sabato 27 novembre 2010

Stop al sessismo!

Per chi lo ignorasse, il sessismo è la tendenza ha discriminare un sesso
rispetto all’altro. (si manifesta maggiormente la misoginia, ovvero la presunta
superiorità rispetto alle donne).
Data tale affermazione abbiamo voluto fare un’intervista alla fascia d’età più
influenzabile al sessismo per verificare la consapevolezza e il pensiero di noi
giovani e non solo.



-Cosa ne pensi del sessismo?

Rachele (16 anni): penso che sia un’offesa a 2000 anni di evoluzione.
Luca (16 anni): penso che sia l’ignoranza e il non accettare il dono della vita
che ci è stato donato e l’ignorare le basi vitali dell?umanità.
Lucia (12 anni): esiste, ma non è giusto.
Clara (17 anni): Beh, guarda è la prima volta che sento nominare questa parola,
ma dopo averne appreso al significato, cosa credo? Credo che se hanno avuto il
bisogno di creare questa parola è perché esisteva no? In più non deve essere un
termine antico quindi io dico che esiste che c’è!

-In che luoghi e in che situazioni lo si trova maggiormente?

Rachele: sui posti di lavoro dove il lavoro delle donne viene valutato con minor
importanza rispetto a quello di un uomo.
Luca: nelle cose quotidiane e nelle azioni abituali. Perché sono quelle che
contano maggiormente. Per i ragazzi nelle scuole.
Docente: non trovo situazioni e luoghi in cui non lo si trova, l’unico dove non
esiste è la scuola.
Clara: Beh io riprendo il detto: o tutti o nessuno! quindi se ho detto che c’è
deve proprio essere ovunque!

-Perché le ragazze vogliono imitare le immagini maschiliste che ci vengono
trasmesse dai media?


Rachele: perché si crede che sia più facile venire accettati dagli altri in tali
condizioni e perché è più facile essere come gli altri vorrebbero che tu fossi.
Secondo me i media propongono questi modelli proprio perché avere un modello del
bello comune aiuta ad avere una popolazione con gli stessi profili mentali,
quindi una popolazione facilmente manipolabile.
Luca: suppongo perché, alcune ragazze, magari con dei problemi con il comunicare
con l’altro sesso o con il timore di non essere accettate, pensano che
nascondersi nella personalità di donne famose, che nella realtà hanno fama, sia
la soluzione migliore. La televisione ed i giornali sono spesso la fonte di
questi problemi.
Docente: perché sono vincenti, le immagini proposte dai media mostrano i maschi
vincenti, le donne o sono figure di secondo piano oppure sono degli stereotipi
(casalinghe, madri, ecc…).
Lucia: perché probabilmente le ammirano solo per l’aspetto esteriore o per la
fama e cercano di imitarle perché pensano sia l’unico modo, o il sistema più
semplice, per essere accettate dalla società.
Clara: Beh ma non credo che una ragazzina vada a guardare nei libri di storia la
moda medioevale… in fondo credo che sia giusto così anche i maschietti lo
fanno. Se sia sbagliato non lo so però poverette loro come possono saperlo?

-Hai un’idea di come si potrebbe risolvere il pensiero sessista?

Luca: molte associazioni giovanili, come lo scautismo (io ne faccio parte), o
delle comunità apposite, insegnano sin da piccoli a convivere con entrambi i
sessi e a condividere stesse idee e/o trovarne accordi in caso di idee opposte
tra i sessi. Questo è un grande aiuto e una speranza nel cancellare quest’idea
di sessismo.
Rachele: no, non ce l’ho.
Docente: secondo me non c’è soluzione. Lo si può risolvere solo dall’educazione,
a scuola come in famiglia. Inoltre ci dovrebbe essere una struttura sociale che
aiuti le donne che diventino madre.
Lucia: no, non credo ci sia.

-Dopo aver letto queste opinioni, ed esserti posto/a questi interrogativi, non
credi che il sessismo sia un problema da risolvere alla svelta?


Come quest’intervista dimostra, i media ci bombardano con l’idea che l’unico modo di riuscire nella vita per una donna sia corrispondere ad un’immagine di donna esteticamente perfetta. Le donne vengono sempre valorizzate per il loro aspetto fisico più che per il ruolo che possono giocare nella società.
Fin da bambina ci propongono un’ideale di donna o ragazza bella, magra, che si cura del suo aspetto esterno e che sia sempre pronta a fare shopping o sedurre! Basta guardare le pubblicità per la famosa barbie o i giornali per teenager che ci spiegano come dimagrire, come truccarci, e come essere sexy per i ragazzi…
Ovvio che questa rappresentazione della donna immagine abbia scopi ben definiti. A breve termine quello di fare crescere i profitti delle multinazionali cosmetiche. A lungo termine invece, lo scopo e di diffondere l’idea che le donne possono migliorare la loro vita o risolvere i loro problemi cambiando loro stessi. Così facendo vengono isolate del resto della società e isolate sono ovviamente più debole e più attaccabili. Ma tutti diritti vinti a favore delle donne, dal diritto di voto al diritto all’istruzione sono stati vinti attraverso lotte collettive.
Al giorno d’oggi l’idea generale è che le donne hanno ottenuto la parità con gli uomini ma nella realtà dei fatti le donne rimangono sempre un passo in dietro dagli uomini; in termine di occupazione, posti dirigenti, sicurezza quotidiana…
Con il dilagare della crisi economica, sono le donne ad essere colpite per primo: licenziamenti di massa, precarietà, stipendi da fame, attacchi allo stato sociale, ai diritti alla pensione, tagli a scuole e asili,… E sicuramente questi problemi non spariranno con una dieta o a colpo di rossetto.
Questi problemi sono inerenti alla struttura economica del sistema capitalista dove il profitto passa sempre per primo. La lotta delle donne non è una lotta distinta ma deve raggiungere la lotta di tutti i lavoratori, dei giovani, degli immigrati, dei poveri,… perché l’emancipazione della donna potrà solo realizzarsi in una società nella quale saranno prioritari le necessità di tutta la popolazione mondiale e non più i profitti di alcuni e dove non sarà più necessario indebolire la popolazione dividendola su base di etnia, religione o sesso.

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