lunedì 14 febbraio 2011

Egitto: Mubarak se n’è andato ora bisogna spazzare via l’intero regime!


Nessuna fiducia nei capi militari! Per un governo dei rappresentanti dei lavoratori, dei contadini e dei poveri!
Immediate elezioni per un'assemblea costituente rivoluzionaria supervisionate da comitato di lavoratori, della gente povera e della gioventù!


Meno di 24 ore dopo aver dichiarato che sarebbe rimasto fino a settembre, Mubarak è stato costretto a dimettersi da presidente egiziano. La dimensione crescente delle manifestazioni, e soprattutto la forza  collettiva della classe operaia entrata nella lotta attraverso una ondata di scioperi a livello nazionale, ha segnato una nuova tappa decisiva nella rivoluzione.

L’ultima apparizione in televisione di Mubarak ha fatto infuriare gli oltre sei milioni di manifestanti che protestavano per le strade dell'Egitto. Questo svolta rappresenta una grande vittoria per tutti coloro che hanno combattuto coraggiosamente contro lo stato di polizia di Mubarak - i giovani, la classe operaia e i combattenti della piazza Tahrir. Si tratta di un esempio importantissimo per i lavoratori e gli oppressi di tutto il mondo: l'azione di massa é determinante per sconfiggere i governi non importa quanto forti sembrino.
Tuttavia la battaglia non è ancora finita. Il non eletto vice-presidente Suleiman, ex capo dei servizi di intelligence di Mubarak ha annunciato che l'ex presidente ha consegnato il potere al "Consiglio superiore delle forze armate per gestire gli affari del Paese". Il nuovo capo di Stato, Mohamed Hussein Tantawi, è stato ministro della difesa e Comandante in Capo delle forze armate dal 1991, quasi due terzi del tempo che Mubarak era al potere. Un corrispondente della Bbc ha commentato che "L'acquisizione dell’esercito è molto simile a un golpe militare ... perché ufficialmente dovrebbe essere il presidente del parlamento, che prende il sopravvento, non la leadership dell'esercito".

In risposta a questo, la massa del popolo egiziano deve far valere il suo diritto a prendere le decisioni attinenti al futuro del loro paese. Nessuna fiducia dovrebbe essere posta nelle figure del regime o nei loro padroni imperialisti. Bisogna organizzare da subito libere elezioni di una assemblea costituente rivoluzionaria che può decidere il futuro del paese queste elezioni devono essere tutelate dai comitati di massa dei lavoratori e dei poveri. 

Il processo di formazione di comitati locali e di organizzazioni indipendenti dei lavoratori indipendenti deve  essere accelerato, le organizzazioni vanno allargate e collegate tra di loro. Un chiaro appello per la formazione di comitati eletti e gestiti democraticamente nelle comunità, nei luoghi di lavoro, nelle base dell’esercito puo’ ricevere una risposta di massa. 

Questi organismi dovrebbero coordinare la rimozione del vecchio regime, e mantenere l'ordine e gli approvvigionamenti  e, soprattutto, costituire la base per un governo dei lavoratori e dei rappresentanti  della gente comune che spezzi quello che  resta della dittatura, e che difenda  i diritti democratici e inizi a rispondere alle esigenze economiche e sociali della maggioranza degli egiziani.

Nessun commento:

Posta un commento