lunedì 21 maggio 2012

Campagna di solidarietà per i lavoratori del settore petrolifero in Kazakhstan

Redazione RI

Obiettivi.
La campagna è stata lanciata con lo scopo di coordinare in tutto il mondo iniziative di denuncia verso il regime e gli organismi internazionali che collaborano con esso. La campagna mira a sviluppare il massimo sostegno possibile a coloro che stanno lottando contro il regime e in particolare a Esenbek Ukteshbayev e Ainur Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato Zhanartu, attualmente i principali obiettivi della repressione da parte dello Stato. La campagna si rivolge a singoli attivisti e dirigenti sindacali e militanti politici, così come a organizzazioni sindacali e altre organizzazioni, chiedendo loro di: a) aderire alla lista dei sostenitori della campagna;

b) inviare lettere di protesta contro la negazione dei più elementari diritti democratici in Kazakhstan; c) rispondere ad eventuali altri appelli per denunciare ulteriori attacchi contro attivisti dell’opposizione; d) Inviare dichiarazioni di solidarietà con i lavoratori impegnati in scioperi e manifestazioni; e) Aggiungere il proprio nome all’appello della campagna (http://campaignkazakhstan.org/index.php/sign-the-petition/); f) fare una donazione attraverso il sito web oppure versando sul conto: IT08S0760101400000094405727, intestato ad ASSOCIAZIONE CONTROCORRENTE (scrivendo nella causale ‘campagna Kazakhstan’) e chiedere ai propri colleghi, amici e parenti di fare lo stesso. Il comitato promotore della campagna di solidarietà internazionale può essere contattato scrivendo a CampaignKazakhstan@gmail.com. La campagna italiana può essere contattata tramite la pagina Facebook: Campagna di solidarietà per i lavoratori in Kazakhstan (http://www.facebook.com/pages/Campagna-di-solidariet%C3%A0-per-i-lavoratori-in-Kazakhstan/317296311664638) o scrivendo a info@controcorrentesinistraprc.org. Su Facebook abbiamo pubblicato anche un video di 10 minuti sottotitolato in italiano con un resoconto giornalistico della strage di dicembre. Per organizzare azioni di protesta, l’ambasciata kazaka in Italia è Via Cassia 471, 00189 Roma, e-mail: roma@mfa.kz I messaggi possono essere inviati anche al governo kazakho attraverso il ministero degli Esteri della Repubblica del Kazakhstan (e-mail: mid@mid.kz inviando in copia anche a KazakhstanSolidarity@gmail.com.
La lotta contro la dittatura in Kazakhstan Come costruire in tutto il mondo sostegno e solidarietà Il Kazakhstan è uno stato di polizia E’ governato da una sola persona, Nursultan Nazarbayev, e dai suoi parenti più stretti, che hanno saccheggiato le ricchezza del paese per arricchirsi ed procacciarsi alleati internazionali. La stragrande maggioranza della popolazione vive nella povertà e coloro che protestano contro il regime o tentano di organizzare una resistenza di massa sono perseguitati, incarcerati e persino uccisi. Un lungo sciopero dei lavoratori dei giacimenti petroliferi del paese ha portato migliaia di lavoratori e di famiglie verso la morte per fame. Il loro rappresentante legale, Natalia Sokolova, è stato scandalosamente condannato a sei anni di carcere per calunnia e liberata successivamente grazie alla pressione della nostra campagna di solidarietà internazionale. I leader di questi lavoratori e le loro famiglie sono stati sottoposti a brutali attacchi fisici compreso lo stupro e l’omicidio. Proiettili di gomma e manganelli sono stati usati per intimidire gli scioperanti, i rappresentanti della stampa e gli osservatori dei diritti