venerdì 30 settembre 2011

Cile. Sulla repressione del movimento e degli scioperi generali Sulla rottura della pace sociale

Celso Calfullan e Danny Byrne, Resistenze Internazionali , CWI Cile




Dopo 20 anni caratterizzati da un livello relativamente basso di lotte nel Cile post-Pinochet gli scorsi mesi hanno visto una vera e propria  eruzione delle lotte sociali e operaie. 20 anni di governo dell’alleanza e della “concertazione” delle forze democratiche della sinistra hanno portato solo vuote promesse, la continuazione delle politiche neoliberiste portate avanti dalla dittatura, esasperando le speranze delle masse e alienando le generazioni più giovani. 


L'elezione del governo di destra di Sebastian Pinera e le sue politiche contro i lavoratori si sono rivelati essere la frusta della controrivoluzione, che ha frantumato in Cile un periodo di relativa "pace sociale". Il tentativo di Pinera di crogiolarsi nella gloria del salvataggio dei 33 minatori non ha funzionato e gli ha garantito solo una brevissima luna di miele con l’opinione pubblica. Il suo indice di gradimento, che superava il 60% al momento del salvataggio dei minatori, è sceso oggi sotto il 30%.

Le ultime settimane hanno visto centinaia di migliaia di persone invadere ripetutamente le strade. La Federazione sindacale è stata costretta a convocare uno sciopero generale di 48 ore per il 24 e 25 agosto, in solidarietà con le rivendicazioni degli studenti 'per un miglioramento del diritto del lavoro e per una profonda riforma politica e costituzionale’. Le notizie della  stampa indicano che, nonostante il tentativo di indebolimento della mobilitazione da parte della burocrazia sindacale, lo sciopero ha avuto un impatto significativo, almeno nel settore pubblico e ha portato molte decine di migliaia di lavoratori per le strade. Un ragazzo di 16 anni é stato assassinato dalla polizia con un colpo di arma da fuoco mentre stata attraversando la manifestazione a Santiago, un altro giovane di 18 anni é stato ferito gravemente. La rabbia è molto presente nella società e oltre l'80% dei cileni sostengono le rivendicazioni degli studenti. Il coperchio è saltato, un periodo di grandi lotte e di confronto si è  aperto. E così il Cile potrà rapidamente passare da modello per il neoliberismo e per gli economisti di destra di tutto il mondo a importante centro di lotta e resistenza per tutta l’America Latina.

Sciopero generale  un'occasione mancata?

Si è trattato del primo sciopero di 48 ore convocata dopo la caduta della dittatura. E’ stato convocato dalla direzione del CUT, un pezzo di burocrazia conservatrice legata all'apparato e ai funzionari dei partiti di "sinistra”. L’enorme pressione dal basso, dai lavoratori ha costretto i leader del CUT a convocare lo sciopero, per prevenire una mobilitazione spontanea della classe operaia. Come già successo molte volte in paesi ed epoche differenti le lotte degli studenti sono state l’ ‘ariete’ che ha aperto la strada per l’entrata nella lotta della classe operaia. Una prima espressione di tale lotta è stato il durissimo sciopero dei lavoratori dell’industria del rame in tutto il paese l’11 luglio. In risposta alla "ristrutturazione" di Pinera lo sciopero ha paralizzato il settore, che rappresenta il 16% del Pil cileno, in un paese che produce il quinto del rame nel mondo. La solidarietà tra gli studenti in lotta e gli operai del rame è stata sorprendente, istintiva e potente. Assemblee nelle scuole occupate e nelle università di tutto il Cile hanno salutato lo sciopero e si sono organizzate molte manifestazioni di solidarietà. Tuttavia, il ruolo dei leader sindacali, che hanno apertamente cercato di dissuadere i lavoratori dal partecipare alle proteste del movimento studentesco, ha avuto un'influenza e ha limitato il concretizzarsi di questi sentimenti di unità in azioni comuni. Lo sciopero generale aveva le potenzialità per rappresentare un enorme passo avanti in questo senso. Ad esso ha  aderito il movimento studentesco, che ha costruito proteste di massa riunendo - secondo gli organizzatori - hanno 600.000 persone in tutto il paese, di cui 400.000 a Santiago. Va sottolineato il comportamento della direzione della CUT, che ha convocato lo sciopero senza però fare nulla per costruirlo e trasformarlo in un vero successo!

