei sono nati spontaneamente in queste settimane di mobilitazioni. Questi comitati si devono allargare e rafforzare nel prossimo periodo per gettare le basi per una nuova società libera, democratica ed al servizio della gente comune. La moltiplicazione di tale comitati permetterebbe anche di organizzare la resistenza contro le bande di predoni e la polizia. Una maggiore coordinazione dei comitati permetterebbe di organizzare l’espropriazione dei beni derubati alla masse popolari dalla burocrazia di regime e la loro distribuzione in funzione dei bisogni e delle necessità di tutti.

L’elezione democratica di rappresentanti revocabili e l’unificazione su scala nazionale dei comitati (attraverso un congresso nazionale di rappresentanti democraticamente eletti da questi comitati), rappresenterebbe il prodotto piu’ genuino della rivoluzione e getterebbe le basi per sostituiri i governi di “unità nazionale “ al servizio degli interessi delle multinazionali e delle oligarchie finanziarie.

Si getterebbero le basi per una nuova società, realmente democratica, che garantisca una vita degna, un vero futuro, una reale libertà. I comitati devono espandersi e rafforzarsi ovunque anche nell'esercito, per impedire che questo sia utilizzato per reprimere una futura tappa della rivoluzione. Per andare in questa direzione, occorre però costruire una vera organizzazione politica di massa, costituita dai lavoratori e dai giovani, indipendente dai politici corrotti e carrieristi. Un organizzazione politica anticapitalista che lotti per gli interessi della maggioranza della popolazione.

E’ solo l’inizio.

Ora che la rivoluzione è cominciata, tutto deve essere rimesso in discussione. La situazione miserabile dei contadini, l'assenza di diritti sindacali nelle zone franche in cui le multinazionali sfruttano i lavoratori tunisini, la mancanza di case popolari… Per ottenere una società migliore,non basta pero’ combattere per una vera e propria democrazia , per uno stato di diritto diritto ecc... Ben Ali é la sua famiglia sono solo i rappresentanti di un sistema marcio che li arricchisce oltremisura per questo motivo bisogna sottolineare che mettere in discussione il potere della famiglia Ben Ali significa mettere in discussione il sistema capitalista.

La rivoluzione in Tunisia è già diventata un esempio per i giovani in altri paesi come in Egitto ed in Algeria, dove il movimento si é esteso . La lotta contro il capitalismo deve essere internazionale perché non si puo’ cambiare il sistema in un solo paese.

La rivoluzione tunisina é appena iniziata ma rappresenta già un esempio da seguire per i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati, gli uomini e le donne, in Italia ed altrove. Un grande lezione di lotta e di coraggio che mostra come uniti si puo’ vincere contro i potenti.

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