umani. Il 16 dicembre 2011 durante le cerimonie per il XX anniversario dell’indipendenza dall’URSS, un vero e proprio massacro è stato perpetrato dalle ‘forze dell’ordine’ contro una manifestazione pacifica nella piazza centrale di Zhenazoen. I lavoratori della zona affermano che circa 200 sono stati uccisi. Immediatamente sono stati effettuati moltissimi arresti. E ai parenti delle vittime sono state negate informazioni sui loro cari. Secondo un’inchiesta di ‘Giornalisti senza frontiere’: il Kazakhstan è al 162esimo posto su 178 paesi per quel che riguarda i dati sulla ‘libertà di stampa’. E’ anche uno dei paesi più corrotti e autoritari del mondo. ‘World Democracy Audit‘ colloca il Kazakhstan all’83esimo posto su 149 stati per quel che riguarda il livello di corruzione e al 29esimo dall’ultimo paese nella classifica sulla mancanza di diritti democratici! Il regime di Nazarbayev teme un’esplosione di rabbia dal basso sul modello delle rivoluzioni che hanno spazzato via le dittature in Tunisia e in Egitto l’anno scorso. Questo spiega la sua politica di zig zag e i suoi nervosi cambiamenti di linea, il suo approccio arbitrario alla ‘giustizia’ e i suoi tentativi di reprimere nel sangue il movimento operaio. Sotto l’impatto degli eventi in Nord Africa, Nazarbayev ha deciso di anticipare al 2011 le elezioni presidenziali, previste per il 2020. Il risultato è stato un fraudolento 95% a suo favore. Mentre gli osservatori sui diritti umani indicano un deterioramento della situazione in Kazakhstan, Nazarbayev racconta ai capi di governo come la signora Merkel in Germania che si stanno facendo progressi, ma che la democrazia ‘si trova all’inizio del nostro percorso, non alla sua fine’!
La voce dei lavoratori e delle masse povere Nonostante i trucchi del regime, il malcontento di massa nel paese non diminuisce e coloro che esprimono la rabbia del popolo rappresentano una crescente minaccia per il regime. Ainur Kurmanov e Esenbek Ukteshbayev hanno condotto campagne di resistenza di massa e sono ampiamente rispettati e riconosciuti come dirigenti della federazione sindacale indipendente Zhenartu. Questa organizzazione nazionale rivendica la rinazionalizzazione di tutte le risorse più importanti del paese: l’industria, le banche e i terreni che sono stati saccheggiati da Nazarbayev e dei suoi compari. Chiedono che a ciò si accompagni l’introduzione di forme di controllo democratico da parte di rappresentanti eletti dei lavoratori, in modo da permettere alla popolazione del Kazakhstan di gestire collettivamente il frutto del proprio lavoro, oggi nella mani della cricca presidenziale e dei suoi amici, che controllano le filiali delle imprese multinazionali presenti nel paese. Ainur e Esenbek hanno guidato una lotta vittoriosa contro gli sfratti attraverso la campagna ‘Giù le mani dalle case del popolo’ e sono conosciuti in tutto il paese come leader di ‘Kazakhstan 2012?, ora denominato ‘Movimento Socialista del Kazakhstan’ (SMK), che si prefigge lo scopo di costruire rapidamente un grande partito. A causa di queste attività Ainur e Esenbek vengono perseguitati dal regime. Sono stati entrambi stati oggetto di arresti arbitrari, sono stati detenuti in condizioni orribili nelle carceri nel regime e si è cercato di assassinarli entrambe. Attualmente si sono rifugiati in Russia, ma (vedi lettera riprodotta in calce) sotto la minaccia di arresto o sequestro concordato tra le autorità russe e quelle kazakhe. Il 28 aprile tre attivisti del MSK sono stati arrestati, tra cui la compagna di Ainur.
