domenica 15 aprile 2012

CWI e ControCorrente promuovono una campagna internazionale

 di Giuliano Brunetti

Solidarietà ai lavoratori del Kazakhstan


Lo scontro tra i lavoratori del settore petrolifero in Kazakhstan e il regime di Nursultav Nazarbayev inizia lo scorso maggio, con una serie di scioperi a sostegno di rivendicazioni salariali e democratiche, e culmina il 16 dicembre col massacro di circa 200 lavoratori a Zhanaozhen e il successivo arresto di centinaia di attivisti, molti dei quali vengono trattenuti, torturati e uccisi nelle carceri del regime. Tra gli arrestati Nata-lia Sokolova, avvocato degli scioperanti della società estrattiva Karazhambas-Munai. Il CWI ha deciso di lanciare una campagna di solidarietà internazionale proprio per coordinare in tutto il mondo le iniziative di denuncia nei confronti della dittatura che governa il paese e degli organismi internazionali che la sostengono. L’obiettivo è promuovere il massimo sostegno a tutti i militanti e dirigenti politici e sindacali dei lavoratori coinvolti nei movimenti di opposizione e nella lotta per i diritti democratici fondamentali: libertà di parola, di stampa, di riunione, diritto di costituire sindacati e partiti politici indipendenti dal governo e di organizzarsi nei luoghi di lavoro e nelle comunità senza interferenze da parte dello Stato, diritto di sciopero. Tra questi i compagni Esenbek Ukteshbayev e Ainur Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato Zhanartu, attualmente rifu-giati in Russia ma vittime di pesanti intimidazioni da parte del regime.


Alcuni governi in Europa e nel mondo criticano sommessamente Nazarbayev. Alcuni leader politici e sindacali dichiarano il proprio sostegno all’opposizione, cercando allo stesso tempo di moderarne le rivendicazioni. Allo stesso tempo molti governi ‘democratici’ continuano a inviare i propri rappresentanti alle conferenze internazionali organizzate da Nazarbayev e incoraggiano le proprie compagnie a firmare lucrosi accordi commerciali, soprattutto per l’estrazione di petrolio, gas e minerali preziosi. L’ex premier britannico Blair possiede una società di consulenze che incassa milioni di dollari consigliando Nazarbayev su come investire e fronteggiare i disordini sociali! L’ENI ha una collaborazione decennale col regime e il fondo sovrano del Kazakhstan ha una significativa quota azionaria in Unicredit. Proprio nei giorni in cui questo numero di RESISTENZE va in stampa Monti dovrebbe incontrare Nazarbayev, nel quadro del suo tour in Oriente. Tuttavia il conflitto tra i lavoratori e il regime potrebbe riesplodere in qualsiasi momento portando con sé sviluppi analoghi a quelli della cosiddetta ‘primavera araba’. Il governo infatti si è spinto troppo in là nei suoi attacchi ai lavoratori e Nazarbayev potrebbe cercare di prendere misure preventive per imbavagliare l’opposizione. Da un momento all’altro potrebbero esplodere uno sciopero generale e una rivolta di massa in tutto il paese, con risultati imprevedibili.

L’8 marzo scorso, la Corte suprema del Kazakhstan ha deciso di 'riqualificare' le accuse penali che pesavano su Natalia Sokolova. La condanna a sei anni di carcere è stata annullata e trasformata in tre anni di libertà condizionata, più altri due sotto sorveglianza col divieto di partecipare ad ‘attività sociali’. E’ il primo risultato significativo della campagna di solidarietà internazionale, che sta coinvolgendo associazioni per i diritti umani, sindacati, e organizzazioni politiche di sinistra, ecc. Le sezioni del CWI nei diversi paesi hanno organizzato manifestazioni, picchetti e conferenze stampa per chiedere il rilascio della Sokolova. Su iniziativa del parlamentare europeo Paul Murphy e del GUE, il parlamento europeo ha discusso la situazione politica in Kazakhstan e si è associato a questa richiesta. La visita in Kazakhstan di Andrej Hunko, parlamentare della LINKE tedesca e sostenitore della Campagna, ha segnato un’altro momento decisivo. La sezione russa del CWI, insieme ad altri gruppi di sinistra e organizzazioni sindacali, ha organizzato numerose conferenze stampe e azioni dimostrative a Mosca, Pietroburgo e Kiev. Nel mese di gennaio Natalia è stata candidata da Zhanartu, sostenuta dall'Ufficio Internazionale per i Diritti Umani del Kazakistan, a ricevere il premio dalla International Trade Union Congress come ‘sindacalista dell’anno’, provocando grande imbarazzo al regime. Sono state organizzate azioni di solidarietà in Austria, Australia, Belgio, Hong Kong, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, in Svezia, Francia, Venezuela, Pakistan e Polonia. I prossimi obiettivi sono il rilascio di tutti i prigionieri politici e dei 43 lavoratori del settore petroli-fero, attualmente detenuti per ‘incitamento al conflitto sociale’ e per aver partecipato a riunioni sindacali ‘illegali’ e il ritiro delle accuse contro Ainur Kurmanov e Esenbek Ukteshbayev.

Sito ufficiale: http://campaignkazakhstan.org/ Materiale tradotto in italiano: http://campaignkazakhstan.org/index.php/international-campaign-material/ Per aderire: http://campaignkazakhstan.org/index.php/sign-the-petition/ Per inviare lettere a sostegno di Ainur ed Esenbek: http://campaignkazakhstan.org/index.php/defend-zhanartu-leaders-email-protest/emailpopuppage/ Per fare donazioni: http://campaignkazakhstan.org/index.php/donate/ oppure versare sul conto corrente postale IT08S0760101400000094405727 (ASSOCIAZIONE CONTROCORRENTE, causale ‘campagna Kazakhstan’).

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