Mentre lo sciopero ha avuto molte adesioni nel settore pubblico - oltre l'80% del settore secondo i sindacati - il settore privato ha visto una partecipazione minore. Anche lavoratori tradizionalmente molto combattivi, come quelli delle miniere di rame e i portuali, pur dichiarando apertamente il proprio sostegno allo sciopero, non hanno partecipato. Per due motivi: da un lato la paura di perdere il posto di lavoro, dall’altra lo scarso impegno dei leader sindacali, che non sono riusciti a trasmettere entusiasmo a settori più ampi  della classe operaia, laddove - come nel settore privato - c'è una basso livello di sindacalizzazione. La storia di relazioni amichevoli con i governi della Concertacion, che contraddistingue il movimento sindacale e la CUT in particolare ne ha ridotto notevolmente l'autorità del movimento sindacale. I leader della CUT sono visti da molti come reliquie dell’establishment, lontane dalle lotte dei lavoratori. Nel mese di luglio, il principale dirigente della CUT, Arturo Martinez, è stato contestato dai lavoratori, dopo essere stato sorpreso mentre mangiava in un ristorante di lusso, proprio di fronte a una manifestazione di massa dei lavoratori portuali a Valparaiso!

Assemblee territoriali

Una parte essenziale della strategia necessaria per superare l’azione di freno esercitata della CUT risiede nel potenziale delle "assemblee territoriali", che sono sorte in alcune zone del paese. Assemblee che vedano una partecipazione di massa e dotate di una struttura democratica a livello regionale e nazionale rappresentano il mezzo per eccellenza per costruire un grande sciopero generale dal basso in grado di scavalcare i leader CUT. Tali assemblee potrebbero rappresentare anche la chiave per intrecciare legami profondi tra gli studenti e la classe operaia e unirli in un movimento di massa attraverso il coinvolgimento consapevole dei rappresentanti nelle assemblee nei luoghi di lavoro. E parallelamente essere uno strumento efficace per i militanti sindacali di base contro le direzioni sindacali moderate e per trasformare i sindacati in veri strumenti di lotta e mobilitazione. Socialismo Revolucionario lavora per la diffusione di queste assemblee in tutto il paese, per il loro coordinamento su base democratica e l’adozione di un piano per intensificare la lotta. Ciò significa iniziare a preparare un nuovo sciopero generale vero, organizzata dal basso e con slogan radicali capaci di mobilitare chi partecipa alle lotte con l’obiettivo di un modello sociale alternativo.


La repressione si intensifica

L’uccisione di un ragzzo di 16 anni e  il ferimento di un giovane di 18 anni, la cui vita è ancora appeso a un filo, sono la conseguenza delle vergognose politiche repressive messe in campo dal governo e che hanno portato all’arresto di centinaia di ragazzi. Idranti e gas lacrimogeni sono stati utilizzati in grande quantità contro i giovani manifestanti, alcuni dei quali hanno costruito barricate sull’autostrade durante gli scontri con le forze dell’ordine. Recentemente un portavoce del governo ha minacciato di introdurre “lo stato di emergenza”, secondo una vecchia legge mai attuata. Questo e le parole di un alto funzionario governativo, che sembra aver evocato l'uccisione di un leader della protesta studentesca usando una frase di Pinochet - "se la cagna viene uccisa ci si sbarazza della sporcizia” – hanno rafforzato l'odio verso il governo e associato la sua immagine a quella della dittatura di Pinochet. Questa repressione omicida potrebbe ritorcersi contro il governo e le istituzioni e provocare un’ulteriore esplosione di rabbia da parte dei giovani e dei lavoratori. Ma la risposte dei lavoratori e degli studenti a tali sviluppi devono essere rapide e decisive. Alle dichiarazioni da parte dei lavoratori argentini organizzati dalla CGT, che sono disposti a organizzare blocchi al confine come forma di solidarietà contro questi atti di repressione, devono fare riscontro interventi sul suolo cileno, per chiarire che questa barbarie non sarà tollerata.