Una campagna per i diritti democratici La Campagna per il Kazakhstan si propone di promuovere il massimo sostegno possibile a tutti i militanti e dirigenti politici e sindacali dei lavoratori coinvolti nei movimenti di opposizione. Questo significa sostenere la lotta per i diritti democratici fondamentali: libertà di parola, di stampa, di riunione, il diritto di costituire sindacati e partiti politici indipendenti dal governo, il diritto di organizzarsi nei luoghi di lavoro e nelle comunità senza interferenze da parte dello Stato, il diritto di scioperare e manifestare. Tutti questi diritti oggi in Kazakhstan vengono calpestati. Alcuni governi in Europa e nel mondo hanno espresso delle critiche molto diplomatiche verso gli abusi di potere del regime. Alcuni leader politici e sindacali hanno dichiarato il proprio sostegno ad alcuni elementi dell’opposizione, cercando allo stesso tempo di moderarne le rivendicazioni. Molti governi cosiddetti democratici continuano a inviare rappresentanti alle conferenze internazionali organizzate da Nazarbayev, inviano delegazioni ufficiali in Kazakistan e incoraggiano le proprie compagnie a lucrosi accordi commerciali, soprattutto per l’estrazione di petrolio, gas e minerali preziosi. L’ex premier britannico, Tony Blair, è proprietario di una società di consulenze che incassa milioni di dollari in cambio di consigli su come investire e fronteggiare i disordini sociali! L’ENI ha una collaborazione decennale col regime e il fondo sovrano del Kazakhstan ha una significativa quota azionaria in Unicredit. Monti, nel suo recente viaggio in oriente, ha effettuato una tappa in Kazakhstan, incontrando il premier Masimov. I giornalisti della Stan TV e dei quotidiani dell’opposizione liberale sono stati brutalmente perseguitati. Le vite dei leader delle organizzazioni di opposizione politica e sindacale dei lavoratori e degli avvocati che li sostengono sono costantemente sotto minaccia. Questi compagni hanno bisogno del massimo sostegno internazionale tra i militanti socialisti e nel sindacato. Molte manifestazioni intorni agli slogan ‘Abbasso la dittatura Nazarbayev’ e ‘I lavoratori del Kazakhstan vinceranno’ sono state organizzate in numerosi paesi davanti alle ambasciate, ai distributori di benzina, durante partite di calcio, convegni organizzati dalle multinazionali che hanno interessi in Kazakhstan e cerimonie ufficiali. Il conflitto tra il regime di Nazarbayev e i suoi avversari potrebbe riesplodere in qualsiasi momento. Il regime potrebbe spingersi troppo in là nei suoi attacchi ai lavoratori e alla povera gente e provocare uno sciopero generale o anche una rivolta di massa in tutto il paese. Nazarbayev potrebbe anche, a un certo punto, cercare di prendere misure preventive per isolare tutti gli attivisti e i leader dell’opposizione. In entrambi i casi la lotta potrebbe trasformarsi in un importante braccio di ferro tra la piccola cricca al vertice della società e il movimento dei lavoratori e le masse impoverite, cioè la vasta maggioranza della popolazione.
Lettera di Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov Al direttore esecutivo del movimento panrusso Per i Diritti Umani Aleksandrovitch Lev Ponomarev Al direttore dell’Istituto per i diritti umani Valentin Michaelovitch Gefter Noi Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov, presidente e vicepresidente del sindacato indipendente dei lavoratori del Kazakistan, ‘Zhanartu’ (‘Rinascita’) vorremmo allertarvi in merito al fatto che potremmo essere sottoposti ad un arresto o un sequestro e a una successiva deportazione nel territorio della Repubblica del Kazakistan, dove ci attendono inevitabilmente l’arresto e la prigione. Queste affermazioni si fondano sul fatto che a Mosca sono arrivati il capo del Dipartimento degli Affari Interni della regione di Mangistau, il colonnello Amanzhol Kabylov, con un gruppo di funzionari dei servizi segreti, per condurre trattative con i funzionari di polizia della Federazione russa. Siamo stati informati di questi fatti da giornalisti russi e dalle nostre fonti in Kazakhstan. L’oggetto di questi negoziati è la pianificazione del nostro arresto in collaborazione con le forze russe, dato che ci troviamo attualmente sul territorio russo. Questo alto funzionario del ministero dell’Interno kazakho è attualmente responsabile delle ‘indagini’ sui fatti di sangue avvenuti il 16-18 dicembre nella città di Zhanaozen, nell’area di Shetpe (regione di Mangistau), che, secondo le nostre informazioni, hanno portato alla morte di un gran numero di lavoratori in sciopero e dei loro parenti coinvolti in una protesta pacifica.