Il movimento studentesco in rivolta contro il neoliberismo

Il sistema scolastico cileno è un esempio di scuola del modello neoliberista. La dittatura di Pinochet ha incoraggiato la proliferazione e l’affermarsi dell’istruzione privata. Questo approccio neoliberista è stato alimentato dai governi della Concertaciòn. Le grandi università a scopo di lucro gestite da grandi uomini d'affari e da politici dell’establishment dominano la scena educativa. La scuola è diventata un campo di investimento redditizio per il capitalismo, con tariffe in aumento e un crescente peggioramento degli standard educativi. Si assiste a un cronico sottofinanziamento delle università. Per esempio l'Università del Cile, la principale università pubblica del paese, riceve solo il 14% delle risorse da parte dello Stato. Ciò fa sì che spese esorbitanti debbano essere sostenute dagli studenti. Col risultato che in media uno studente lascia l’università con 45 mila dollari di debiti!

Il movimento attuale, che rappresenta una risposta a questa situazione, dura da più di 4 mesi. La protesta é culminata in due importanti giornate di mobilitazione, il 30 giugno e il 20 agosto, quando 500 mila studenti sono scesi per le strade nella più grande manifestazione dalla la caduta di Pinochet. La stragrande maggioranza delle università pubbliche e delle scuole secondarie sono state occupate. Il movimento ha davvero scosso il governo. In primo luogo il governo ha risposto con la sospensione delle lezioni e l'inizio di "negoziati" con i rappresentanti della lotta, accordando alcune concessioni, tra cui un aumento dei finanziamenti all'istruzione. Ma il movimento, mettendo al centro delle sue rivendicazioni la richiesta di un'istruzione gratuita, ha respinto il terzo tentativo da parte del governo di porre fine alla protesta, impegnandosi a ridurre i tassi di interesse sui prestiti agli studenti. Questa decisone si è rivelata corretta. La risposta del governo, che ha oscillato tra le concessioni e una brutale repressione mostra lo stato confusionale in cui si trovano i politici e i padroni, che ormai descrivono la situazione come "ingovernabile".  Per fare in modo che le richieste del movimento siano soddisfatte è necessaria una chiara strategia di escalation della lotta.

Chi trae profitto dalla crescita economica?

Il governo di Pinera ha continua a giustificare la propria esistenza sulla base del 'successo' delle sue politiche economiche, attestato dai dati sulla crescita. Quest'anno, l'economia cilena è destinata infatti a crescere di oltre il 6%, in controtendenza con la recessione mondiale. Pinera ha accusato gli organizzatori dello sciopero generale di mettere in pericolo la crescita economica. La propaganda capitalistica, secondo cui i cileni non “sono mai stati così ricchi” stride fortemente con la realtà nella quale vive la maggioranza dei lavoratori, dei giovani e dei poveri. Secondo la legge del profitto capitalistico la crescita economica sta arricchendo ulteriormente una minuscola élite, che trae dalla propria ricchezza fiducia per attaccare i diritti e condizioni di vita della gente comune.

Lo stesso Pinera é l'uomo più ricco del Cile,  un rappresentante diretto e fedele di questa élite e viene sempre più identificato con essa. I sondaggi mostrano che la società percepisce il governo come espressione di imprenditori e di manager. La contraddizione tra crescita economica e la lotta di molti cileni per la sopravvivenza si è rivelata una miscela potenzialmente esplosiva. Una delle più elogiate concessioni del governo, l’aumento del salario minimo cileno a 10.000 pesos, non serve nemmeno a coprire l’aumento del prezzo del pane nell’ultimo periodo! Una recente indagine ha dimostrato che il 65% delle persone pensa che la crescita economica "non ha cambiato nulla".

Antipolitica?

I sentimenti antipartito diffusi nel movimento studentesco sono la risposta delle giovani generazioni alle esperienze fatte con le forze politiche esistenti: l'eredità del neoliberismo e di una lunga sfilza di tradimenti da destra e sinistra avvenuti negli ultimi decenni. Questo stato d'animo antipartito in Cile è particolarmente sviluppato, ma è una caratteristica dei movimenti anche altrove, in particolare in Spagna, ma anche in Grecia. Tuttavia si tratta di una caratteristica delle prime fasi della lotta. Le esperienze del passato ci insegnano che una rinnovata comprensione della necessità di una forza politica alternativa è destinata a emergere. Anche il Partito Comunista, che per decenni ha sostenuto i governi neoliberisti della Concertaciòn, è oggi in cattiva luce. Ciò non deve sorprendere: il PC gestisce “un’azienda universitaria” a Santiago! Dìaltro canto descrivere il movimento come non-politico sarebbe un grave errore. Un diffuso risentimento nei confronti dello sciacallaggio, il massiccio consenso verso misure socialiste come la nazionalizzazione dell'industria del rame dimostrano quanto in realtà esso sia “politico”. Oggi è fondamentale organizzare e collegare tra loro chiunque si riconosca in queste richieste e nella prospettiva di una trasformazione radicale dell’economia e della società.

Da qui la necessità di creare nuove organizzazioni politiche, sulla base delle lotte che si stanno sviluppando. Le rivendicazioni dello sciopero generale sono andate al di là della difesa della sistema scolastico e hanno espresso chiaramente una volontà di rottura con il sistema politico, con la rivendicazione di una nuova costituzione al posto dell’attuale, ereditata dall'era Pinochet, e di una maggiore democrazia nei processi decisionali. L'accumulo di rabbia e di frustrazione per il tradimento delle  speranze in una società migliore che milioni di persone nutrivano dopo la "transizione alla democrazia" potrebbero portare a un punto di rottura.

La gente comune si rende conto che nulla è sostanzialmente cambiato da quando è caduto Pinochet e che la dittatura del capitale continua e ancora una volta solo la lotta di massa può portare a veri cambiamenti. Socialismo Revolucionario ha partecipato al movimento fin dall'inizio. Ci battiamo per una alternativa rivoluzionaria al sistema attuale. Chiediamo la convocazione di una nuova assemblea costituente, sulla base di une rete diffusa di assemblee democratiche e che sia realmente rappresentativa degli interessi dei lavoratori e dei poveri. Un’assemblea in grado di esprimere un governo dei lavoratori e dei poveri e di controllare le risorse e l'economia del Cile .

La rivendicazione degli studenti 'per la nazionalizzazione dell'industria del rame e per un'istruzione gratuita’ rappresenta il seme di un tale potenziale alternativa al sistema. Su questa base è possibile realizzare una società socialista, capace di soddisfare i bisogni e le necessità delle masse cilene e latino-americane, che hanno una ricca storia di lotte rivoluzionarie contro il capitalismo e l'imperialismo. L'impatto degli "indignados" spagnoli sul Cile e la solidarietà dei lavoratori argentini dimostrano come ci troviamo di fronte a un movimento internazionalista. Allo stesso modo il veloce sviluppo degli eventi in Cile potrebbe esercitare a sua volta un’influenza in altri paesi della regione. In questo senso, l’idea di una federazione di socialista latino-americana, come parte di un mondo socialista, potrebbe diventare qualcosa di meno astratto e avere un influsso anche sulle lotte che si sviluppano in altri paesi.

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