Come risultato della collaborazione del ministero degli Interni e dei servizi di Sicurezza del Kazakhstan, molti sono stati denunciati e decine di persone sono già state arrestate, tra di loro molti lavoratori e attivisti che hanno partecipano allo sciopero iniziato il 17 maggio, nonché i leader del partito di opposizione ‘Alga’ (‘Avanti’) – Vladimir Kozlov, Ayzhangul Amirov, Ruslan Simbinov, Serik Sapargali, così come il caporedattore del giornale indipendente, ‘Vzglyad’ (‘Punto di vista’) , Igor Vinyavski. Tutti gli arrestati, così come decine di persone a cui é vietato viaggiare sono stati incriminati in base a diversi articoli del codice penale: articolo 164 ‘incitamento alla discordia sociale’, 241 ‘organizzazione di disordine di massa’ e 170 ‘richiesta di rovesciamento dell’attuale sistema costituzionale’. Da parte nostra siamo, dal 7 ottobre, in visita prolungata in Russia, dove abbiamo avuto modo di scambiare le esperienze con le organizzazioni sindacali e i media che sostengono i lavoratori del petrolio in sciopero a Mangistau e il nostro sindacato in Kazakhstan. Questa estate nel nostro paese è stato aperto un procedimento penale contro di noi su iniziativa delle autorità locali in virtù dell’articolo 327 del codice penale. Ma per il momento il procedimento è stato sospeso e dovrebbe essere annullato a causa di un’amnistia annuciata dal Governo. Tuttavia, come abbiamo appreso dalle nostre fonti, contro di noi è stata fabbricata una nuova incriminazione, ai sensi dell’articolo 164 del codice penale (‘incitamento alla discordia sociale’). In realtà si tratta di un tentativo di incolpare noi e l’opposizione per i tragici eventi del 16-18 dicembre dello scorso anno in Mangistau. Questa è la ragione per cui l’ex comandante militare a Zhanaozen è venuto in visita a Mosca per organizzare il nostro arresto e lil successivo trasferimento ad Aktau. Temiamo che il nostro arresto possa essere fatto in segreto e realizzato sotto forma di un rapimento, senza che sia stato spiccato alcun mandato di cattura internazionale, né alcuna verifica dei presupposti giuridici per l’estradizione. Qualcosa di simile è già stato fatto da i servizi speciali uzbeki e tagiki contro gli oppositori e i dissidenti che erano nella Federazione Russa. Noi siamo semplicemente impegnati nel difendere i diritti dei nostri concittadini Allo stesso modo vi assicuriamo che siamo in Russia legalmente e non abbiamo infranto nessuna legge locale del paese. Siamo solo impegnati nella difesa dei diritti dei nostri concittadini, violati dalle autorità kazake nel nostro paese. Vi chiediamo aiuto e di organizzare una campagna in nostra difesa nel caso di un arresto illegale o di un rapimento da parte dei servizi segreti kazaki sul territorio della Federazione Russa. Cordiali saluti, Esenbek Ukteshbaev e Ainur Kurmanov Presidente e Vicepresidente della Federazione sindacale Zhanartu
Modello di lettera di solidarietà ad Ainur e Esenbek Abbiamo letto la dichiarazione fatta da Esenbak Ukteshbayev e Ainur Kurmanov, secondo cui la loro sicurezza personale è in pericolo. Entrambe pensano che ci sia una aperta collaborazione tra i servizi segreti russi e kazaki. Pensano inoltre che il regione di Nazarbayev stia cercando di arrestarli e di accusarli di aver provocato il massacro di Zhanaozen il 16 dicembre scorso. Ma l’intera responsabilità di questo massacro pesa sulle forze di sicurezza dello Stato del Kazakhstan, che hanno sparato su una manifestazione inerme, come testimoniato da numerose immagini circolate nei mesi scorsi e de reportage giornalistici. Ogni tentativo di rapire o arrestare Esenbek e Ainur sia sul territorio della Federazione russa che in Kazakhstan verrà condannato in tutto il mondo e se qualcosa accadrà loro i regimi di Nazarbayev e di Putin verranno considerati pienamente responsabili. Chiediamo che né loro né il loro movimento sia soggetto a intimidazioni e alla continua minaccia di arresto o rapimento. Le adesioni possono essere inviate ai governi russo e kazakho anche attraverso il sito della campagna internazionale di solidarietà: http://campaignkazakhstan.org/index.php/defend-zhanartu-leaders-email-protest/emailpopuppage/ e vi chiediamo di inviare la vostra adesione in copia:info@controcorrentesinistraprc.org

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